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Super User

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Lunedì, 12 Maggio 2014 12:04

Con Maria contemplativi nell'azione

di Nico Rutigliano

Cosa intendiamo per spiritualità? L’insieme dei valori che modellano uno stile di vita. Per noi guanelliani, che vogliamo incarnare i valori di don Guanella, la spiritualità  fa capo a tutte quelle forme di preghiera, di vita e di tratti del comportamento, che plasmano il carattere, i rapporti umani, il modo di pregare, la forma pratica di vivere la carità. La spiritualità investe sia la contemplazione che l’azione; riguarda la preghiera e sfocia nella carità; anima l’unione con Dio e spinge all’amore fraterno.

Lunedì, 12 Maggio 2014 11:59

Quando un amore fallisce

Dolore del fallimento

“Camminare con loro”

Quando un amore fallisce le persone non vanno condannate ma accompagnate. Lo ha raccomandato Papa Francesco nella messa celebrata a fine febbraio nella cappella della Casa Santa Marta.

La bellezza e la grandezza dell’amore si riconoscono fin dal capolavoro della creazione, narrato dalla Genesi, e scelto da Dio stesso come «icona» per spiegare l’essenza dell’amore tra l’uomo e la donna. Ma anche tra Cristo e la Chiesa. «Gesù stava sempre con la gente». E in mezzo alla gente il Signore insegnava, ascoltava e guariva gli ammalati. Qualche volta però, tra la folla, si presentavano anche i dottori della legge che volevano in realtà «metterlo alla prova», cercando in qualche modo di farlo cadere.
I farisei, proprio «per metterlo alla prova», pongono a Gesù «questo problema sul divorzio». Una questione presentata con il loro solito «stile» basato sulla «casistica». Quanti volevano mettere in difficoltà Gesù, infatti, non gli ponevano mai «una problematica aperta». Preferivano invece ricorrere alla «casistica, sempre al piccolo caso», domandandogli: «È lecito a un marito ripudiare la propria moglie?». E Gesù risponde anzitutto chiedendo loro «cosa dice la legge e spiegando perché Mosè ha fatto quella legge così». Il Signore tuttavia non si ferma a questa prima risposta e «dalla casistica va al centro del problema, va proprio ai giorni della creazione», quando «Dio li fece maschio e femmina; per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una carne sola. Così non sono più due, ma una sola carne».
Papa Francesco ha riletto questo passo, «inizio dell’amore» e «tanto poetico»: proprio l’incontro tra Adamo e Eva. A loro Dio raccomanda di andare avanti insieme «come una sola carne». Il Signore ha scelto «questa icona per spiegare l’amore che lui ha verso il suo popolo» anche quando il popolo non è fedele. Anche l’apostolo Paolo, quando ha bisogno di spiegare il mistero di Cristo, lo fa in rapporto alla sua sposa, alla Chiesa, al suo popolo».
«Questa — ha affermato il Papa — è la storia dell’amore. Questa è la storia del capolavoro della creazione. E davanti a questo percorso di amore, a questa icona, la casistica cade e diventa dolore». Dolore davanti al fallimento: «Quando lasciare il padre e la madre per unirsi a una donna, farsi una sola carne e andare avanti, quando questo amore fallisce — perché tante volte fallisce — dobbiamo sentire il dolore del fallimento». E proprio in quel momento dobbiamo anche «accompagnare quelle persone che hanno avuto questo fallimento nel loro amore». Non bisogna «condannare» ma «camminare con loro». E «quando uno pensa a questo», ha precisato il Papa, trova naturale riconoscere «quanto bello è l’amore, quanto bello è il matrimonio, quanto bella è la famiglia, quanto bello è questo cammino». Ma anche «quanto amore, e quanta vicinanza, anche noi dobbiamo avere per i fratelli e le sorelle che nella loro vita hanno avuto la disgrazia di un fallimento nell’amore».
 

INTENZIONE GENERALE

Perché i mezzi di comunicazione siano strumenti al servizio della verità e della pace. INTENZIONE MISSIONARIA Perché Maria, Stella dell’evangelizzazione, guidi la missione della Chiesa nell’annuncio di Cristo a tutte le genti. INTENZIONE DEI VESCOVI Perché la Chiesa e la società non deludano la speranza e la fiducia dei giovani nel futuro.

INTENZIONE MISSIONARIA

Perché Maria, Stella dell’evangelizzazione, guidi la missione della Chiesa nell’annuncio di Cristo a tutte le genti.

INTENZIONE DEI VESCOVI

Perché la Chiesa e la società non deludano la speranza e la fiducia dei giovani nel futuro.

 

INTENZIONE DELLA PIA UNIONE

«Preghiera dal carcere»

Signore crocifisso, guardaci, siamo quelli come te. Condannati.
Sul patibolo e dietro le sbarre della vergogna. Anche in attesa dell'esecuzione, per veleno, per corda al collo, per fucilazione o sedia elettrica. Ti basti questo: come Te, inchiodati in croce. A differenza di Te, noi più spesso per colpa, anche se non mancano, tra noi, gli innocenti. Amico, se tu conoscessi il mistero immenso della detenzione, dove mi trovo! Se vedessi e sentissi quello che vedo tra queste buie mura. E amaramente penso ai miei cari. Che ingiustamente soffrono a causa mia. “Conosco il demonio che era dentro di me, ero legata al Male, la mia vita fu di violenza. Ma da quando ho conosciuto il Signore nulla è più riuscito a farmi commettere un gesto di violenza: in questi 14 anni di braccio della morte Gesù, con il suo perdono, è entrato nel mio cuore! Se decidete che dovrete uccidermi, fatelo basandovi solo sulla brutalità del mio Crimine, ma per favore non basatevi su di me come rischio futuro per la società, perché io ora sono cambiata… Vi amo tutti, spero che la mia morte vi dia pace, di nuovo chiedo perdono alle famiglie che ho colpito, ora vado incontro a Gesù, vi aspetto tutti in Paradiso, Lui ha già preparato un posto per me”.

Lunedì, 12 Maggio 2014 11:52

Accanto a Maria come un angelo senza le ali

Maggio: splendore della natura

di Mario Carrera

Caro San Giuseppe,

il mese di maggio l’antica tradizione l’ha dedicato alla tua dolce sposa Maria, ma il primo giorno è consacrato al tuo impegno di proteggere la fatica del lavoro umano. Vogliamo ritagliare un piccolo spazio da dedicare alla tua vita di onesto lavoratore invocato e benedetto come patrono e modello dei lavoratori, soprattutto per esprimere la nostra fiducia in te e per chiederti la perseveranza nella nostra vita di fede. Stiamo vivendo un momento assai drammatico nel mondo del lavoro.

Lunedì, 07 Aprile 2014 12:49

Storie di uomini e donne

Dopo cento anni di storia un doveroso ri-volgersi al passato

di Graziella Fons

«Ogni comunità deve celebrare i suoi anniversari, rileggere la propria storia e rendere grazie per la maniera con la quale Dio ha vegliato su di loro nel corso degli anni». In questa memoria «si trovano la speranza e l’ardimento di cui abbiamo bisogno per affrontare nuovi rischi e accettare difficoltà e sofferenza con coraggio e perseveranza». Queste parole sono state scritte da Jean Vanier, un grande amico dei poveri, fondatore e animatore di tanti focolari della carità, chiamati in francese «arche», a favore di persone handicappate. 
Dopo cento anni di storia anche la Primaria Pia Unione del Transito di San Giuseppe ha desiderato rileggere la propria storia, trovare i grandi motivi di lode e ringraziamento a Dio per il bene compiuto e anche rivisitare le radici della speranza per attingere linfa vitale capace di fruttificare e offrire ai nostri giorni a volte così turbolenti e smemorarti motivi di speranza.

«Sono una cristiana con fede rocciosa, incrollabile... per grazia di Dio»

di Gabriele Cantaluppi

Nata a Forlì il 2 aprile 1943, fin da quando aveva cinque anni sentì l’ispirazione a dedicare la vita ai poveri. Un intuito che maturò negli anni di liceo, anche quando, grazie ai brillanti risultati scolastici, trascorse un periodo a Boston per imparare l’inglese.
E fu proprio nel quartiere nero di quella città, a contatto con quelli che soffrono, che non hanno voce davanti al mondo, che la sua vocazione si fece chiara. I suoi genitori desideravano per lei la carriera  giudiziaria e, per accontentarli, si iscrive alla facoltà di Giurisprudenza. Ma per non perdere tempo si impegna con tutte le forze nel Comitato per la lotta contro la fame del mondo, sorto in quegli anni nella sua città, e accetta la carica di presidente della sezione femminile della FUCI.
Numerose sono le sue iniziative a favore dei poveri: conferenze, dibattiti pubblici, che la mettono in contatto anche con Raoul Follerau, l’apostolo dei lebbrosi, e l’abbé Pierre, il fondatore della comunità Emmaus. Ha come punti di riferimento Gandhi, che legge assiduamente, ma anche altre guide cristiane, dai padri del deserto, a Francesco e Chiara di Assisi e altri, fino a quelli più vicino a noi come Primo Mazzolari e Lorenzo Milani.

Giuseppe e Maria come luce, conforto e guida di ogni famiglia

di Angelo Sceppacerca

In questi mesi molto si è detto delle migliaia di contributi giunti alla Segreteria del Sinodo un po’ da tutto il mondo, in risposta al questionario e al documento preparatorio del Sinodo sulla famiglia che si terrà a fine anno. Ora si sta preparando uno strumento di lavoro che dovrà accompagnare ulteriormente questa fase preparatoria e che certamente terrà conto delle tante attese, ma anche della ricchezza di esperienze vissute.
Lunedì, 07 Aprile 2014 12:39

Aprile 2014

V DOMENICA DI QUARESIMA. 

Anno A - 6 aprile  - 

Lezionario: Ez 37,12-14; Sal 129; Rm 8,8-11; Gv 11,1-45

 
Io sono la Risurrezione
Le sorelle mandarono dunque a dire a Gesù: «Signore, ecco, colui che tu ami, è malato».
All’udire questo, Gesù disse: «Questa malattia non porterà alla morte, ma è per la gloria di Dio, affinché per mezzo di essa il Figlio di Dio venga glorificato». Gesù amava Marta e Maria sua sorella e Lazzaro.
 
Tra Gesù e i suoi discepoli c’è una relazione di amicizia. È Gesù stesso che inizia questa relazione. Quello che Gesù compie per Lazzaro è simile all’amore che nutre per ciascuno di noi; egli si preoccupa e si occupa dell’amico. La fede nella risurrezione dai morti nel popolo ebraico non era frutto di ricerca intellettuale, ma nasceva dall’esperienza di sentire Dio come amico, il suo amore è fedele e non abbandona nei momenti di difficoltà.
 

DOMENICA DELLE PALME 

Anno A - 13 aprile 

Lezionario: Is 50, 4-7; Sal 21; Fil 2,6-11; Mt 26,14 - 27,66 

 
 
Il prezzo di una vita
In quel tempo, uno dei Dodici, chiamato Giuda Iscariota, andò dai capi dei sacerdoti e disse: «Quanto volete darmi perché io ve lo consegni?». E quelli gli fissarono trenta monete d’argento. Da quel momento cercava l’occasione propizia per consegnare Gesù.
Giuda pattuisce un prezzo per Gesù. Il dono incommensurabile di Dio all’umanità è venduto con un prezzo di trenta pezzi d’argento, il valore di un somaro o di uno schiavo. E Gesù arriva in Gerusalemme cavalcando un somaro e sarà trattato dal potere come uno schiavo. Come per un passa- mano, Giuda «consegna» Gesù ai nemici, questi a Pilato, Pilato alla folla e la folla alla croce. Il punto di arrivo della carità. Anche la nostra vita è un «consegnarsi» per amore alla costruzione della pace.
 

PASQUA: RISURREZIONE DEL SIGNORE

Anno A - 20 aprile

Lezionario: At 10,34a.37-43; Sal 117; Col 3,1-4  Gv 20,1-9

 
Cristo è risorto
Maria di Màgdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro. 
Corse allora e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!».
 
Il sepolcro vuoto di Cristo è un punto di convegno dell’umanità. «Maria, come i discepoli, ignorava che il grembo della madre terra potesse accogliere suo figlio Gesù. Il Crocefisso, Signore della storia umana, è entrato nel regno della morte per farle restituire alla vita il suo bottino». Dio amante della vita non disprezza nulla di quanto ha creato.
 

II DOMENICA DI PASQUA

Anno A - 27 aprile

Lezionario: At 2,42-47; Sal 117; 1Pt 1,3-9; Gv 20,19-31

 
Portatore di pace
Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro ai quali perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro ai quali non perdonerete, non saranno perdonati».
 
Gesù si presenta a noi come il datore di pace. Gioia e pace sono le aspirazioni più grandi dell’animo umano, per questo Gesù Risorto è «pace gioiosa e gioia pacificante»: è il suo modo veritiero di essere tra noi. Per questo il cuore della missione dei discepoli è uguale a quello di Gesù: amare. Solo amando il fratello che Dio ci pone accanto, entriamo nella sua famiglia come figli amati e benedetti. 
 
Lunedì, 07 Aprile 2014 12:02

Segni e movimenti

Il sacramento del battesimo

di Andrea Ciucci

Il battesimo è una delle celebrazioni più ricche e profonde della liturgia cristiana, per la varietà dei simboli e l’importanza delle parole. Neanche i bambini più piccoli si annoiano durante questo rito, tutti attratti dai gesti, dagli oggetti, dagli elementi utilizzati. La via simbolica è anche, probabilmente, uno dei modi migliori per comprendere il senso di questo sacramento e provare a rispondere a una domanda tutt’altro che scontata: che cosa offriamo a un bambino quando lo battezziamo?
Mi colpisce sempre, anzitutto la qualità dei simboli utilizzati nel battesimo: l’acqua, la luce, il sale, l’olio, una veste bianca. Sono segni semplici, primordiali, insieme però carichi di senso. Quasi a dire che nel battesimo si va al fondo delle cose, al centro delle questioni. Non è a tema infatti un dettaglio della vita del bambino e degli adulti che lo circondano, bensì i punti decisivi dell’esistenza umana,la sua possibilità di essere luminosa, mai arida, dignitosa, custodita, anche medicata (è il senso dell’olio inteso come unguento medicinale) quando ferita dalla malattia e dal mistero del male. Tutto è già in quel battesimo: l’arsura del desiderio, la paura delle tenebre, la domanda sulla propria condizione, la necessità dell’appartenenza, la ricerca della sapienza e dell’autenticità.

Il carpentiere restaura il sogno infranto di Dio sulla salvezza dell’umanità

di Angelo Forti

C’è una bella definizione di Sant’Agostino sulla catechesi: la definisce come «il narrare la cura di Dio nei nostri confronti». Tale cura – ci suggerisce sempre sant’Agostino – la possiamo pensare come quello dobbiamo fare per ciò che possiamo e pregare per ciò che non possiamo, e Dio ci concederà la capacità di realizzare i sogni che nutriamo nell’anima.
Il nostro tempo è frenetico, pieno di impegni e di urgenze, rimanendone poco per la preghiera. È vero che il desiderio di pregare è già preghiera, ma all’anima occorre sentirsi abitata e sorretta da pensieri dal sapore di eternità.
Immagino le giornate di San Giuseppe nella casa di Nazareth: un’alba carica di luce e un tramonto illuminato da colori avvolti da un silenzio rotto dal cinguettio degli uccelli e dalle folate di vento. Anche i rumori del martello o dell’ascia per il legno davano al silenzio un’anima e la preghiera nasceva spontanea: uno sguardo al cielo e un grazie di cuore a Dio e tutto procedeva.
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