«Sceglietevi oggi chi servire… Quanto a me e alla mia casa, serviremo il Signore» (Gs 24,15). Al termine del lungo e faticoso cammino dell’esodo, quando il popolo di Israele è finalmente giunto alle soglie della terra promessa, in quel giorno – in quell’oggi – carico di speranza, Giosuè invita gli israeliti ad una scelta decisiva e responsabile per il Signore, per essere degni di vivere in quella terra raggiunta con tanta fatica. Unanime e deciso, il popolo risponde: «Noi serviremo il Signore » (v. 18).
Servire Dio, però, comporta una dedizione autentica e senza compromessi, perché Egli è il Santo. Per questo Giosuè vuole che il popolo sia ben consapevole della decisione che prende. Le scelte decisive non devono essere fatte sotto la spinta di un facile entusiamo o con la nascosta presunzione di essere capaci di compiere da soli grandi cose; tuttavia, non vanno neppure essere rinviate per paura; devono piuttosto essere prese davanti a Dio in tutta umiltà, chiedendo a Lui la grazia della fedeltà a tutta prova.
La nostra vita è ritmata sullo scorrere del tempo, è scandita da cicli o ricorrenze annuali, mensili, settimanali, quotidiani. Eppure se ci si ferma a pensare che cos’è il tempo, anche noi dobbiamo confessare con sant’Agostino: «Che cosa è, dunque, il tempo? Se nessuno me ne chiede, lo so bene: ma se volessi darne spiegazione a chi me ne chiede, non lo so», e continua dicendo che il tempo è un vero mistero. Di esso noi tutti facciamo esperienza, eppure il passato non è più, ma vive solo nella memoria; il futuro non è ancora e vive solo nell’attesa; soltanto l’istante presente esiste, ma subito diventa passato… Pure san Benedetto nella sua Regola esorta a compiere all’istante ciò che vale per l’eternità.