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Super User

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Lunedì, 12 Maggio 2014 12:52

I fratelli e le sorelle di Gesù

Sull’ultimo numero della nostra rivista ho letto con interesse la rubrica «Il problema del mese»: I Vangeli apocrifi, e subito mi è sorta la curiosità di conoscere l’interpretazione della meraviglia degli abitanti di Nazareth quando Gesù nella sinagoga parla della sua identità e i suoi compaesani si domandano da dove venisse quella sapienza per questo giovanotto di professione «carpentiere, figlio di Maria, fratello di Giacomo, di Joses, di Giuda e di Simone? E le sue sorelle non stanno qui da noi?». La famiglia di Gesù era una famiglia numerosa?
Spesso sento parlare di «vangeli apocrifi» dove sono raccontati soprattutto i fatti che riguardano l’infanzia di Gesù con Giuseppe e la sua sposa Maria. I capitoli evangelici della vita pubblica di Gesù narrano dei fatti, delle circostanze, invece quelli della nascita e dell’infanzia di Gesù ricorrono a circostanze e situazioni un poco singolari. Ci sono sogni, visioni che sono state narrate dopo anni di distanza dagli avvenimenti. Quale quoziente di affidabilità hanno questi vangeli?

 Caterina Gennari - Milano

 
Gentile signora Caterina, la ringrazio per questa domanda che ci offre l’opportunità di dare una parola chiarificatrice su quest’argomento, che ci sta a cuore non solo da un punto di vista generale, ma anche perché un nostro confratello guanelliano, don Mario Erbetta, formidabile conoscitore delle lingue orientali, ha dedicato la vita allo studio e all’insegnamento sui vangeli apocrifi all’Università Urbaniana, pubblicando un grosso e assai qualificato volume sui vangeli apocrifi. 
Diciamo subito che gli «apocrifi» che riguardano il Nuovo Testamento sono degli scritti che non fanno parte del canone biblico (cioè della raccolta ufficiale dei testi) del NT, ma dai titoli, dalla presentazione, dal modo con cui trattano l’argomento riguardante Gesù e la sua famiglia si presentano come testi che per la loro antichità rivendicano una credibilità degna di attenzione non pari a quella del canone degli evangeli riconosciuti dalla Chiesa, ma fanno da cornice ad avvenimenti veritieri con il tentativo di completarli con alcune narrazioni a volte fantasiose e altre volte verosimili. 
Caro Direttore,
nel periodo della Quaresima la Chiesa ci invita a essere più generosi nei confronti dei poveri, i senza fissa dimora, i barboni. È fuori dubbio che davanti a Dio sia un’azione altamente meritoria, però mi sorge una perplessità. Con il fatto che mani caritatevoli rimediano ogni tipo di assistenza, è possibile che questi indigenti possano adagiarsi alla loro condizione di povertà e abituarsi a una situazione di ignavia, indolenza?
 Roberto Giannelli - La Spezia
 
Caro Roberto, 
il pericolo esiste. Pur ricordando in linea di principio che la carità ha sempre una dimensione educativa, cioè: non si possono lasciare le persone così come sono, bisogna non solo offrire «il pesce per sfamarsi, ma fornire loro anche una canna da pesca per pescare».
Mercoledì, 09 Settembre 2015 13:57

Apostoli, testimoni e buoni samaritani

Nel mese di ottobre, oltre alla recita del santo Rosario, sembra che la liturgia abbia il compito di ricordarci i copiosi e saporosi frutti della santità, offerti dall’esempio dei santi ricordati nel calendario liturgico in questo mese. Il mese di ottobre commemora il genio femminile con due sante «dottoresse», esperte in dottrina e santità: santa Teresa di Lisieux, il 1° ottobre, e santa Teresa d’Avila, il 15 ottobre. Entrambe le sante hanno vissuto una spiritualità assai ispirata dall’esempio di san Giuseppe. La prima, che desiderava «essere come il cuore per la Chiesa», nell’aiuola della santità, è un fiore delicato, fragile e gentile. Per il suo sapiente itinerario nella santità, durante la XII Giornata della gioventù del 1997 a Parigi, Giovanni Paolo II la propose ai giovani come modello di una santità possibile. Il 18 ottobre la Chiesa canonizzerà anche il papà e la mamma di santa Teresina. La seconda, santa Teresa d’Avila, sia per carattere come per spirito d’intraprendenza, completa le caratteristiche della santità di santa Teresina.

Mercoledì, 24 Settembre 2014 13:30

Con la Parola di Dio del mese di ottobre

1 ottobre

Santa Teresa di Gesù Bambino carmelitana (1873-1897), dottore della Chiesa

La "santa del sorriso", che "si era offerta a Gesù Bambino per essere il suo trastullo, una pallina di nessun valore, da poter buttare per terra, da spingere col piede, lasciare in un canto", fu presa in parola. Marie Françoise Thérèse Martin, giovane di trasparente bellezza, orfana di madre a quattro anni, cresciuta ad Alençon accanto a un padre affettuoso e buono, all'età di quindici anni poté entrare per indulto speciale nel Carmelo di Lisieux, dove già due sorelle l'avevano preceduta e la terza l'avrebbe seguita. Nei nove anni di vita claustrale Teresa lasciò un segno profondo, offrendo al mondo cristiano la sorprendente immagine di una giovane monaca che pur relegata nella stretta clausura del Carmelo visse immersa nella vita ecclesiale, tanto da essere dichiarata nel 1927, a due anni dalla canonizzazione, patrona delle Missioni con san Francesco Saverio, e nel 1944 co-patrona della Francia accanto alla battagliera santa Giovanna d'Arco.
Mercoledì, 30 Luglio 2014 11:31

Con la Parola di Dio del mese di agosto

La Trasfigurazione

6 agosto

La Trasfigurazione è la contrapposizione dell’agonia nell’orto del Getzemani. In entrambi gli episodi, i testimoni sono gli stessi: Pietro, Giacomo e Giovanni. Tabor e Getzemani, due momenti che svelano ai tre apostoli – cioè al vicario di Cristo (San Pietro), al primo martire dei dodici (San Giacomo) e al discepolo prediletto (San Giovanni) – la reale identità del Messia, preannunciato dai Profeti.
Nella trasfigurazione Gesù apre uno spiraglio di luce che riveste di gloria il suo corpo come naturale conseguenza della visione beatifica di cui godeva la sua anima unita alla natura divina del Verbo.

Domenica dell’ASCENSIONE

Anno A 1° Giugno
Salterio: Proprio 
Lezionario: At 1,1-11; Sal 46; Ef 1,17-23; Mt 28,16-20
 
Ascende il Signore tra canti di gloria
«E Gesù, avvicinatosi, parlò loro, dicendo: «Ogni potere mi è stato dato in cielo e sulla terra. Andate dunque e fate miei discepoli tutti i popoli battezzandoli nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutte quante le cose che vi ho comandate. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, sino alla fine dell'età presente».
Gesù è il figlio al quale è stato dato tutto ciò che è del Padre, ha il suo stesso potere. Chi ascolta Gesù vede e adora il Padre e diventa come lui, figlio, e quindi inviato ai fratelli affinché tutti diventino fratelli e sorelle.
 

Domenica:  PENTECOSTE  

Anno A – 8 giugno
Salterio:  Proprio
Lezionario: At 2,1-11.30-31; Sal 103; Cor 12,3b-7.12-13; Gv 20,19-23 
 
Manda il tuo Spirito, Signore, a rinnovare la terra
Detto questo, soffiò su di loro e disse: «Ricevete lo Spirito Santo. A chi perdonerete i peccati, saranno perdonati; a chi li riterrete, saranno ritenuti».
Il soffiare ricorda l’alito vitale che nel libro della Genesi crea l’uomo e ricorda anche la visione di Ezechiele che rianima le ossa aride. Gesù dona lo Spirito della Nuova Alleanza che ci dona un cuore nuovo capace di vivere secondo la Parola.
 
 

Domenica: SS. TRINITà

Anno A – 15 giugno 
Salterio: Proprio
Lezionario: Es 34,4b-6.8-9; Cant Dn 3,52-56;
2Cor 13,11-13; Gv 3,16-18
 
A te la lode e la gloria nei secoli
«Infatti Dio non ha mandato suo Figlio nel mondo per giudicare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui».
Dio da sempre ama il mondo anche se il mondo lo rifiuta. L’amore del Padre è gratuito e senza riserve. Gesù che lo conosce lo vive e lo testimonia morendo in croce. Questo versetto è il cuore dell’evangelo di Giovanni che ci porta a confessare: «noi abbiamo riconosciuto e crediamo all’amore che Dio ha per noi».
 

Celebrazione: 

CORPO E SANGUE DI CRISTO

Anno A – 22 giugno

Salterio: Proprio
Lezionario: Dt 8,2-3.14b-16a; Sal 147; 1Cor 10,16-17; Gv 6,51-58
 
Loda il Signore, Gerusalemme
«Io sono il pane vivente, che è disceso dal cielo; se uno mangia di questo pane vivrà in eterno; e il pane che io darò per la vita del mondo è la mia carne».
Gesù è pane «vivente» capace di donare la vita. Chi ne mangia vive da figlio e parteciperà alla risurrezione. La vita eterna, che già è donata a chi mangia di lui, è una comunione di amore con lui e la nostra morte non la interromperà, ma raggiungerà la sua pienezza.
 
 

Celebrazione: 

Santi PIETRO e PAOLO

Domenica  29 giugno
Salterio: Proprio
Lezionario: At 12,1-11; Sal 33; 2Tm 4,6-8.17-18; Mt 16,13-19
 
Il Signore mi ha liberato da ogni paura
«Poi Gesù, giunto nei dintorni di Cesarea di Filippo, domandò ai suoi discepoli: «Chi dice la gente che sia il Figlio dell'uomo?».
Il problema non è interrogarci su Dio, ma lasciarci interrogare da lui. Ogni domanda contiene la sua risposta.  Ogni domanda si apre al mistero e la fede ci abilita a rispondere al Signore che ci interpella. Lasciarci interrogare e rispondere è l’arte dell’avventura umana nei confronti di Dio.
 
Lunedì, 12 Maggio 2014 13:11

Le domeniche di Maggio 2014

III DOMENICA DI PASQUA
Anno A - 4 maggio 
Salterio: III sett. 
Lezionario: At 2,14a.22-33; Sal 15; 1Pt 1,17-21; Lc 24,13-35
 
Lo riconobbero dal pane dato
Essi lo trattennero, dicendo: «Rimani con noi, perché si fa sera e il giorno sta per finire». Ed egli entrò per rimanere con loro. Quando fu a tavola con loro prese il pane, lo benedisse, lo spezzò e lo diede loro. Allora i loro occhi furono aperti e lo riconobbero; ma egli scomparve alla loro vista.
Lunedì, 07 Aprile 2014 12:39

Aprile 2014

V DOMENICA DI QUARESIMA. 

Anno A - 6 aprile  - 

Lezionario: Ez 37,12-14; Sal 129; Rm 8,8-11; Gv 11,1-45

 
Io sono la Risurrezione
Le sorelle mandarono dunque a dire a Gesù: «Signore, ecco, colui che tu ami, è malato».
All’udire questo, Gesù disse: «Questa malattia non porterà alla morte, ma è per la gloria di Dio, affinché per mezzo di essa il Figlio di Dio venga glorificato». Gesù amava Marta e Maria sua sorella e Lazzaro.
 
Tra Gesù e i suoi discepoli c’è una relazione di amicizia. È Gesù stesso che inizia questa relazione. Quello che Gesù compie per Lazzaro è simile all’amore che nutre per ciascuno di noi; egli si preoccupa e si occupa dell’amico. La fede nella risurrezione dai morti nel popolo ebraico non era frutto di ricerca intellettuale, ma nasceva dall’esperienza di sentire Dio come amico, il suo amore è fedele e non abbandona nei momenti di difficoltà.
 

DOMENICA DELLE PALME 

Anno A - 13 aprile 

Lezionario: Is 50, 4-7; Sal 21; Fil 2,6-11; Mt 26,14 - 27,66 

 
 
Il prezzo di una vita
In quel tempo, uno dei Dodici, chiamato Giuda Iscariota, andò dai capi dei sacerdoti e disse: «Quanto volete darmi perché io ve lo consegni?». E quelli gli fissarono trenta monete d’argento. Da quel momento cercava l’occasione propizia per consegnare Gesù.
Giuda pattuisce un prezzo per Gesù. Il dono incommensurabile di Dio all’umanità è venduto con un prezzo di trenta pezzi d’argento, il valore di un somaro o di uno schiavo. E Gesù arriva in Gerusalemme cavalcando un somaro e sarà trattato dal potere come uno schiavo. Come per un passa- mano, Giuda «consegna» Gesù ai nemici, questi a Pilato, Pilato alla folla e la folla alla croce. Il punto di arrivo della carità. Anche la nostra vita è un «consegnarsi» per amore alla costruzione della pace.
 

PASQUA: RISURREZIONE DEL SIGNORE

Anno A - 20 aprile

Lezionario: At 10,34a.37-43; Sal 117; Col 3,1-4  Gv 20,1-9

 
Cristo è risorto
Maria di Màgdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro. 
Corse allora e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!».
 
Il sepolcro vuoto di Cristo è un punto di convegno dell’umanità. «Maria, come i discepoli, ignorava che il grembo della madre terra potesse accogliere suo figlio Gesù. Il Crocefisso, Signore della storia umana, è entrato nel regno della morte per farle restituire alla vita il suo bottino». Dio amante della vita non disprezza nulla di quanto ha creato.
 

II DOMENICA DI PASQUA

Anno A - 27 aprile

Lezionario: At 2,42-47; Sal 117; 1Pt 1,3-9; Gv 20,19-31

 
Portatore di pace
Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro ai quali perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro ai quali non perdonerete, non saranno perdonati».
 
Gesù si presenta a noi come il datore di pace. Gioia e pace sono le aspirazioni più grandi dell’animo umano, per questo Gesù Risorto è «pace gioiosa e gioia pacificante»: è il suo modo veritiero di essere tra noi. Per questo il cuore della missione dei discepoli è uguale a quello di Gesù: amare. Solo amando il fratello che Dio ci pone accanto, entriamo nella sua famiglia come figli amati e benedetti. 
 
Mercoledì, 12 Marzo 2014 16:54

Marzo 2014

8ª domenica Tempo Ord. 

Anno A  - 2 marzo - Salterio: IV sett. 

Lezionario: Is 49,14-15; Sal 61; 1Cor 4,1-5; Mt 6,24-34
 

Nessuno serve due padroni

«In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli: Nessuno può servire due padroni, perché o odierà l’uno e amerà l’altro, oppure si affezionerà all’uno e disprezzerà l’altro. Non potete servire Dio e la ricchezza».
Come nessuno può cavalcare due cavalli così non si può servire due padroni. Sant’Agostino diceva: «Chi è schiavo della mammona, il denaro, è schiavo di colui (il diavolo) che, a causa della sua perversità fu posto a capo delle cose terrene, è definito dal Signore principe di questo mondo». A volte nella nostra vita cerchiamo ostinatamente di mettere insieme Dio e il nostro idolo e così zoppichiamo da due parti. Dio tollera di essere ignorato, ma non di essere secondo; in questo caso non sarebbe più Dio. Qualunque idolo Gli si mette davanti cade in frantumi come una statua dai piedi di argilla.
 
1ª domenica di Quaresima 
Anno A - 9 marzo - Salterio: I sett. 
Lezionario: Gen 2,7-9; 3,1-7; Sal 50; Rm 5,12-19; Mt 4,1-11 
 

Vattene, Satana

«E fattosi avanti, il tentatore gli disse: “Se sei figlio di Dio, di’ che queste pietre diventino pane”. Ora egli rispondendo gli disse: “Non di solo pane vivrà l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio”».
Le nostre tentazioni sono come l’ombra di un bene desiderato. La tentazione spunta quando noi cerchiamo il bene e si pone come un ostacolo così che perdiamo l’entusiasmo nel ricercare il bene e finiamo di farci accarezzare dalla pigrizia, dicendo: «è troppo faticoso, è difficile, impossibile e, poi, la gente che dirà delle mie scelte?». Oppure la tentazione ci fa cercare il bene su strade sbagliate. Per questo è necessario invocare quell’intelligenza evangelica che ci permette di dare il primato alla Parola di Dio. Con il discorso del cambio delle pietre in pane, la Parola “ci” suggerisce che l’uomo è mantenuto in vita ma non è la vita. Tutta la nostra tensione è di procurarsi il pane per mantenere la vita, ma l’errore generatore di tutti gli sbagli è di pretendere di possedere la vita.
 
2ª domenica di Quaresima
Anno A - 16 marzo - Salterio: II sett. 
Lezionario: Gen 12,1-4a; Sal 32; 2Tm 1,8b-10; Mt 17,1-9
 

È mio Figlio, ascoltatelo

«Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: “Signore, è bello per noi essere qui! Se vuoi, farò qui tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia”... Ed ecco una voce dalla nube che diceva: “Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento. Ascoltatelo”». 
Pietro, il generoso, ha capito che essere là con Gesù era bello. Sul volto di Gesù splendeva la bellezza originaria nella quale Dio aveva creato il mondo. Il libro della Genesi a ogni tramonto di un ipotetico giorno scrive: «E Dio vide che era una cosa buona». Lontano da questa luce è brutto, ci stiamo a fatica, perché non siamo ciò che dovremmo essere. Per questo la creatura umana è un pellegrino in cerca di un Volto luminoso, davanti al quale sta contento come a casa sua, perché ha trovato un Volto di famiglia. Nella luce si ode una voce: Dio è voce. La sua voce è nota a noi come Verbo incarnato. Chi ascolta Gesù, trasforma il suo volto nel Volto; anche noi irradiazione della luce di Dio.
 
3ª Domenica di Quaresima 
Anno A - 23 marzo - Salterio: III sett. 
Lezionario: Es 17,3-7; Sal 94; Rm 5,1-2.5-8; Gv 4,5-42
 

Sorgente zampillante di eterno

«Gesù le risponde: “Chiunque beve di quest’acqua avrà di nuovo sete; ma chi berrà dell’acqua che io gli darò, non avrà più sete in eterno. Anzi, l’acqua che io gli darò diventerà in lui una sorgente d’acqua che zampilla per la vita eterna”. “Signore – gli dice la donna –, dammi quest’acqua, perché io non abbia più sete e non continui a venire qui ad attingere acqua”».
La molla del desiderio di questa donna è «un di più» aperto all’infinito. Gesù ravviva i desideri più profondi assopiti in noi dalle delusioni e dalle paure. Ogni creatura umana porta nel cuore il desierio di trovare una fonte che disseti la sua brama di vita e di felicità. Qualche volta ci illudiamo e vorremmo stare a manovrare i fiumi sotterranei della gioia usurpando il ruolo di Dio fonte della vita. L’unica possibilità di vivere è quella di accettare di essere dono legato alla sorgente dell’amore che trabocca dall’intimo del cuore.
 
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