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Super User

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Mercoledì, 21 Dicembre 2016 14:57

Un diplomatico attento alle necessità dei poveri

Giovanni Coppa, cardinale

di Gabriele Cantaluppi

Via Pierino Belli 13, Alba, al centro della cittadina. Una corte, quelle di una volta, dove si affacciavano le abituazioni delle numerose famiglie circostanti. Un pozzo nero dove una di esse raccoglieva il frutto del suo lavoro, prima di andare poi a spargerlo nei campi. Mai Giovanni Coppa ha dimenticato questo umile luogo delle sue origini, anche quando le vie della Provvidenza lo hanno incaricato di delicate missioni ecclesiastiche, facendogli incontrare importanti personaggi di questa terra. Nella sua autobiografia, redatta poco tempo prima della sua morte, avvenuta il 16 maggio di quest’anno, più d’una volta conclude la cronaca di qualche incontro importante ricordando: «Dissi sempre a me stesso: ‘Non dimenticare da quale letamaio sei uscito, non dimenticare via Pierino Belli 13».

Mercoledì, 21 Dicembre 2016 14:06

La preghiera assidua è la forza dell'apostolo

A Cento anni dell'ordinazione episcopale di mons. Bacciarini

di don Mario Carrera, postulatore della Causa di canonizzazione

Ogni uomo è un mendicante di Dio; anche se diversi sono gli itinerari, unica è la meta: soddisfare una nostalgia profonda di Eterno. Nell’esperienza di fede dei santi sono tracciate le coordinate di Dio e lo studio della loro vita comporta la scoperta delle sue incancellabili orme nelle loro strade. Paolo VI nel giorno della beatificazione di don Luigi Guanella diceva: «Vorremmo carpire il segreto e cogliere il principio interiore di tale santità: vorremo ridurre ad un punto prospettico unitario la vicenda avventurosa, complicata e febbrile della vita prodigiosa del nuovo beato».

Mercoledì, 21 Settembre 2016 09:57

Madre Teresa una santa nel segno della misericordia

Intervista al cardinal Angelo Comastri

di Graziella Fons

«Ho conosciuto una Santa». è il titolo del libro su Madre Teresa di Calcutta scritto dal cardinale Angelo Comastri, vicario generale del Papa per la Città del Vaticano, e pubblicato in questi giorni dalle Edizioni San Paolo. Nel volume il porporato racconta i suoi tanti incontri con la futura Santa e offre al lettore una serie di storie, scritti e preghiere su Madre Teresa.

La figura di don Giancarlo Pravettoni ricordata a 11 anni dalla morte

di Bruno Cappato

Ecco, sono già trascorsi 11 anni dalla morte di don Giancarlo Pravettoni. Gli fui vicino con altri amici fraterni fino all'ultimo giorno, a Mantegazza, quando il Signore chiamò alla vita eterna il suo servo amato, dopo un lungo percorso di malattia durante il quale era stato assistito dai suoi familiari. Sul tavolo era ancora acceso il computer al quale lavorava incessantemente per completare il suo libro, la storia della sua spiritualità, del suo cuore, dal titolo "Oltre il visibile". Morì il 16 marzo 2005. La malattia aveva roso il suo corpo minuto, senza tuttavia essere riuscita a intaccare il suo sguardo luminoso, il suo cuore, il suo animo. Don Giancarlo, animato da autentico spirito guanelliano, ha speso tanta parte della sua missione di fede per il Polesine.

L’eredità spirituale del venerabile Aurelio Bacciarini

 

Il pittore Marc Chagall ha scritto: «quando sto ultimando un quadro accosto alla tela un oggetto creato da Dio: un sasso, un fiore, una fronda o la mia mano, per una specie di prova del nove. Se il dipinto non stride di fronte ad una cosa che l’uomo non può fare, è valido. Se c’è disarmonia, non è arte». Alle radici della sua profonda umiltà, al termine della sua esistenza Bacciarini non ebbe la consapevolezza che la sua vita fosse stata un capolavoro, ma se ne accorse il suo popolo.

80° della morte del venerabile Aurelio Bacciarini

di Mario Carrera, postulatore della Causa di Beatificazione

«O santa croce del vescovo, ignorata dal mondo, e nota solo a chi assorbe l’amaro assenzio che stilla dal suo tronco, io ti abbraccio una volta ancora e t’innalzo al cielo, affinché, per la virtù della croce di Gesù, tu sii pegno di salvezza per il popolo che Dio mi ha affidato». In queste parole pronunciate all’entrata in diocesi di Lugano dal venerabile Aurelio Bacciarini vibra la passione di quest’uomo che assume il ruolo del buon pastore e prende sulle sue fragili spalle la cura del suo gregge.

La beatificazione di Paolo VI

di Angelo Forti

Papa Montini diceva che «nessuno è estraneo al cuore della Chiesa» e la famiglia guanelliana, i preti e le suore, i cooperatori e gli amici dell’Opera saranno con il cuore in prima fila in occasione dell’evento della beatificazione del 19 ottobre 2014. Entreranno nel coro della lode con accenti particolari di gratitudine per aver elevato, proprio cinquant’anni fa agli onori degli altari don Luigi Guanella. In quella circostanza ha indicato il nostro Fondatore come un autentico imitatore di Cristo Gesù, il buon samaritano dell’umanità.
Sabato, 08 Novembre 2014 11:42

Un supplemento di santità per il Ticino

Bacciarini e la beata Elisabetta

di Graziella Fons

E' scritto che «la speranza è la balia della vita cristiana» e non c’è santità dichiarata senza un cammino eroico sul sentiero della ricerca del volto di Dio scoperto nei fratelli. Uomini e donne di speranza si trovano per quelle affinità elettive che la Provvidenza semina nel cuore dei grandi ricercatori dello Spirito. È avvenuto per la beata Maria Elisabetta Hesselblad e il venerabile Aurelio Bacciarini: Maria Elisabetta, tenace fondatrice delle suore Brigidine e il vescovo Bacciarini, custode fedele del patrimonio di santità nascosto nelle pieghe della storia del popolo ticinese.  
La Provvidenza ha fissato l’appuntamento del loro incontro su di un treno. Elisabetta proveniva dalla Svezia con tanti sogni nell’anima e malanni nel corpo, Bacciarini da Lugano dopo una degenza in clinica per i suoi malanni. 

A 100 anni dalla nascita di un protagonista della vita della Chiesa italiana 

di Andrea Fagioli

A  proposito di don Divo Barsotti, in quest'anno centenario della nascita, l'arcivescovo di Firenze, il cardinale Giuseppe Betori, in un'intervista, ha manifestato la speranza «di poter fare i primi passi verso quel processo di beatificazione e canonizzazione che tutti ci auguriamo. Certo il cammino non sarà facile per la mole di scritti che ci ha lasciato e che andranno tutti esaminati: 160 libri, più di 600 saggi, non sappiamo quanti manoscritti...».
La passione di don Barsotti per l'arte, la religione e la letteratura è cosa nota. Del resto non ha mai negato che da giovane voleva fare lo scrittore. E se Mondadori all'inizio degli anni Trenta gli avesse pubblicato una raccolta di novelle, oggi non saremmo qui a ricordare un grande religioso, uno dei più grandi mistici del Novecento, un prete che comunque nella sua lunga vita non ha mai rinunciato alla scrittura e allo studio di poeti e romanzieri. Non è un mistero che attribuisse la sua conversione, almeno in parte, alla lettura dei classici russi («Dio si introdusse furtivamente nella mia vita attraverso la grande opera di Dostoevskij»).
Mercoledì, 30 Luglio 2014 12:13

Un campione di evangelizzazione

Il Beato Giacomo Alberione

di Mario Sgarbossa

Don Alberione (1884-1971), fondatore della Famiglia paolina (cinque Congregazioni e quattro Istituti), pioniere della nuova evangelizzazione con gli strumenti offerti dalla moderna comunicazione sociale, se non si fosse fatto prete avrebbe scelto con successo la carriera del manager in una grossa industria piemontese. Sono sue parole. Partendo da estrema povertà di mezzi questo piccolo grande uomo è riuscito in pochi anni a fondare un impero editoriale di dimensioni intercontinentali, ma senza dar fiato alle trombe della pubblicità, mantenendosi umilmente dietro lo schermo di una verità alla quale credeva profondamente: è Dio che opera. 
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