Voglio ringraziare san Giuseppe per aver, con il suo potente patrocinio, migliorato ogni settore della mia vita.
Nella situazione famigliare e di vita in cui mi trovo, da quando è subentrato “l’influsso positivo” del celeste patriarca, sembra che le forze del male siano “sottomesse”.
Infinitamente grato di ciò mi impegno a diffondere la devozione verso san Giuseppe.
Lettera firmata
Cara e gentile signora,
sono davvero contento di dividere con lei i nobili sentimenti di gratitudine a san Giuseppe che l’accompagna con tanto amore nella sua via e diventa energia, coraggio e ottimismo nell’affrontare e superare le difficoltà che la vita ci riserva. Gli occhi illuminati dalla fede ci fanno vedere i santi che dal cielo si fanno «buoni samaritani» per risollevarci nei momenti di disagio.
La garanzia dell’intercessione di san Giuseppe è narrata nei primi capitoli dei Vangeli di Luca e Matteo, in cui troviamo l’attenzione amorevole di Giuseppe accanto a Gesù nel provvedere con grande sollecitudine alla crescita umana.
Quando il freddo della vita ci avvolge, il manto di san Giuseppe ci ripara delle intemperie e ci offre integratori di energia divina e la sua presenza riempie l’animo di speranza.
Gentilissimo Direttore,
Non so esprimere tutta la mia gratitudine ed emozione che hanno suscitato le sue parole e il suo ricordo in occasione dell’anniversario di mio marito Francesco.
Non mi sarei mai aspettata di ricevere una sua lettera in un momento per me tanto doloroso e carico di bellissimi ricordi. Mi sento veramente commossa e onorata, grazie. La sua lettera da quando mi è arrivata, la rileggo e medito ogni sua parola. Ho imparato a memoria le parole di sant’Agostino che mi danno tanto coraggio e serenità. Le posso dire questo: non passa mai giorno in cui non ringrazio Dio di avermi messo accanto per 58 anni mio marito Francesco. Ci ha sempre uniti un affetto profondo, immenso pulito, abbiamo formato una bella famiglia con due figli, Dio l’ha chiamato, appena compito 80 anni.
Ora vivo di ricordi ringrazio sempre dio per aver esaudito tutti i desideri che custodivo nel mio cuore e san Giuseppe mi ha accompagnato sempre con il suo aiuto e la sua protezione, fin da quando ero una bambina.
Le chiedo scusa direttore, se mi sono dilungata, ma il mio cuore trabocca di gratitudine verso di lei, che sento ormai come un caro amico, apprezzandola e ammirandola per ciò che scrive nella rivista che io aspetto sempre con tanta ansia per poter leggere ogni articolo e rileggere in attesa che arrivi il prossimo numero.
La saluto con tutto il mio rispetto.
Raffaella (Roma)
Cara e gentile signora Raffaella,
ho desiderato pubblicare la sua lettera per comunicare la nobiltà dei suoi sentimenti nei confronti di suo marito Francesco. Nell’animo di due sposi che per tanti anni hanno seminato amore, comprensione la nostalgia è immensa, percorre, infatti, ogni frammento di vita ricamati con i colori gioiosi della condivisione.
Gesù parlando degli sposi ha affermato che essi riempiono il loro futuro in un’unica realtà, impreziosita da nobili sentimenti con la garanzia di eternità.
Carissimi,
ho ricevuto il giornalino mensile, e arrivata all'ultima pagina l'articolo sui tatuaggi mi ha lasciata di stucco: che senso ha? Cosa volevate trasmettere con quelle parole?
Mi sono venuti in mente articoli letti tempi fa sullo stesso argomento, ma di natura completamente diversa.
Antonella, tramite email
Caro don Mario,
a nome mio e di tutta la mia famiglia vorrei ringraziarla per il suo messaggio e per il prezioso dono del "Suffragio perpetuo".
Molto Reverendo Direttore,
fin da giovane, sollecitata dalla mamma, ho sempre confidato in san Giuseppe, il grande Santo, il quale in diverse circostanze mi ha aiutata a risolvere situazioni di bisogno inaspettate o difficili.
Rev. Don Mario,
è con grande gioia e gratitudine che scrivo, per testimoniare pubblicamente una grazia ricevuta di recente.
Preg.mo Direttore, tornando questa mattina dall’ufficio postale dove ho spedito un contributo per la rivista, che leggo con trasporto emotivo e commozione.
Caro don Mario,
è con grande sollievo che le scrivo dopo mesi di sofferenza per una fastidiosa e molte volte angosciante depressione psicofisica. Medicine e sedute di psicoterapia non producevano alcun effetto.
Caro padre Mario,
Sono tanto grata a Dio per l’intercessione di san Giuseppe che, anche con un po’ di ritardo, le scrivo per sdebitarmi pubblicamente verso san Giuseppe al quale chiedendo la grazia, assai importante per me, gli avevo promesso che se mi avesse esaudito l’avrei comunicato alla Pia Unione di san Giuseppe a testimoniare la sua paterna attenzione verso chi soffre.
Da parecchio tempo soffrivo di una malattia nervosa; nonostante tante medicine e colloqui con lo psicoterapista, non vedevo alcun miglioramento.
Allora mi sono rivolta a san Giuseppe: ho pregato con il Sacro Manto, ho fatto novene e ho pregato a cuore aperto confidando nel suo aiuto.
Lentamente ho costatato un miglioramento ed ora adempio la mia promessa.
Davvero san Giuseppe mi ha protetta e gli sono riconoscente.
Lettera firmata da Marino
Cara Signora,
una gioia condivisa, contagia chi l’ascolta e allarga il cerchio della contentezza. Per questo anche noi condividiamo la sua guarigione e siamo incoraggiati a non far tramontare la nostra fiducia verso san Giuseppe, umile, silenzioso e fedele protettore della nostra vita.
Davvero la sua lettera fa riecheggiare le parole della Genesi: «Andate da Giuseppe». Come in quella circostanza la carestia fu arrestata, così anche la nostra fiducia in san Giuseppe sconfigge le nostre paure, le nostre desolazioni e riempire i nostri vuoti con la consapevolezza di non essere orfani, ma figli amati.
Cara Amica, grazie della sua testimonianza che sono certo rappresenta la voce di tante persone fiduciose nell’intercessione di san Giuseppe.
Gent.mo don Mario,
Siamo due coniugi iscritti da anni alla Pia Unione, le scriviamo per ringraziare di cuore san Giuseppe perché dopo aver recitato il Sacro Manto per tre diverse intenzioni, il Signore ci ha concesso le grazie richieste.
Vogliamo fare questo ringraziamento riprendendo alcune parole del Manto stesso e per mantenere la promessa in esse espressa: «E in segno della mia più viva riconoscenza, ti prometto di far conoscere le tue glorie, mentre con tutto l'affetto benedico il Signore che ti volle tanto potente in cielo e sulla terra».
Inoltre ringraziamo per l’olio benedetto che abbiamo ricevuto prontamente.
Saluti cordiali e di stima.
Simona e Iacopo – Rimini
Cari e gentili
Simona e Jacopo,
grazie della vostra testimonianza e dei benefici goduti per l’intercessione di san Giuseppe. Papa Francesco qualche tempo fa ha detto che san Giuseppe lo possiamo paragonare al falegname o al fabbro che, chiamato per una riparazione in casa, assicura la sua presenza e qualche volta si fa attendere, ma alla fine viene. Così fa san Giuseppe magari non interviene subito, comunque arriva. Ci prende per mano e ci accompagna con pazienza alla soluzione dei problemi.
L’olio, che vi abbiamo invitato, benedetto per intercessione di san Giuseppe, è simile al medicamento che il buon samaritano ha versato sulle ferite del malcapitato steso sul ciglio delle strada. L’olio è il medesimo, frutto dell’ulivo, ma in più possiede l’energia spirituale della benedizione e della costante intercessione di san Giuseppe.
La fede e l’amore continui a legare le vostre vite in un cammino illuminato dalla speranza che non può deludere.
Vi garantisco la nostra preghiera di intercessione.
Rev. don Mario Carrera e cari iscritti alla Pia Unione, è con gioia che oggi, Primo Mercoledì del mese e, in virtù di tante e palesi grazie ricevute per intercessione di San Giuseppe, vorrei esplicitare, pubblicamente, a gloria di Quest’ultimo, 2 “opere” recenti che Lo riguardano: - “ dipinto” di San Giuseppe falegname sulla facciata della casa di famiglia a Campodolcino( vedi foto allegata) - collocazione statua di San Giuseppe ( Fontanini) presso chiesa di Portarezza a Campodolcino ( “opera” sostenuta dal parroco D. Mario Baldini) - come da foto. Sia il dipinto sia la statua vogliono essere manifestazione di riconoscenza personale/famigliare e parrocchiale verso San Giuseppe del quale S.guanella fu particolare “cantore” e propagatore.
Caro Padre Direttore Mario Carrera,
sono felicissima di riscriverle, e sono stata molto contenta che la mia prima lettera è stata pubblicata sul mensile La Santa Crociata in Onore di San Giuseppe.
Nel numero di giugno, che ho ricevuto puntualmente, mi ha molto colpito la preghiera Maria nostra compagna di viaggio, una preghiera stupenda, che da una forza interiore che non si può spiegare.
Mi ha colpito una frase in questa bellissima preghiera, quando recita: «Che la pesantezza del passato ci impedisce di far credito al futuro». è proprio così, se vogliamo essere seguaci di Gesù non dobbiamo guardare indietro, non riusciremmo a pensare a un presente e a un futuro sereni; gli sbagli di ognuno di noi devono renderci più forti, devono aiutarci a non commettere più lo stesso sbaglio, senza stare lì a rimurginare. Così potremo affrontare la vita in maniera più serena. Essere testimoni di Gesù, di quel Gesù che ha dato tutto se stesso per noi senza tirarsi indietro.
E come dice papa Francesco a riguardo della santità, ognuno di noi può essere un piccolo santo gioioso, allegro e pieno di vita per seguire Gesù nelle due cose a lui tanto care l’umiltà e la carità.
Domenica Tarantino,
Pizzo Calabro
Cara Domenica,
condivido con lei la gioia che canta nel suo cuore, la fatica nel redigere la Rivista ha come obiettivo di far vibrare nell’animo dei nostri lettori nobili sentimenti sia di fronte a Dio che ai fratelli e sorelle. Le lettere di monsignor Tonino Bello alla Madonna sono un capolavoro di un’umanità permeata di una grande fede. Egli è stato davvero «un vescovo fatto Vangelo», per tutte le persone che ha incontrato in vita e per chi lo incontra leggendo i suoi scritti; è un perenne messaggio fragrante di saggezza evangelica. Egli ha parlato della Chiesa e l'ha sognata come una mamma con “il grembiule” sempre addosso, come le mamme di ieri, sempre attente a tenere la casa in ordine e in servizio permanente per il benessere dell’intera famiglia. E suggeriva una cosa importante: «Non chiudere mai il grembiule nell’armadio dei paramenti sacri, ma comprendere che la stola e il grembiule sono quasi il diritto e il rovescio di un unico simbolo sacerdotale».
Con il Battesimo, anche tutti i laici, acquistano un carattere sacerdotale e, quindi, l’intera esistenza passa nelle nostre mani e nel nostro cuore con un profumo di benedizione che lascia il sapore dell’eternità.
Caro don Mario,
con ritardo rispondo alla sua nota riguardo la nostra partecipazione. Io e mio marito leggiamo con tanto piacere la bellissima rivista ed è vero che non partecipiamo attivamente alla rivista e questo mi dispiace anche per il declino di lettori. Noi siamo due vecchietti pensionati e aiutiamo uno dei figli a crescere i bambini. Sono la nostra consolazione e alla fine della giornata siamo contenti di averli ma anche della stanchezza che ci procurano. Mio marito legge la rivista per primo, specialmente la rubrica dei consigli per il piccolo orto che coltiva con successo e le ricette della cucina.
Grazie. Spero San Giuseppe continui a benedire la mia famiglia.
Auguro a tutti un buon proseguimento!
(Scusate il mio povero Italiano, manco dalla nostra bella Roma da oltre 50 anni)
Wilma L. Mazzulli, USA
P.S. Io e i miei fratelli siamo stati studenti alla scuola San Giuseppe, e sotto la protezione del santo dalla nascita; i miei genitori e suoceri sono iscritti alle messe perpetue.
Cara Wilma,
che ventata gioiosa di bella nostalgia nel suo scritto. Lei ha portato oltre oceano un pezzo del nostro mondo e il nostro lavoro alla Pia Unione non è solo quello di mantenere vigile lo sguardo di san Giuseppe sulle persone a lui consacrate, ma anche a far risuonare nelle vostre case la “dolce” parlata italiana e anche per non perdere il patrimonio di una memoria come riserva di valori.
Cercherò di avere attenzione ai vostri desideri e di poter far coltivare in terra americana le tradizioni degli “odori” dei nostri orti e della nostra saporosa cucina di cui pubblichiamo qualche semplice ricetta. Non dimentichiamo che la terra è sempre madre e ci invita a guardare in alto da dove viene la vita.
Reverendo Don Mario,
anche se le mie condizioni economiche non mi permettono spesso di sostenere la rivista e le opere di misericordia che compite, tuttavia vi assicuro che siete nel mio pensiero e nella preghiera e nel futuro cercherò di aiutarvi maggiormente.
Colgo l’occasione della venuta a Roma di una mia amica per farvi giungere la mia solidarietà anche per sostenere le spese della rivista, per la quale vi mando un cordiale ringraziamento per i bellissimi articoli che è un vero piacere leggere sia per la mente che per l’anima e che mi permettono mantenere saldo il rapporto con Dio e la comunione con i nostri santi protettori.
Auguro che questa bella Rivista non venga mai a finire e che san Giuseppe ci allontani da tutti i mali.
Con un cordiale e affettuoso saluto vi chiedo di pregare per me e per la nostra famiglia. Dio ci benedica!.
Giovanna Puggioni,
Oliena (NU)
Cara signora Giovanna,
dalla freschezza dei suoi sentimenti traspare la nobiltà del suo animo nel condividere la nostra fede e mantenere la sua anima aperta al passaggio di Dio che come il respiro alimenta e rigenera la nostra fiducia nella sua misericordia e ci permette di lavorare con impegno affidandoci all’amore paterno di Dio che veglia sulla nostre vicende con amorevole simpatia.
San Giuseppe ci aiuti a camminare nei sentieri della vita quotidiana con la stessa fiducia che egli ha conservato ed esercitato anche nei momenti bui, umanamente incomprensibili, ma che si rivelarono una scommessa vincente. La mani di Dio tessono con fili di luce il nostro futuro, importante è non abbandonare la speranza della sua costante presenza.
Conservi la sua fede genuina, ne hanno bisogno anche tanti nostri associati a volte prigionieri nella morsa del male.
Rev.do Don Mario,
mi è difficile esprimere a parole l’emozione nel ricevere puntualmente, ogni anno, gli auguri in occasione del mio onomastico; la ringrazio di cuore e anche delle particolari preghiere. Mi auguro che Gesù, Maria e san Giuseppe siano sempre i miei cari santi protettori, siano essi a guidarmi in questi giorni di vita che il Signore mi concede dopo 91 anni di vita.
Il mese di marzo, dedicato a san Giuseppe, è per me vita: il 6 marzo ho preso l’abito religioso, il 20 marzo del 1948 la professione religiosa, questo anno il 70° di consacrazione.
Grazie san Giuseppe mio grande aiuto e protettore mi raccomando alla preghiera e alla protezione di san Giuseppe per me e in particolare per la mia famiglia.
In unione di comunione fraterna, con stima e riconoscenza.
Sr. Maria Flavia Saraceno, Roccamorace (PE)
Carissima e stimata
suor Maria Flavia,
siamo noi che ringraziamo lei per averci fatto condividere la gioia di questo 70° anniversario di consacrazione all’Amore. Settant’anni sono un poema di sentimenti, di gratitudine alla bontà divina che le ha permesso di cantare con Maria, la mamma di Gesù e la sposa di Giuseppe, il cantico della gratitudine, per averla guardata con tanta benevolenza sin dai primi anni della sua giovinezza. Chi ha goduto del suo bene ha toccato con mano quanto Dio riesca a costruire cattedrali di amore attraverso la pur fragile debolezza della nostra vita. La vita di persone, di religiose che spendono l’esistenza nel suscitare gioia sono paragonabili ad una giostra che ospita gratuitamente i bambini per un giro e fornire così alla vita motivi di gioia, un costante sorriso per godere il bene condiviso con il prossimo.
Dio le conservi serenità, lucentezza di mente e sufficiente energia per sentirsi ancora una nota musicale nel canto della vita per se e per gli altri.
Gent.mo direttore,
ho obbedito al desiderio di scriverle per testimoniare l’amore e la devozione che porto a san Giuseppe, che, da sempre, ha protetto la mia famiglia. Con Stefano, mio marito, e i nostri 3 figli siamo stati di recente presso la vostra basilica alla sede della Pia Unione per ringraziare san Giuseppe per l’amore con cui ci circonda di un amore che effonde su di noi e anche per la protezione che il suo manto esercita in maniera visibile.
Crediamo fermamente nel suo divino legame con Gesù e con Maria, e lo abbiamo sperimentato nel passato insieme alle nostre famiglie di origine, in particolare con le mie nonne, Giovanna Francone e Lidia Oliverio, anch’esse iscritte alla Pia Unione di san Giuseppe.
Oltre che per la mia testimonianza vi ho scritto per registrare nell’elenco del Suffragio perpetuo due persone a me care defunte recentemente.
Nadia Scordino di Castrolibero
Cara Signora Nadia,
le rispondo sulla rivista perché mi sembra che la sua testimonianza recuperi con gioia un passato costruito nella sua famiglia con un quoziente di fede che ha permesso a lei e a suo marito di educare anche religiosamente i suoi tre figlioli e consegnare loro quel patrimonio di valori che spontaneamente sono passati nel circuito feriale della vostra condotta di vita ricca di fede, animata dalla speranza e aperta al mondo dei poveri.
Mi piace sottolineare che la fioritura e i frutti della vostra fede hanno le radici nel tessuto delle vostre famiglie di origine che con il loro esempio di vita hanno trasmesso a lei quell’impegno a vivere una vita non asserragliata e chiusa nel proprio egoismo, ma aperta al prossimo in cui vediamo il volto del Cristo risorto, sorgente della nostra energia di vita.
Porto lei e tutti i suoi cari nel cuore della mia preghiera con il desiderio che san Giuseppe custodisca i doni dello Spirito Santo a noi donato nel giorno del nostro battesimo e alimentati nella loro crescita con i sacramenti.
Gent.ma Pia Unione del Transito di San Giuseppe, vi scrivo per ringraziare immensamente san Giuseppe, in quanto grazie alla sua costante e potente intercessione ho ricevuto dal Cielo la tanto sospirata grazia per il mio impiego come insegnante. Da tempo ogni giorno recitavo il Sacro manto in onore a san Giuseppe; durante la novena in onore del santo, mi sono accostata vicino alla statua di san Giuseppe e alla lumiera c'erano i foglietti della novena al santo della Pia Unione a disposizione. Così ho intensificato la mia preghiera promettendo a san Giuseppe di scrivere alla vostra Pia Unione per la grazia che avrei di sicuro ricevuto... così è stato.
San Giuseppe mi ha permesso di ottenere il ruolo di insegnamento dopo tante traversie che ho dovuto affrontare. A seguito di anni di precariato mi sentivo troppo stanca per ottenere il predetto ruolo sulla disciplina Filosofia e Storia. Stanca di tante circostanze negative subite. Pertanto, al contrario di una percentuale ritenuta alta di essere chiamata in graduatoria per la mia materia, ho chiesto a san Giuseppe di non perdere l'opportunità di lavorare a tempo indeterminato potendo essere nominata anche dall'elenco sostegno per alunni diversamente abili. San Giuseppe mi ha aiutata accogliendo il mio grido di aiuto anche per queste giovani persone.
Grazie di cuore san Giuseppe! Confido sempre nel tuo costante aiuto per tutto ciò che continuo a chiederti! Grazie infinite anche alla vostra associazione e per tutto il vostro impegno profuso nel diffondere il culto di san Giuseppe! Pace e bene!
Isabella Del Prete – dalla Provincia di Brindisi
Cara Isabella,
grazie a lei per la sua testimonianza di paziente attesa che san Giuseppe potesse far scendere dal cielo la grazia implorata. San Giuseppe è costantemente attento alle nostre invocazioni e ugualmente vigile alle opportunità che si aprono sul nostro futuro invocato.
Papa Francesco, che nutre una devozione particolare per san Giuseppe, recentemente ho suggerito questo paragone. «San Giuseppe è come il falegname. Quando abbiamo bisogno lo chiamiamo e subito: “vengo, vengo”. A volte, passano giorni, altre volte, settimane e si fa attendere, ma non abbiate paura che si dimentichi. No! Al momento opportuno arriva e riempie i nostri desideri con la sua grazia». Il profeta Isaia ci suggerisce che non sempre «le nostre vie sono uguali a quelle di Dio». A volte noi siamo come i bambini: pretendiamo tutto e subito. Il genitore sa quando è il momento di esaudire le richieste.
Su questa terra davanti a Dio la nostra povera vita ci rende affettuosi mendicanti. Ci suggerisce il Catechismo che: «L’umiltà è la disposizione necessaria per ricevere gratuitamente i doni di Dio».
Cara Isabella, per mezzo di san Giuseppe, insieme, ringraziamo Dio per questa grande grazia e invochiamo la sua costante presenza e chiediamo di rendere la sua missione di insegnante un luminoso riflesso della sua azione pedagogica.
San Giuseppe che è stato accanto a Gesù come educatore e ombra del Padre, le stia accanto per seminare nelle giovani vite gioia di vivere e impegno a collaborare per il bene di tutti.
Reverendo don Mario Carrera,
la ringrazio molto della sua graditissima lettera, delle sue parole e del calendarietto sempre utile per gli appuntamenti.
In questo tempo un po’ grigio e a volte triste mi sono di conforto le sue parole. In questo tempo è di moda espatriare per procurarsi la morte, si fanno passi lunghi anche la introdurre l’eutanasia. Continuo a sperare che la sua rivista porti adeguata luce su questi problemi. La vita non è più considerata come un dono e questo mi affligge e rimango desolato.
Noi della Pia Unione cosa possiamo fare per arginare questa mentalità? Anche per questo mi affido alle vostre preghiere affinché li Spirito Santo mi suggerisca parole convincenti e adeguate per offrire una corretta valutazione su questi argomenti.
Con deferenti sentimenti di stima, saluto e ringrazio.
Lettera firmata - Como
Caro amico,
la ringrazio per le sue espressioni di apprezzamento e di incoraggiamento a proseguire il mio lavoro di seminatore della parola rasserenante del Vangelo attraverso la nostra rivista e i contatti di vario tipo con i nostri Associati. Con sempre maggiore frequenza il problema dell’eutanasia torna alla ribalta sui mass media, influenzando purtroppo, come lei asserisce, l’opinione favorevole alla sua pratica, anche da parte di cattolici, che dimenticano che nessuno è padrone della propria vita. Prima che la fede religiosa, ce lo attesta l’esperienza comune dell’umanità. Nessuno è venuto mal mondo di propria iniziativa o gli è stato chiesto il permesso di dargli l’esistenza. La vita ci è stata data, concessa, regalata. È un dono. L’illiceità dell’eutanasia, prima ancora che dalla fede, emerge dunque dal riconoscimento della verità dell’essere dell’uomo.
Se poi una persona è credente, vede nella vita il marchio di Dio e per ciò stesso acquista un’aureola di sacralità che rafforza la sua inviolabilità. In tal caso, il dolore e la sofferenza hanno molte cose da dare se vengono vissuti nella comunione con Gesù: “Sono lieto delle sofferenze che sopporto per voi e completo nella mia carne quello che manca ai patimenti di Cristo, a favore del suo corpo che è la Chiesa” scrive san Paolo (Col 1,24). Forse la prima forma di evangelizzazione sul valore della vita, anche quando è colpita gravemente nella sua integrità di salute, ci è offerto dall’atteggiamento che ciascuno di noi ha verso chi soffre. Ce lo insegna il comportamento di Gesù nel Vangelo con la sua predilezione per gli emarginati; ce lo testimonia papa Francesco nella sua sensibilità verso coloro che la società “scarta”.
Non dimentichiamo che prima delle parole è la testimonianza delle nostre azioni il messaggio più efficace che possiamo offrire, nel bene come purtroppo, anche nel male. La nostra rivista, facendo riferimento nella sua missione alla preziosità della vita anche nel momento finale del suo tramonto su questa terra per aprirsi alla luce del Cielo, sarà sempre un punto di forza nel proclamare il valore di ogni vita e di tutta la vita.
Noi della Pia Unione del Transito siamo una grande famiglia che, con tutti i suoi Associati, abbraccia i cinque continenti: un immenso coro anche di preghiera che ogni giorno alza al Padre l’inno di grazie e di supplica per la vita di tutti.
Colgo l’occasione per benedirla e per incoraggiarla nella testimonianza fedele di autentico discepolo di Gesù.
Gentilissimo don Mario Carrera,
desidero dirle il mio grazie più sincero per le consolanti parole che lei ha voluto inviarmi. È veramente fonte di serenità sapere che la preghiera ci tiene uniti gli uni agli altri, e le assicuro che il sentirmi piccolissima parte della Pia Unione ha per me un valore incommensurabile e mi è di grande aiuto.
Purtroppo e difficile per me sedermi a tavolino, anche solo per scrivere due righe, ma le assicuro che leggo sempre con grande piacere, tutti i mesi, la Crociata di San Giuseppe e che ho ascoltato il bel disco, un “CD”, «È Natale» che lei ha voluto farmi avere. Sono canzoni molto belle, anche moderne e per me inconsuete, tutte con un bellissimo ritmo.
Spero che abbiano successo e aiutino tante persone, anche giovani, ad irrobustire la loro fede. Le auguro di cuore tanta salute e tanta energia e prego che il Signore l’aiuti sempre nella sua benemerita opera di carità ed evangelizzazione.
Con molta gratitudine.
Paola Santucci, Milano
Cara Signora Paola,
il “grazie” e la condivisione dei sentimenti nobili che il nostro «camminare insieme» con i nostri associati ci incoraggia a mantenere viva la tensione verso un servizio a rendere gioiosa la vita soprattutto negli inevitabili momenti di buio.
Il canto suscita sempre gioia. Ho letto – e ne sono convinto - che là dove c’è un popolo che canto non si deve aver paura: è una popolo che ama la coralità e in un coro c’è la ricerca di armonia. I canti natalizi poi hanno una ripercussione straordinaria nell’anima: accarezzano la memoria, rendono luminosi i momenti di familiarità e fanno uscire i volti sorridenti di persone che ci hanno amato con amore gratuito, senza interesse, ma era semplicemente amore.
Prego san Giuseppe che le conservi un cuore giovane che sappia gustare le gioie quotidiane della vita come pure vivere con entusiasmo la gioia della fede.
Carissimo don Mario,
scrivo poco ma al telefono un po’ di più.
Nel 1982 entrai a lavorare in un ospedale di Cagliari e una collega mi fece conoscere San Giuseppe e la Pia Unione del transito e mi ha iscritta. In poche parole me ne sono innamorata. Fino ad allora non pregavo nessun santo… da allora prego San Giuseppe e faccio mie le parole di Chiara Lubich… «non ho parlato con te ma ho parlato di te». Non vi ho più lasciato.
Ho trasferito San Giuseppe anche in Germania dove ho vissuto per quasi dieci anni e dove è nato mio figlio Angelo, iscritto anche lui. Anche dopo la morte di mio marito, San Giuseppe ha fatto in modo che la provvidenza non mi facesse mancare il necessario. Mi figlio lo scorso novembre è partito per l’Australia per lavorare in una fattoria dove si coltiva frutta. Anche per le leggi australiane la permanenza non è semplice. […] Non nego che mio foglio mi manca, ma la preghiera e la protezione di san Giuseppe mi rende serena. […].
Affido mio figlio alle sue preghiere e san Giuseppe lo tega sotto la sua protezione.
Pistis Chiara Troll,
Quartu S. Elena (CA)
Gentile signora Chiara,
condivido con lei le sue preoccupazioni e anche l’ansia di una madre che ha un figlio così lontano.
San Giuseppe è passato anche lui sul sentiero dell’emigrazione, lontano dalla sua terra, ha portato Gesù e la sua sposa, Maria, in Egitto, dove ha vissuto come uno straniero, in difficoltà con la lingua e anche per la sua attività lavorativa per mantenere la sua famigliola. Giuseppe ha vissuto i disagi e dal cielo vede le nostre situazioni e la sua intercessione presso Gesù si fa premurosa, attenta e sollecita.
Stia certa che ogni giorno per lei e per suo figliolo c’è un ricordo carico di affetto. Spero che possa abitare in una regione dell’Australia dove ci sono italiani e anche iscritti alla Pia Unione. Sono oltre cento gli iscritti alla Pia Unione residenti nell’immenso territorio dell’ Australia. Dio vi benedica e san Giuseppe vi assista sempre.
Molto reverendo don Mario Carrera,
nel ricevere la rivista di San Giuseppe già due volte sono rimasta delusa per non aver trovato la pagina che ospita le lettere. Quando io e mio marito siamo venuti a Roma, dopo averla conosciuta, la sera abbiamo partecipato alla messa da lei celebrata […]. Sono stati giorni felici trascorsi a visitare il Vaticano: dalla cupola, ai musei fino alla Cappella Sistina. Tutto era meraviglioso. Ora io e mio marito non possiamo più tanto viaggiare. La nostra salute sta peggiorando. Voglia ricordarci nelle preghiere a Gesù, Giuseppe e Maria. Grazie e che Dio benedica tutti.
Carmen Endrizzi
Cara e affezionata signora Carmen,
le confesso che anch’io rimango in sofferenza quando non trovo spazio per le lettere. A volte ci sono degli articoli legati ad un momento dell’anno liturgico che non possiamo rimandare. Ma le prometto che cercherò di non deluderla, cercherò di dare voce alla vostra testimonianza convinto che la fede parla solo con le parole della testimonianza e le lettere dei nostri associati sono la punta di un “iceberg” che lascia intravvedere solo la punta, ma sollecita la fantasia ad intuire fede grande, fiducia, speranza e tanta voglia di solidarietà.
Vi auguro tanto bene e gioia di vivere.
Caro direttore Mario Carrera,
le scrivo per ringraziarla in quanto adesso ricevo puntualmente il mensile La Santa Crociata. Gli argomenti trattati, attuali e interessanti, aiutano a riflettere. E articoli curiosi come: “L’almanacco”, preghiere, perle di saggezza, curiosità e anche uno spazio dedicato alla ricetta del mese.
La Santa Crociata è un mensile che aiuta la crescita spirituale, perché come nell’articolo che ho letto sulla fede autentica di Abramo, ci aiuta a capire che solo fidandoci realmente di Gesù senza timori e dubbi, solo così la nostra anima è libera per avere con coraggio la vita eterna. La ringrazio anticipatamente per aver prestato attenzione alla mia lettera. Aspetto con molta trepidazione il prossimo mensile.
Domenica Tarantino
Cortese signora Domenica,
leggendo la sua lettera sono spinto a “rubare” le parole del cantico della Vergine che, ammirando le opere che Dio andava compiendo su di lei a favore del suo popolo, esplode con il cantico del Magnificat. In quel canto di lode, l’anima di Maria apre il ventaglio delle meraviglie che Dio ha fatto per il suo popolo e che i suoi occhi ammirano e si fanno preghiera di ringraziamento e si avverano anche per noi le parole del profeta quando dice: «Darò ai popoli un labbro puro, perché tutti invochino il nome del Signore e lo servino tutti spalla a spalla». Il nostro servizio consiste nel camminare insieme “spalla a spalla” per godere il calore della comunione tra noi e la gioia di mantenere un passo regolare verso la meta eterna, dove ci attende un Padre misericordioso, un Fratello Salvatore, la luce dello Spirito Santo e, non da ultimo, in compagnia dei nostri cari, San Giuseppe e la sua sposa la nostra madre Maria.
Reverendo padre Carrera,
con l’offerta inviata per una borsa di studio intestata ai mie genitori, ho inteso ringraziare san Giuseppe per i tanti aiuti e per il bene che ho ricevuto in tanti anni: di essermi laureata e di aver festeggiato in salute il mio undicesimo anno di pensionamento. […] Volendo fare un bilancio della mia vita posso affermare che si è svolta sempre sotto lo sguardo premuroso e vigile di san Giuseppe. Ho spesso pregato e prego san Giuseppe perché mi aiuti sempre nelle mie scelte. Lo ringrazio per essere diventata nonna della mia nipotina Aurora, che ho affidato alla sua paterna protezione, perché cresca buona e sana in una famiglia dove regnino sempre l’amore e la pace.
La ringrazio per l’attenzione alla mia lettera e saluto con grande stima lei e tutti i suoi collaboratori.
Grazie anche per i sempre graditi auguri per il mio onomastico.
B.A.G.T. - Voghera
Cara e stimata “nonna”,
rispetto il suo desiderio di obbedire a Gesù nel «non far sapere alla mano destra quello che fa la sinistra», ma lodo il senso di gratitudine che traspare come profumo dalle sue parole e la fiduciosa consapevolezza di essere sotto la calda protezione di san Giuseppe che non sempre cancella il gelo delle nostre preoccupazioni, ma ci dona sempre il calore per stemperare il freddo e il coraggio nell’affrontare le difficoltà immancabili nel nostro pellegrinare nei giorni della vita.
Cara “Nonna”, la condivisione dei suoi nobili sentimenti di fede e di carità hanno dato gioia a me e ai miei collaboratori e le assicuriamo di pregare per lei in modo che san Giuseppe conservi i suoi sentimenti sempre limpidi e trasparenti.
Egregio direttore,
la ringrazio per gli auguri del mio onomastico. Invio un mio contributo in favore di persone in difficoltà, certo che lei saprà destinare secondo le necessità dell’Opera. Affido alla sua comunità una preghiera per la mia famiglia, affinché non manchi mai la presenza di Dio nella nostra vita, capace di diffondersi su quanti incontriamo ogni giorno. Che san Giuseppe, esempio ammirevole di uomo giusto, ricco di fiducia in Dio, affettuoso compagno di Maria e amorevole padre di Gesù, continui ad essere modello per lei e per ogni suo collaboratore nell’Opera che lei sostiene.
Cordiali saluti.
Luigi Colantuoni, Tokyo – Giappone
Caro amico e stimato fratello nella fede,
è con particolare piacere che rispondo alla sua gentile lettera, proveniente da un continente tanto lontano dove il cristianesimo non è molto diffuso e lei e la sua famiglia siete i messaggeri inviati sulle frontiere del mondo a testimoniare l’amore di Dio per le persone. La nostra rivista arriva in ben cinquantotto nazioni compresa la Cina e Twain.
Pensando a questa rete mondiale e alla lontananza fisica di tante nazioni, il nostro impegno per la rivista è grande per non sentirvi lontani, ma vicini, e partecipare alle vostre vicende con la nostra preghiera che non conosce frontiere.
Pensando a lei, caro Luigi, e agli iscritti in nazioni lontane, desidero assicurare a tutti un solidale abbraccio quotidiano.
Carissimo padre Carrera,
nello scorso luglio, dopo sei anni di malattia, la nostra cara mamma, Nelda Fagioli Brillo, ci ha lasciati per tornare alla casa del nostro vero Padre. Aveva 96 anni e non riconosceva più nessuno da molto tempo, con nostro grande dolore (siamo 4 figli).
La nostra mamma, fin da piccola, è stata sempre devota di san Giuseppe, che pregava anche quando faceva i lavori di casa e durante le malattie di noi figli: malattie sempre molto gravi. La mamma era molto contenta di ricevere il mensile La Santa Crociata che leggeva con tanto interesse. Se pur malata recitava molto spesso il santo rosario, alla santa Famiglia. Gradirei che questa testimonianza venisse pubblicata per onorare san Giuseppe per la cui intercessione la mamma e noi abbiamo ricevuto tante grazie. Vi saluto con tanto affetto. Grazie di tutto.
Marcella Brillo Baldelli,
Passignano sul Trasimeno (Perugia)
Cara Marcella,
grazie della bella testimonianza di mamma Nelda, che non solo ha donato a voi la vita, ma l’ha coltivata con tanto amore e passione da lasciare nel vostro cuore, nonostante i tanti anni, tanta nostalgia della sua presenza. Nelda non è distante dai suoi figli, ma la sua bontà si congiunge con il vento dell’amore di Dio che soffia nella vele della vita che ci spinge verso esperienze nuove, cariche di grazia e di consolazione.
I nostri genitori ci lasciano un patrimonio di saggezza e di esperienza per affrontare la vita con dignità e fede. Vi auguro che dal cielo mamma Nelda soffi sulla cenere dei ricordi e vivacizzi la vostra generosità e ravvivi sempre la speranza, energia di vita.
Dio vi benedica e vi conservi uniti.