Caro don Mario,
ho assistito alla trasmissione di TV2000 alla quale lei partecipava. É vero, non morire da soli, stringere la mano di chi sta facendo il "passaggio", la Pasqua della nostra esistenza terrena è veramente necessario. Ci vorrebbero degli hospice all'interno o vicino le strutture ospedaliere. Oggi la vita media umana si è allungata ed io stessa, nel corso della attività lavorativa, ho assistito ed accompagnato delle creature che sono passate dalla vita terrena alla vita.... nella eternità. Molte sono morte sole. Secondo lei si potrebbe concretizzare una "struttura" e/o ambiti di accoglienza ed amore per queste creature, tra cui, anche all'improvviso potremmo esserci pure noi?
Giovanna
Cara Giovanna,
sognare con forza rende possibile anche i sogni più ardui. Comunque tutti abbiamo la possibilità di attuare un’alleanza terapeutica: la medicina e la preghiera come rapporto solidale con i nostri fratelli e sorelle sparse nel mondo. Pregare è respirare con il respiro di Dio e in questa comunione diamo un po’ di ossigeno anche ai fratelli e alle sorelle. San Giuseppe in questo ci aiuta. In una lettera il famoso poeta Goethe scriveva ad un amico che avrebbe tanto desiderato che al momento della sua morte egli fosse presente così da avvertire con il calore della sua mano un supplemento di coraggio nell’affrontare la paura. Dio ci dia sempre la forza di equipaggiare i passi penultimi della vita attiva con il sapore dei passi ultimi alla soglia dell’eternità. Auguri.
Don Mario
Stimato Direttore,
Le scrivo per raccontare che ho conosciuto San Giuseppe circa quindici anni fa, avevo venticinque anni e ne sono diventato devoto grazie ad un gruppo di persone che s’incontravano regolarmente per discutere fatti e problemi quotidiani con visuale religiosa, non bigotta. Erano aperti a tutti. A causa di un problema di vicinato (problema di servitù che io ho provato in tutti modi a risolvere senza l'intervento degli avvocati, ma per volere della controparte portato in tribunale) ho pregato la novena. Il giorno dopo averla conclusa, ho ricevuto la notizia che il giudice aveva dato ragione a me per la seconda volta. Non essendo comunque la situazione definitivamente conclusa, ho recitato nuovamente la novena e, conclusa, ricevevo nuovamente il 21 marzo la comunicazione del mio avvocato che la situazione era risolta definitivamente. Personalmente venero San Giuseppe più come protettore della famiglia e del lavoro che come protettore dei morenti, ma mi rendo conto che la morte improvvisa è sempre dietro l'angolo.
Fabio Angiolini – Varese
Caro Fabio,
grazie della tua testimonianza che ci fa scoprire come san Giuseppe ricama la nostra vita con i suoi puntuali interventi. A volte sono evidenti e puntuali, in altre circostanze si fanno attendere con pazienza, ma sono convinto che nella maggior parte sono come le carezze del vento di cui parla Gesù nel suo colloquio con Nicodemo: sentiamo l’effetto, ma non ci accorgiamo da dove vengono e dove sono dirette. Nella nostra vita tutto è grazia. Appassionati dal momento presente, le nostre richieste a san Giuseppe riguardano l’immediato, ma dovremmo imparare a non sentirci isole, ma dare alla preghiera un respiro universale. Nella nostra preghiera all’intercessione di san Giuseppe sono affidate le anime che quotidianamente da tutta la terra bussano alla porta della casa della misericordia divina. La nostra preghiera abiti il «già», ma anche il «non ancora» che è il cuore del nostro futuro.
Carissimo direttore,
innanzitutto vi ringrazio per la bellissima agenda 2015 che mi avete inviato. L’ho apprezzata molto e vi ringrazio anche per la rivista che ricevo ogni mese; è un vero balsamo per me immergermi nel leggere i diversi articoli, specialmente l’editoriale scritto da lei. Invio un piccolo dono per la Pia Unione, una goccia nell’oceano. Pregate per la mia famiglia e soprattutto per mio figlio e la moglie che hanno perso il lavoro. Vi ringrazio e vi saluto.
Eufemia Corsi, Montreal, Canada
Cara signora Eufemia,
siamo noi a ringraziare lei che ci dà la gioia di essere utili a mantenere viva e scintillante la fede. L’Agenda ha voluto essere un omaggio floreale, abbiamo voluto donare a ogni giorno una scintilla di luce, un buon pensiero, un’elevazione verso l’alto per tentare di respirare il respiro stesso di Dio. Per gli associati all’estero, tanti come lei, la nostra corrispondenza, la rivista di San Giuseppe aspira a mantenere vivi i nostri legami e anche per non far dimenticare la nostra dolce lingua italiana. Abbiamo nel cuore anche la famiglia di suo figlio, preghiamo che questa crisi economica, che si sta espandendo anche nei paesi “ricchi” come il Canada, passi. San Giuseppe che ha conosciuto il disagio e la povertà come ogni operaio è attento alle nostre preghiere e spero che quando leggerà questa risposta tutto sia risolto felicemente.
Gent.mo don Mario,
Caro don Mario,
Carissimo direttore, questa mia per comunicarle che una abbonata ma soprattutto devota al santo protettore Giuseppe, lo scorso 23 agosto ci ha lasciato.
Molto reverendo don Mario, sono associata alla Pia Unione del Transito da più di venti anni insieme a mio marito Angelo che il 24 gennaio scorso è ritornato alla Casa del Padre. Credo che San Giuseppe, grazie alle preghiere di tutti gli associati, gli sia stato vicino al momento del passaggio da questa vita alla Vita eterna, avvenuto con grande serenità. Il nostro matrimonio è durato 54 anni più sei anni di fidanzamento (non avevamo i mezzi per sposarci prima) nel rispetto e nell’amore reciproco e frutto del nostro matrimonio sono stati i nostri quattro figli (uno dei quali è un angioletto in Paradiso). Angelo ha dedicato la sua vita alla famiglia con tanto amore. Circa quarant’anni fa abbiamo avuto la fortuna di fare insieme un cammino di conversione. Entrò a far parte della Caritas Diocesana dove collaborò e s’impegnò nei Centri d’Ascolto fino a pochi giorni prima di morire. Il prossimo 28 maggio avrebbe compiuto 89 anni.
Anche se a volte con le lacrime agli occhi, ringrazio il Signore per tutti questi anni che ci ha donato nella condivisione di ogni cosa. Tutte le sere recitavamo insieme il Santo Rosario; ora lo recito da sola ma lui è spiritualmente vicino a me e, come mi aveva promesso, lo sarà sempre. La prego trascrivere il nome di mio marito all’Unione Suffragi, grata se vorrà celebrare per lui una Santa Messa il prossimo 24 giugno. Ringrazio San Luigi Guanella (che prego ogni sera) per aver fondato questa grande Opera in onore di San Giuseppe e per tutto il bene che ne deriva per i vivi e per i defunti. Unisco anche la mia povera preghiera per gli agonizzanti e una modesta offerta che andrà a sollievo dei vostri poveri che sono anche i nostri.
Lettera firmata
Carissima Abbonata, la sua lettera è un mezzogiorno di luce per la gioia della sua esistenza spesa nell’amore e per amore. Nelle sue parole si sentono la fragranza del Cantico dei Cantici, lo stupore immutato degli anni giovanili e il patrocinio di ricchezza d’animo che avete acquisito in oltre sessant’anni di scambi reciproci di doni. In questa stagione di amori fragili e «stagionali», queste testimonianze forti ci danno la certezza che Dio semina la storia di amore e vuole che sia lievito per trasformare la storia in amorosa eternità. Un amore rinnovato per continuare, in eterno, nella pienezza della risurrezione.
Caro e amato San Giuseppe, tu sei stato custode di Gesù e per questo alla tua protezione vorrei affidare tutti i bambini del mondo e in particolare mio nipote Matteo, stupenda creatura, in occasione del suo primo compleanno. Come di ogni bambino in una famiglia la sua presenza dà gioia e felicità, moltiplica le energie, rende lievi le fatiche, interpella sul cammino, mai concluso, dell’essere pienamente persone.
Quando giochiamo insieme a un bambino è come se ci trovassimo per «strada» e celebrassimo il nostro incontro tra quello che il bambino è e quel che siamo noi, in modo che si compongano come accordo di una suonata e rifulgano come goccia di rugiada.
Quando ci rallegriamo l’un l’altro è come se ci comprendessimo misteriosamente e per magia diventassimo leggeri come acrobati sul trapezio: ci libriamo nel cielo e ci immergiamo nelle profondità degli abissi marini per scoprire tanti mondi, così siamo orgogliosi, a vicenda, delle nostre magnifiche vite.
Questi sentimenti sono nel mio animo e prego e sogno che possano cantare nell’animo di tanti genitori così da crescere in armonia di sentimenti e di amore sotto la vigile protezione di san Giuseppe custode affettuoso della santa Famiglia di Nazareth.
Milva
Gentile e cara professoressa, è nobile il suo gesto di aver affidato alle mani affettuose di san Giuseppe oltre che il suo nipote Matteo anche i bambini del mondo. È un luogo comune dire che ai bambini appartiene il mondo di domani, ma noi che crediamo alla bontà misericordiosa di Dio sappiamo che ogni creatura umana che entra in questo mondo è una stella che si accendo nel cielo dell’umanità, ma soprattutto è la certezza che Dio non si è stancato di noi e che, nonostante noi, ancora ci sorride e investe sul nostro futuro. A Matteo e ai bambini è affidato l’avvenire del mondo e noi con fede lo affidiamo alla custodia di san Giuseppe; egli che con Gesù, il nuovo Adamo della creazione rinnovata, ha sognato e sperato in un mondo rinnovato, lo possa proteggere e portare a maturazione i semi di creatività, fantasia e santità che Dio affida a chi entra nella storia umana.
Con Matteo le assicuro che tutti i bambini ogni mattina nella messa sono davanti al volto di Dio con una preghiera di intercessione affinché tutti possa realizzare il sogno che Dio ha sognato per le loro vite.
Le scrivo per invitarla a inserire nelle vostre preghiere del «Suffragio Perpetuo» il prof. Mario Palmaro che come un faro nella notte si è spento ancora molto giovane.
Rev.mo don Mario,
leggendo la Santa Crociata ho notato che non solo sono pubblicati i nomi dei defunti ma inviata alle famiglia anche una pagellina d’iscrizione al suffragio perpetuo. Le scrivo per ricordare la mia amata nonna che mi ha fatto da madre, la quale era devotissima a San Giuseppe.
Mia nonna ha chiesto un lavoro sicuro a san Giuseppe, perché il marito era gravemente malato. Lei divenne infermiera e fu assunta in ospedale il giorno di San Giuseppe, il 19 marzo. Da allora a casa nostra una lampada è accesa giorno e notte davanti alla statua di san Giuseppe ed io ho promesso alla nonna di continuare a mantenere accesa questa lampada segno della fede in Dio e per devozione a San Giuseppe.
Noi amiamo San Giuseppe e so che mia nonna Nerina adesso finalmente può vederlo e stare con lui a contemplare Dio.
Chiedo la Benedizione per intercessione del Glorioso Patriarca.
Maurizio Buscemi Bongiorno.
Caro Maurizio,
grazie della bella testimonianza e della perseveranza nell’aver ancorato la sua fede in Gesù e, sopratutto, nel suo papà terreno, San Giuseppe. Il silenzio di San Giuseppe è una miniera di saggezza e di pronta disponibilità a eseguire la volontà del Padre. Dio, il creatore, ha affidato alle cure di questo falegname di Nazareth la custodia di suo Figlio perché lo facesse crescere in umanità, sapienza e grazia introducendolo nella vita del suo popolo. San Giuseppe è l’ultimo dei Patriarchi. Egli si è messo a disposizione di Dio affidando la sua vita ai desideri dell'Eterno-Padre, completando così il suo disegno sognato con Abramo il primo dei patriarchi. San Giuseppe è un Santo da invocare e da imitare.
La luce perpetua davanti all’immagine di San Giuseppe a ricordo della nonna Nerina sia il segno di una luminosità riflessa dal cuore della sua fede, caro Maurizio, come della testimonianza delle sue opere di carità a favore del prossimo.
Egregio Direttore,
le sto scrivendo con le lacrime agli occhi per la commozione, perché sto seguendo alla televisione l’arrivo di Papa Francesco a Lampedusa. Quante grazie ci dona il Signore! Dovremmo impegnarci tantissimo. Giuseppe, mio marito, affetto da sclerosi multipla da quarant’anni, gioisce per queste manifestazioni, ma soffre tanto, come tutte le persone affette da questo terribile male. A Cosenza e in Calabria i malati di sclerosi multipla sono oltre 1500, molti di loro sono soli. Come AISM ci impegniamo (molti amici hanno aderito all’invito) ma la mancanza del servizio civile non ha permesso di tenere aperti tutti i servizi di accompagno alle terapie. Si lavora molto ma non si è mai efficienti in modo completo. Caro direttore affido tutto alle sue preghiere.
Anna Flaminia Veltri Botta,
Cosenza
Gentile signora Anna,
dobbiamo dire che purtroppo quasi ogni giorno le lacrime spuntano nei nostri occhi nel vedere l’immenso dolore di questi nostri fratelli e sorelle che in nome di una speranza chiamata benessere si avventurano in queste incerte avventure. Papa Francesco invita noi cristiani a frequentare le periferie della vita sociale, ma non solo le periferie estreme delle acque di Lampedusa, ma le periferie dei nostri paesi, le case della solitudine dei nostri condomini, le abitazioni senza sorriso dei vecchi soli o delle malattie invalidanti.
Abbiamo tutti bisogno di un supplemento di amore verso il prossimo. Chi davvero crede nel Dio amore non deve accontentarsi delle parole, ma cantare alla vita con le azioni dell’amore fraterno.
Egregio direttore,
sono abbonata a La Santa Crociata e divulgatrice del Sacro Manto da oltre cinquant’anni. Fin da giovanetta avevo scelto di vivere sotto la protezione di San Giuseppe, e non soltanto perché ne porto il nome. Infinite sono le grazie che il mio caro San Giuseppe ha riversato su di me e sulla mia famiglia. La grazia più strepitosa l’ho avuta il 6 maggio scorso, nel pomeriggio, quando mio marito è stato colpito da infarto acuto alle coronarie, così grave che i medici, dopo sette defibrillazioni e sei punture di adrenalina, non riuscivano a rianimarlo. Vedendo mio marito in quelle condizioni ho chiesto disperatamente aiuto a san Giuseppe. Trasportato d’urgenza in ospedale, fu operato e trasferito per dieci giorni in rianimazione, intubato e con prognosi riservata. Il giorno 13, festa della Madonna di Fatima, riaprì gli occhi. Trasferito nel reparto di cardiologia, piano-piano cominciò a migliorare con grande meraviglia e incredulità di tutti i medici per la pronta reazione. Ho sempre sperato e pregato tanto il mio patrono e dopo circa un mese di degenza mio marito è tornato a casa e continua a star bene per la gioia di tutti noi. Non ho parole per ringraziare Dio, la Mamma celeste e il mio caro san Giuseppe.
Pina Cherchi Fiorucci, Genova
Cara e gentile signora Pina,
il suo scritto dipinge i sentimenti del Samaritano che ritorna a ringraziare Gesù per la guarigione della malattia di lebbra. Gesù ha invitato il samaritano ad alzarsi e a riprendere il suo cammino con questa ingiunzione: «Va’, la tua fede ti ha salvato». La fede è fiducia, confidenza, un lasciarsi afferrare per mano e camminare con la certezza che Dio non ci abbandona. San Giuseppe ci aiuta a trovare la mano di Dio e a camminare al suo fianco nella consapevolezza di entrare in un mondo programmato dall’amore anche se non sempre il nostro orologio batte l’ora con quello di Dio. Mai come nel caso di una guarigione straordinaria scienza e preghiera si completano a beneficio di una creatura umana.
Sempre Dio è con noi e ci ripete di non aver paura perché la nostra vita e il suo destino sono nelle mani di un Padre amoroso.
Carissimo Direttore,
ho quasi sessant'anni e ho passato la maggior parte della mia vita senza Dio. Famiglia cattolica, tutti i sacramenti, parrocchia e poi verso i diciassette anni semplicemente non sono andata più in Chiesa. Nel duemila dovevo sottopormi a trapianto di cornea in entrambi gli occhi e ho cominciato ad avere paura, a ritornare in chiesa, alla S. Messa e più tardi con la fortissima intercessione di Santa Rita da Cascia la mia conversione ha portato ad un cambio radicale di vita, iniziata circa quattro anni fa: separazione da mio marito con il quale ero spostata solo civilmente (lui era già divorziato), trasferimento nella mia città natale (Mantova) dove risiedono mia mamma e mio fratello, inizio di una vita più semplice.
A San Giuseppe non pensavo più di tanto, pur frequentando assiduamente la Chiesa fino a quando nel giorno di Natale del 2011 ascoltando l'omelia di un frate carmelitano su San Giuseppe ho sentito l'urgenza di pregarlo. Tornata a casa ho trovato in un libro di preghiere il Manto di San Giuseppe.[…]
Ho iniziato a pregare con il Manto di San Giuseppe e trenta giorni dopo, esattamente al trentesimo giorno ho stipulato il preliminare di vendita. Ho continuato il Manto ed esattamente al trentesimo giorno ho stipulato il rogito di vendita. L'agente immobiliare non credeva a quello che stava succedendo, ma io ho spiegato che era stata l'intercessione di San Giuseppe. Gli acquirenti sono una coppia giovane, "bravi ragazzi", semplici, entusiasti della casa e io di loro.
Da allora San Giuseppe è il mio "consulente finanziario", vivendo della pensione, avendo sostenuto delle grosse spese per l'acquisto della nuova casa ecc., lo prego che mi aiuti a fare le scelte giuste, visto che prima avevo "le mani bucate".
Ho ripetuto il Manto per aiutare mio fratello in due occasioni e sono stata sempre esaudita. A Lui confido i miei problemi concreti e Gli chiedo di aiutarmi nelle scelte pratiche di tutti i giorni. Sempre mi aiuta, sempre interviene anche nelle richieste più banali. Saluti.
Maria Teresa D. V. Mantova
Preg.mo e stim.mo Direttore Don Mario Carrera, nel mese di agosto 2013 dedicato alla B. V. M. Assunta, abbiamo ricevuto la gradita lettera e con gioia piena nel cuore siamo stati ricolmi di sorpresa e meraviglia nel sentirci incoraggiati dalla sede centrale primaria di Roma " Pia Unione del Transito " .
Ci sentiamo profondamente uniti con una speciale spiritualità, fiduciosi nella potente protezione del patrono S. Giuseppe e del fondatore S. Luigi Guanella, che devotamente veneriamo nel nostro piccolo santuario in Biella/Riva.
Presso il nostro artistico-storico sacello ogni primo mercoledì del mese si celebra la s. messa votiva in onore di S. Giuseppe, alle ore 21.00 con una discreta-buona partecipazione di fedeli, pellegrini, devoti, amici e associati; si canta, si prega per tutti i defunti iscritti al suffragio e per gli associati alla Pia Unione; una funzione curata e ben preparata.
La mia missione è tra i bambini disabili della scuola speciale che è sotto il patrocinio di S. Giuseppe, St. Joseph Nivas special school for the physically and mentally challenged. Essa appartiene alla Congregazione delle Figlie di S. Maria della Provvidenza. Nella scuola operano a tempo pieno dodici suore guanelliane specializzate nell'istruzione dei bambini con disabilità. Le suore, seguendo lo spirito di San Luigi Guanella, offrono non soltanto educazione, assistenza ma una casa nella quale alla professionalità sanitaria e riabilitativa, si aggiunge una cura per l'anima e per la qualità del tempo che gli ospiti trascorrono insieme attraverso attività di animazione e socializzazione; come dice S. Luigi Guanella: «Pane e Paradiso», con il metodo preventivo. La prima grazia che abbiamo ricevuto attraverso l’intercessione di S.Giuseppe è il riconoscimento giuridico (dallo Stato indiano) della nostra scuola.
Una fede limpida
Caro Padre Mario Carrera, è con profonda commozione e dolore che Le comunico che il mio papà Luciano Motzo è volato in cielo. Papà era abbonato da anni alla Pia Unione e devotissimo a San Giuseppe, alla Madonna e a Gesù.
Pregava per ore ogni giorno e partecipava quotidianamente alla Santa Messa. Papà era buono e dolce, adorava i miei bambini Andrea ora 10 anni e Myriam 3 anni, che stravedevano per lui e tutt'ora ne parlano come se fosse qui.Papà era un fervido credente, aveva una fede fortissima e una bontà infinita e sono questi i valori che ha trasmesso anche ai miei figli che trascorrevano gran parte della giornata con lui e con la mamma. Papà è volato in cielo dopo una fortissima sofferenza, durante la quale non solo non si è mai lamentato, ma non ha fatto mai mancare il suo dolce sorriso. Lui è in cielo assieme ai suoi amati San Giuseppe, la Madonna e Gesù Bambino, ricordandolo nella Santa Messa e iscrivendolo alle Sante Messe perpetue. Con devozione e gratitudine.
Motzo Rina, Cabras (OR)
Caro Direttore, è morta dopo una lunga malattia Giovanna Mattei, 59 anni. Per una vita intera maestra brava, affettuosa e autorevole al Giardino d'Infanzia. Giovanna lascia il marito Giuliano e i figli Gabriele e Michela. Alcuni bambini di allora ci hanno inviato un tenero ricordo, a testimonianza dell'affetto che la maestra Giovanna aveva saputo conquistare con dolcezza e impegno. Ecco il testo della lettera: «Ciao maestra Giovanna, sei stata per quarant'anni in mezzo a noi bambini al Giardino d'Infanzia, prima maestra laica ad affiancare le suore di Maria Bambina. Ci hai seguiti con amore educandoci con il tuo modo gioioso, sempre pronta a vedere in noi il bello e il positivo. Ci hai lasciato dopo una lunga malattia che hai combattuto con coraggio, ritrovando nelle persone che hanno alleviato e curato il tuo dolore, alcuni dei bambini che tanti anni fa ti avevano chiamata "maestra Giovanna". Anche da ultimo sei stata davvero maestra di vita. Grazie per il tuo esempio».
Lettera firmata
Caro Direttore,
sono sempre stata devota a San Giuseppe, al quale mi rivolgo per tutte le problematiche familiari, mi ha sempre esaudito; per cui completamente fiduciosa nella sua intercessione, circa un anno fa mi rivolsi a lui quando a mio marito furono diagnosticate metastasi ossee. Iniziò così un calvario di accertamenti: esami del sangue e visite specialistiche in vari centri.
Gli specialisti giunsero alla conclusione che bisognava intervenire con una chemioterapia e una radioterapia mirata. Io intanto avevo già da subito iniziato a pregare San Giuseppe, certa che mi avrebbe concesso la grazia. Comunque, prima di iniziare la terapia, gli specialisti, poiché non tutti erano concordi, decisero di far effettuare una visita specialisitca; tale esame escluse la presenza delle metastasi e anche del tumore per cui non è stato necessario effettuare nessuna terapia. Io e tutta la mia famiglia siamo certi che Dio per intercessione di San Giuseppe ci abbia concesso questa grande grazia, per cui desideriamo che in suo onore venga pubblicata questa mail.
Lettera firmata
Rev.mo don Mario,
sono una vostra associata e leggo sempre la Vostra rivista ed è anche grazie a questo che trovo conforto in mezzo ai tanti dispiaceri, alle paure e alle sofferenze che sto vivendo. Sarebbe troppo lungo e complicato raccontare la mia storia. Mi limito a chiederLe di affidare me e la mia famiglia a S. Giuseppe, al quale sono tanto devota.
La prego mi sostenga nella preghiera, ne ho tanto bisogno, e benedica me e la mia famiglia. Nel salutarLa ringrazio Lei e tutti voi per la vostra gentilezza, per la vostra disponibilità e per tutto il lavoro che svolgete.
Lettera firmata
Caro Direttore, se oggi mi trovo a scrivere questa mia lettera è per mantenere la promessa fatta a San Giuseppe ma soprattutto per dire semplicemente «grazie San Giuseppe perché non mi hai mai abbandonata».
Era una notte d'inverno quando improvvisamente fui colpita da un violentissimo attacco di panico.
Non sapevo cosa significasse ansia, depressione ma pian piano questo "mondo" ha cominciato a far parte della mia vita, con periodi durissimi. Ho iniziato a recitare il Sacro Manto e mi sono affidata a San Giuseppe con la speranza che prima o poi sarei guarita.
Sono mamma di un bambino che a quel tempo aveva 6 anni; ero spaventata di non poter controllare gli attacchi di panico in sua presenza, ma soprattutto di sentirmi male nei giorni in cui mio marito non era presente. E fu proprio cosi. Il Signore forse ha voluto mettermi alla prova. Mi sentii male nel pieno della notte, sola e con mio figlio piccolo.
Presa dalla disperazione pensai di stringere forte nelle mie mani la corona del rosario, accesi una candela e cominciai a pregare, ma era talmente forte l'ansia, il tremore, la tachicardia, la paura di dover morire che non riuscivo più a controllarmi; a quel punto supplicai con tutte le mie forze San Giuseppe di non abbandonarmi.
Presi in mano una delle tante preziose riviste che conservo de "La Santa Crociata", aprii a caso una pagina, era quella delle "Pagine della Riconoscenza", e cominciai a leggere la testimonianza di una signora di Campobasso che ringraziava San Giuseppe per la guarigione di sua sorella dalla depressione ansiosa.
Di colpo si è diffuso in me un senso di tranquillità che non so descrivere e pian piano l'ansia cominciò a scomparire. Piansi di gioia. Conservo ancora quel numero della rivista della Santa Crociata (N.11 dicembre 2006) e in qualche modo mi farebbe piacere dire anche grazie alla Sig.ra Brusciano. Gli attacchi di panico sono sempre più diminuiti fino a scomparire. Spero di cuore che come San Giuseppe ha aiutato me, possa così aiutare tanti miei amici della Pia Unione a trovare presto conforto e grazie di cui hanno bisogno. Gesù, Giuseppe e Maria grazie per tutte le benedizioni che fino ad oggi avete donato a me e a tutti i miei familiari.
Immensamente grata.
Lettera firmata
Carissimi, che quasi un anno fa, vi avevo chiesto di pregare per Tiomir, un amico di mio fratello. Ecco che con grande gioia, vi comunico che il Signore ha fatto la grazia di guarirlo dai 3 tumori maligni che aveva!
In questi giorni ha fatto il controllo dal medico ed è tutto a posto, chiaro che a lui è rimasta la paura di ritrovarsi di nuovo in quella situazione, ma confidiamo nella misericordia di Dio!!! Vi ringrazio di cuore tutti!!!! Dio vi benedica. Un abbraccio
Susy