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Sabato, 05 Maggio 2018 10:49

Le vostre lettere di maggio 2018

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Persone luminose in tempi bui

Reverendo don Mario Carrera,

la ringrazio molto della sua graditissima lettera, delle sue parole  e del calendarietto sempre utile per gli appuntamenti.

In questo tempo un po’ grigio e a volte triste mi sono di conforto le sue parole. In questo tempo è di moda espatriare  per procurarsi la morte, si fanno passi lunghi anche la introdurre l’eutanasia.  Continuo a sperare che la sua rivista porti adeguata luce su questi problemi. La vita non è più considerata come un dono e questo mi affligge e rimango desolato.

Noi della Pia Unione cosa possiamo fare per arginare questa mentalità?  Anche per questo mi affido alle vostre preghiere affinché li Spirito Santo mi suggerisca parole convincenti e adeguate per offrire una corretta valutazione su questi argomenti.

Con deferenti sentimenti di stima, saluto e ringrazio.

Lettera firmata - Como

Caro amico,

la ringrazio per le sue espressioni di apprezzamento e di incoraggiamento a proseguire il mio lavoro di seminatore della parola rasserenante del Vangelo attraverso la nostra rivista e i contatti di vario tipo con i nostri Associati. Con sempre maggiore frequenza il problema dell’eutanasia torna alla ribalta sui mass media, influenzando purtroppo, come lei asserisce, l’opinione favorevole alla sua pratica, anche da parte di cattolici, che dimenticano che nessuno è padrone della propria vita. Prima che la fede religiosa, ce lo attesta l’esperienza comune dell’umanità.  Nessuno è venuto mal mondo di propria iniziativa o gli è stato chiesto il permesso di dargli l’esistenza. La vita ci è stata data, concessa, regalata. È un dono. L’illiceità dell’eutanasia, prima ancora che dalla fede, emerge dunque dal riconoscimento della verità dell’essere dell’uomo.

Se poi una persona è credente, vede nella vita il marchio di Dio e per ciò stesso acquista un’aureola di sacralità che rafforza la sua  inviolabilità. In tal caso, il dolore e la sofferenza hanno molte cose da dare se vengono vissuti nella comunione con Gesù: “Sono lieto delle sofferenze che sopporto per voi e completo nella mia carne quello che manca ai patimenti di Cristo, a favore del suo corpo che è la Chiesa”  scrive san Paolo (Col 1,24). Forse la prima forma di evangelizzazione sul valore della vita, anche quando è colpita gravemente nella sua integrità di salute, ci è offerto dall’atteggiamento che ciascuno di noi ha verso chi soffre. Ce lo insegna il comportamento di Gesù nel Vangelo con la sua predilezione per gli emarginati; ce lo testimonia papa Francesco nella sua sensibilità verso coloro che la società “scarta”.

Non dimentichiamo che prima delle parole è la testimonianza delle nostre azioni il messaggio più efficace che possiamo offrire, nel bene come purtroppo, anche nel male. La nostra rivista, facendo riferimento nella sua missione alla preziosità della vita anche nel momento finale del suo tramonto su questa terra per aprirsi alla luce del Cielo, sarà sempre un punto di forza nel proclamare il valore di ogni vita e di tutta la vita.

Noi della Pia Unione del Transito siamo una grande famiglia che, con tutti i suoi Associati,  abbraccia i cinque continenti: un immenso coro anche di preghiera che ogni giorno alza al Padre l’inno di grazie e di supplica per la vita di tutti.

Colgo l’occasione per benedirla e per incoraggiarla nella testimonianza fedele di autentico discepolo di Gesù. 


La gioia di un dono

Gentilissimo don Mario Carrera, 

desidero dirle il mio grazie più sincero per le consolanti parole che lei ha voluto inviarmi. È veramente fonte di serenità sapere che la preghiera ci tiene uniti gli uni agli altri, e le assicuro che il sentirmi piccolissima parte della Pia Unione ha per me un valore incommensurabile e mi è di grande aiuto. 

Purtroppo e difficile per me sedermi a tavolino, anche solo per scrivere due righe, ma le assicuro che leggo sempre con grande piacere, tutti i mesi, la Crociata di San Giuseppe e che ho ascoltato il bel disco, un “CD”,  «È Natale» che lei ha voluto farmi avere. Sono canzoni molto belle, anche moderne e per me inconsuete, tutte con un bellissimo ritmo. 

Spero che abbiano successo e aiutino tante persone, anche giovani, ad irrobustire la loro fede. Le auguro di cuore tanta salute e tanta energia e prego che il Signore l’aiuti sempre nella sua benemerita opera di carità ed evangelizzazione. 

Con molta gratitudine. 

 Paola Santucci, Milano

Cara Signora Paola,

il “grazie” e la condivisione dei sentimenti nobili  che il nostro «camminare insieme» con i nostri associati ci incoraggia a mantenere viva la tensione verso un servizio a rendere gioiosa la vita soprattutto negli inevitabili momenti di buio.

Il canto suscita sempre gioia.  Ho letto – e ne sono convinto - che là dove c’è un popolo che canto non si deve aver paura: è una popolo che ama la coralità e in un coro c’è la ricerca di armonia. I canti natalizi poi hanno una ripercussione straordinaria nell’anima: accarezzano la memoria, rendono luminosi i momenti di familiarità  e fanno uscire i volti sorridenti di persone che ci hanno amato con amore gratuito, senza interesse, ma era semplicemente amore.

Prego san Giuseppe che le conservi un cuore giovane che sappia gustare le gioie quotidiane della vita come pure vivere con entusiasmo la gioia della fede. 

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