La bellezza di un amore filiale
Caro Padre Direttore Mario Carrera,
sono felicissima di riscriverle, e sono stata molto contenta che la mia prima lettera è stata pubblicata sul mensile La Santa Crociata in Onore di San Giuseppe.
Nel numero di giugno, che ho ricevuto puntualmente, mi ha molto colpito la preghiera Maria nostra compagna di viaggio, una preghiera stupenda, che da una forza interiore che non si può spiegare.
Mi ha colpito una frase in questa bellissima preghiera, quando recita: «Che la pesantezza del passato ci impedisce di far credito al futuro». è proprio così, se vogliamo essere seguaci di Gesù non dobbiamo guardare indietro, non riusciremmo a pensare a un presente e a un futuro sereni; gli sbagli di ognuno di noi devono renderci più forti, devono aiutarci a non commettere più lo stesso sbaglio, senza stare lì a rimurginare. Così potremo affrontare la vita in maniera più serena. Essere testimoni di Gesù, di quel Gesù che ha dato tutto se stesso per noi senza tirarsi indietro.
E come dice papa Francesco a riguardo della santità, ognuno di noi può essere un piccolo santo gioioso, allegro e pieno di vita per seguire Gesù nelle due cose a lui tanto care l’umiltà e la carità.
Domenica Tarantino,
Pizzo Calabro
Cara Domenica,
condivido con lei la gioia che canta nel suo cuore, la fatica nel redigere la Rivista ha come obiettivo di far vibrare nell’animo dei nostri lettori nobili sentimenti sia di fronte a Dio che ai fratelli e sorelle. Le lettere di monsignor Tonino Bello alla Madonna sono un capolavoro di un’umanità permeata di una grande fede. Egli è stato davvero «un vescovo fatto Vangelo», per tutte le persone che ha incontrato in vita e per chi lo incontra leggendo i suoi scritti; è un perenne messaggio fragrante di saggezza evangelica. Egli ha parlato della Chiesa e l'ha sognata come una mamma con “il grembiule” sempre addosso, come le mamme di ieri, sempre attente a tenere la casa in ordine e in servizio permanente per il benessere dell’intera famiglia. E suggeriva una cosa importante: «Non chiudere mai il grembiule nell’armadio dei paramenti sacri, ma comprendere che la stola e il grembiule sono quasi il diritto e il rovescio di un unico simbolo sacerdotale».
Con il Battesimo, anche tutti i laici, acquistano un carattere sacerdotale e, quindi, l’intera esistenza passa nelle nostre mani e nel nostro cuore con un profumo di benedizione che lascia il sapore dell’eternità.
Un frammento d’Italia negli U.S.A
Caro don Mario,
con ritardo rispondo alla sua nota riguardo la nostra partecipazione. Io e mio marito leggiamo con tanto piacere la bellissima rivista ed è vero che non partecipiamo attivamente alla rivista e questo mi dispiace anche per il declino di lettori. Noi siamo due vecchietti pensionati e aiutiamo uno dei figli a crescere i bambini. Sono la nostra consolazione e alla fine della giornata siamo contenti di averli ma anche della stanchezza che ci procurano. Mio marito legge la rivista per primo, specialmente la rubrica dei consigli per il piccolo orto che coltiva con successo e le ricette della cucina.
Grazie. Spero San Giuseppe continui a benedire la mia famiglia.
Auguro a tutti un buon proseguimento!
(Scusate il mio povero Italiano, manco dalla nostra bella Roma da oltre 50 anni)
Wilma L. Mazzulli, USA
P.S. Io e i miei fratelli siamo stati studenti alla scuola San Giuseppe, e sotto la protezione del santo dalla nascita; i miei genitori e suoceri sono iscritti alle messe perpetue.
Cara Wilma,
che ventata gioiosa di bella nostalgia nel suo scritto. Lei ha portato oltre oceano un pezzo del nostro mondo e il nostro lavoro alla Pia Unione non è solo quello di mantenere vigile lo sguardo di san Giuseppe sulle persone a lui consacrate, ma anche a far risuonare nelle vostre case la “dolce” parlata italiana e anche per non perdere il patrimonio di una memoria come riserva di valori.
Cercherò di avere attenzione ai vostri desideri e di poter far coltivare in terra americana le tradizioni degli “odori” dei nostri orti e della nostra saporosa cucina di cui pubblichiamo qualche semplice ricetta. Non dimentichiamo che la terra è sempre madre e ci invita a guardare in alto da dove viene la vita.
Un piacere alla mente e un’energia per l’anima
Reverendo Don Mario,
anche se le mie condizioni economiche non mi permettono spesso di sostenere la rivista e le opere di misericordia che compite, tuttavia vi assicuro che siete nel mio pensiero e nella preghiera e nel futuro cercherò di aiutarvi maggiormente.
Colgo l’occasione della venuta a Roma di una mia amica per farvi giungere la mia solidarietà anche per sostenere le spese della rivista, per la quale vi mando un cordiale ringraziamento per i bellissimi articoli che è un vero piacere leggere sia per la mente che per l’anima e che mi permettono mantenere saldo il rapporto con Dio e la comunione con i nostri santi protettori.
Auguro che questa bella Rivista non venga mai a finire e che san Giuseppe ci allontani da tutti i mali.
Con un cordiale e affettuoso saluto vi chiedo di pregare per me e per la nostra famiglia. Dio ci benedica!.
Giovanna Puggioni,
Oliena (NU)
Cara signora Giovanna,
dalla freschezza dei suoi sentimenti traspare la nobiltà del suo animo nel condividere la nostra fede e mantenere la sua anima aperta al passaggio di Dio che come il respiro alimenta e rigenera la nostra fiducia nella sua misericordia e ci permette di lavorare con impegno affidandoci all’amore paterno di Dio che veglia sulla nostre vicende con amorevole simpatia.
San Giuseppe ci aiuti a camminare nei sentieri della vita quotidiana con la stessa fiducia che egli ha conservato ed esercitato anche nei momenti bui, umanamente incomprensibili, ma che si rivelarono una scommessa vincente. La mani di Dio tessono con fili di luce il nostro futuro, importante è non abbandonare la speranza della sua costante presenza.
Conservi la sua fede genuina, ne hanno bisogno anche tanti nostri associati a volte prigionieri nella morsa del male.
Il dono di una vita per seminare gioia
Rev.do Don Mario,
mi è difficile esprimere a parole l’emozione nel ricevere puntualmente, ogni anno, gli auguri in occasione del mio onomastico; la ringrazio di cuore e anche delle particolari preghiere. Mi auguro che Gesù, Maria e san Giuseppe siano sempre i miei cari santi protettori, siano essi a guidarmi in questi giorni di vita che il Signore mi concede dopo 91 anni di vita.
Il mese di marzo, dedicato a san Giuseppe, è per me vita: il 6 marzo ho preso l’abito religioso, il 20 marzo del 1948 la professione religiosa, questo anno il 70° di consacrazione.
Grazie san Giuseppe mio grande aiuto e protettore mi raccomando alla preghiera e alla protezione di san Giuseppe per me e in particolare per la mia famiglia.
In unione di comunione fraterna, con stima e riconoscenza.
Sr. Maria Flavia Saraceno, Roccamorace (PE)
Carissima e stimata
suor Maria Flavia,
siamo noi che ringraziamo lei per averci fatto condividere la gioia di questo 70° anniversario di consacrazione all’Amore. Settant’anni sono un poema di sentimenti, di gratitudine alla bontà divina che le ha permesso di cantare con Maria, la mamma di Gesù e la sposa di Giuseppe, il cantico della gratitudine, per averla guardata con tanta benevolenza sin dai primi anni della sua giovinezza. Chi ha goduto del suo bene ha toccato con mano quanto Dio riesca a costruire cattedrali di amore attraverso la pur fragile debolezza della nostra vita. La vita di persone, di religiose che spendono l’esistenza nel suscitare gioia sono paragonabili ad una giostra che ospita gratuitamente i bambini per un giro e fornire così alla vita motivi di gioia, un costante sorriso per godere il bene condiviso con il prossimo.
Dio le conservi serenità, lucentezza di mente e sufficiente energia per sentirsi ancora una nota musicale nel canto della vita per se e per gli altri.