Ed ella ebbe timore,
come allora, e ancora
si mostrò come l'ancella,
che nell'intimo annuisce.
Ma lui la illuminava:
infinitamente avvicinandosi,
fu come se svanisse nel suo volto -
e comandò agli apostoli, in luoghi lontani già dispersi, di ritrovarsi nella casa presso il pendio, la casa della Cena.
Colmi giunsero di affanno,
ed entrarono turbati: giaceva,
là sul povero giaciglio, lei - la donna misteriosamente immersa nel declino
e nella scelta, intatta, come in nulla mai coinvolta, e nel canto d'angeli
era assorta.
Ora che li vide tutti, ognuno dietro al proprio lume, in attesa, si volse lei dalla pienezza delle voci e ancora regalò di cuore le due vesti che possedeva,
e levò il viso verso l'uno, verso l'altro...
(Oh, sorgente di torrenti indicibili
di lacrime).
Ma nella sua debolezza si distese
e i cieli su Jerusalem così vicino
attrasse, che uscendo la sua anima nell'alto solo di poco ebbe da protendersi: Egli che di lei tutto sapeva, la sollevò nella divina natura che già le apparteneva.
II.
Chi vi ha riflettuto,
che fino al giungere di lei
il molto cielo fu incompiuto?
Il Risorto aveva preso posto,
ma al suo fianco, per ventiquattro anni,
fu vuoto il seggio. Ed iniziavano già
a quel puro varco ad abituarsi - e come
rimarginato era, perché nel suo sereno
soffuso splendore il Figlio lo colmava.
Così andò, lei che già nei cieli entrava,
non verso di lui, benché
tanto lo desiderasse;
là non c'era posto alcuno,
solo lui era là - e sfolgorava
d'una forte luce, che la feriva.
Ma ora, quando lei, figura commovente,
con i nuovi beati assieme andava
e inavvertibilmente, luce ad altra luce, con essi si poneva, là sgorgò dal suo essere un intimo segreto di splendore tale che, da lei illuminato,
fatto quasi cieco, l'angelo gridò:
Quella, chi è?
E fu stupore, e tutti loro videro, come
Dio-Padre in alto il nostro Signore tratteneva - e così, d'una mite aurora intorno avvolto, come lieve dolore il vuoto posto si fece visibile - un'ombra di solitudine, come qualcosa che ancora egli sopportava, un resto
di terrestre tempo, una trascurabile mancanza.
A lei guardarono - e levava lei lo sguardo, ansiosamente, all'improvviso china su se stessa, come l'avvertisse: io sono
il dolore suo più lungo - :
e si gettò in avanti all'improvviso.
Ma a sé la strinsero gli angeli,
la sostennero e cantarono di gioia,
la portarono per l'ultimo tratto verso l'alto.
III.
E di fronte all'apostolo Tommaso, che
giunse quando era troppo tardi, il rapido
angelo comparve, da tempo a questo preparato, e comandò sul luogo
della sepoltura:
Spingi via la pietra, a lato.
Forse vuoi saperlo,
dove lei si trovi - lei, che agita il tuo cuore:
guarda: fu come un cuscino di lavanda
per poco tempo qui adagiata,
perché la terra nel futuro in accordo a lei profumi nelle pieghe, come un fine panno.
Tutto ciò che è morto (puoi sentirlo), ch'è malato, è rapito dal profumo di lei
che tutto sana.
Volgi lo sguardo al sudario: dove avrebbe potuto farsi così bianco, e accecante diventare e non restringere?
Questa luce da questo puro corpo
l'ha reso più chiaro del bagliore del sole;
Non stupisci per come lieve ne fuggì?
Quasi come lei ci fosse ancora,
niente è mutato.
Ma i cieli, nell'alto, sono sconvolti:
in ginocchio, uomo - dirigi a me il tuo sguardo e canta.