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Lunedì, 03 Febbraio 2020 13:19

Una fiaccola sulla strada dei pellegrini dell’Assoluto

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di don Mario Carrera

Se davvero «ogni storia è una storia d’amore» l’avventura cristiana è una super-storia di amore.

Il testimone oculare, Giovanni l’evangelista, che ci rappresentava accanto alla Croce di Gesù, ha annunciato l’essenza del messaggio evangelico, dicendo: «Dio è amore». Un amore che ci ha pensati dall’eternità e che ha seminato amore nei solchi del terreno della vita. La “buona notizia” su Dio non è una vaga idea, ma un impasto, una sublime fusione dell’umano con il divino. 

“Amore” è il nome di Dio dall’eternità e in Gesù acquista una carne e si fa concretezza di vita: un amore vissuto e testimoniato.

San Giovanni, non solo ha raccontato la biografia di Gesù, ma ci ha regalato anche la chiave di lettura sia delle azioni come delle parole; infatti, nella sua Prima Lettera, dopo aver presentato le sue credenziali a quella porzione di nuova umanità redenta, come uno squillo di tromba, Giovanni annuncia di raccontare quello che «i suoi occhi hanno contemplato… e le sue mani hanno toccato», fornendo a quei credenti la sorgente che fa nascere e mantiene in vita la fede in Gesù risorto.  In quella circostanza dà un’essenziale definizione di Dio: «Dio è amore».

Da questo amore esplode la creazione, dopo il peccato si innesta la redenzione e matura la vita eterna come frutto della Resurrezione di Gesù.

Il cerchio si chiude con un’opera collettiva di amore tra il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo che abbracciano l’intera umanità.

L’amore è per sua natura creativo e tutti noi non solo siamo frutto dell’Amore, ma siamo anche semi di un amore da condividere sulle strade del mondo.

Gesù ha camminato sulle strade degli uomini e ha lasciato le impronte del suo passaggio.

Dopo essere stato partorito a Betlemme, la “casa del pane”, Gesù simbolicamente percorre le città, offre il pane del futuro alle persone affamate di eterno e del senso del vivere.

Gesù, ancora in fasce, stretto al seno della madre e in compagnia del suo papà terreno, inizia la sua vita pubblica nel cuore pulsante del suo popolo: il Tempio di Gerusalemme. Ufficialmente è presentato al Tempio e due vecchi, carichi di anni e di speranze da realizzare, vedono in quel bambino la presenza dello spirito del Messia atteso e dalle loro parole si apre il panorama di un mondo che geme dei dolori di un parto per rinascere ad una vita nuova.

La presentazione di Gesù al Tempio è la festa di un futuro luminoso, “la candelora” è un frammento di luce che penetra il futuro e lo rende carico di un’energia creativa.

La presenza di questa anziana donna, nel Tempio, la sua lunga attesa si è trasformata in luce spirituale per rischiarare la storia umana e ingigantito il suo genio femminile e la percezione del mistero che avvolge ogni esistenza umana.

Il giorno della presentazione, Gesù pagando il pedaggio del suo ingresso nel popolo di Israele ha donato agli occhi del vecchio Simeone uno squarcio di luce sul futuro; alla vecchia Anna la consolazione di vivere con Maria, la mamma di Gesù, la filigrana di una prospettiva segnata dalla sofferenza e anche a Giuseppe il coraggio di non smettere di avanzare nella vita come ombra garante e protettrice di quel bambino del quale Dio stesso gli aveva affidato la custodia.

Dalla presentazione al Tempio Gesù ha iniziato il suo pellegrinare nelle strade degli uomini che da sempre sono avvolti da un amore che salva e che ci spinge a scrivere una vita con un raggio di luce alimentato dall’energia dello Spirito.

Noi battezzati siamo sentinelle che scrutano l’orizzonte della storia ed interpretano i “segnali” che Dio traccia sulla linea che separa la terra dal cielo.

 

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