di Luigi Crimella
Nella storia ormai lunga delle “Giornate”, tre papi si sono succeduti e hanno vissuto e animato i diversi appuntamenti nei cinque continenti: Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e oggi Francesco. Tre stili diversi, tre personalità quasi antitetiche l’uno rispetto all’altro, ma un unico grande amore per i giovani di tutto il mondo che proprio nelle GMG hanno potuto accostare per la prima volta il grande mistero della Chiesa cattolica.
Perchè – a ben guardare – la GMG costituisce in sé stessa una quintessenza di quello che è la Chiesa nella storia dell’umanità. Vi confluiscono centinaia di migliaia di giovani, provenendo da paesi diversi e lontanissimi, così come facevano le folle che circondavano Gesù provenendo dalle “dodici tribù di Israele”. Ascoltano la proclamazione della Parola e pregano tutti coralmente inginocchiati davanti all’Eucarestia: questo è il simbolo per eccellenza dell’unicità del dono che Dio fa a tutti gli uomini e a tutti i popoli. Inoltre i giovani si stringono attorno al pontefice che in quel momento regge le sorti della Chiesa, e quindi possono toccare con mano il valore profondo del cammino bimillennario dell’istituzione voluta da Gesù («Tu es Petrus...») per annunciare a tutti gli uomini la sua salvezza. E ancora, le GMG molto spesso costituiscono per i giovani presenti la rampa di partenza verso un impegno al servizio del Vangelo annunciato in un incontro dove palpita l’umanità più viva e recettiva. Questo è il segreto e il miracolo delle “Giornate” che, come si è notato anche a Panama, ha rappresentato un evento spirituale prima che mediatico e di “massa”. E infatti già si sono messi in moto i preparativi in vista della 37ma edizione nel 2022, che si terrà a Lisbona in Portogallo, mentre nei prossimi due anni 2020 e 2021 le “giornate” saranno celebrate a livello diocesano.
E' difficile riassumere e centrare il “cuore” di una GMG. La ricchezza e varietà degli eventi che vi si svolgono, incontri col Papa, visite a luoghi-simbolo, preghiere e momenti liturgici con finalità differenziate, apertura agli “ultimi”, “mandati” speciali per questa o quella categoria di annunciatori del Vangelo, fanno di ogni giornata un moltiplicatore di buone notizie. Nel caso della GMG di Panama i diversi momenti e messaggi si sono concentrati – da parte del Papa – attorno al tema dell’“adesso di Dio”. Francesco ha ribadito in più occasioni che i giovani devono prendere coscienza del “reale” della loro esistenza, aprirsi alla speranza ascoltandosi “tra generazioni”, a partire dai nonni. I giovani ancora sono chiamati a superare tutte le “etichette” con le quali spesso li si vuole incasellare e a diventare “artigiani della cultura dell’incontro” oltre che creatori di un futuro di pace, fratellanza e crescita personale e sociale. Da sempre il Papa parla di «non lasciarsi rubare la speranza» e ciò che minaccia i giovani è l’insieme delle strutture di privilegio che non lasciano spazio alle giovani generazioni. Per questo Francesco ha anche parlato di futuro come «autentico diritto umano», vale a dire una prospettiva che le società debbono assolutamente aprire ai più giovani e non invece precludere, come spesso accade, specie nei paesi più poveri.
Temi collaterali, anche se non meno importanti, sono stati l’ambiente da tutelare, i carcerati da visitare e promuovere nella fiducia di un domani di riscatto, le tribù indigene in particolare dell’Amazzonia per le quali il Papa ha annunciato per questo 2019 uno speciale Sinodo.
Se ogni GMG rappresenta una storia a sé, in quanto svolta in un contesto particolare e in una nazione che balza agli onori della visibilità mondiale grazie alla presenza del pontefice e di moltissimi giovani, la lezione che le accomuna tutte consiste nell’impegno che la Chiesa tutta ci mette per «parlare ai giovani» e anche nel «parlare coi giovani» come ha indicato il recente Sinodo dei vescovi. Un giovane può arrivare alla fede se qualcuno gli annuncia in maniera credibile che Gesù ha qualcosa da dirgli e che lo ama. Questo hanno detto tutti e tre i Papi delle 34 GMG che si sono svolte finora. La fantasia e creatività già all’opera in vista della prossima a Lisbona confermerà questo amore della Chiesa per i giovani nella certezza di una risposta generosa da parte di quanti vorranno sostenerla e viverla.