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Mercoledì, 29 Marzo 2017 14:29

Suor Antonietta Casaregola: un’educatrice appassionata nel non “lasciare indietro” nessuno

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di Mario Carrera

Don Guanella  con delicatezza materna scrive a chi desidera vivere in pienezza la vita cristiana: «Affrettati, e, intanto, grida come il pulcino della rondine per farti meglio intendere; come una colomba pietosa, perché il Genitore accorra ad incontrati». La vita di suor Antonietta  è trascorsa in un gioioso cinguettio in attesa del suo Signore, ma nel suo nido caldo di amore e di tenerezza ha accolto anche tante bambine che  imparassero a cinguettare per  essere nutrite di un amore che desse senso al vivere. 

Nel catalogo dei filmati prodotti dal Centro della Comunicazione dell’Opera don Guanella sulla attività delle nostre Congregazioni un docu-film è dedicato a suor Chiara  Bosatta dal titolo: «Si può morire d’amore?».  La risposta a questa domanda  è faticosa, ma affermativa e vissuta nel quotidiano.  Ogni mamma nei confronti del figlio ogni giorno muore d’amore.  Questo amore è come una scintilla che esce dal patrimonio solidale per generare  nuovi orizzonti, nuove aurore di vita.

Suor Antonietta ha vissuto in pienezza questa capacità di dono  a favore  della creature che la Provvidenza le affidava alle sue cure.  Nel fatica quotidiana negli anni dell’insegnamento ha offerto a migliaia di creature le chiavi del sapere umano, i semi della generosità e  la testimonianza di un Amore grande che avvolge l’esistenza di ogni creatura umana . La funzione di ogni educatore è quella di fornire le ali affinché  si impari a volare e volare verso orizzonti positivi di onestà, lealtà, giustizia e attenzione al prossimo.  L’educazione ricordava don Guanella «è un affare di cuore»: non si educa se non con l’amore, la pazienza, la fiducia, la dedizione e la perseveranza.  Qualità che, come semi fecondi, si perpetuano nelle generazioni future.

Suor Antonietta sapeva, che - come si può leggere nella testimonianza  della pagina seguente -, il sapere senza l’amore è una pianta sterile. Nel suo ritorno a Roma ha ereditato da suor Elvira, l’impegno della carità concreta  ed efficiente della mensa dei poveri a favore di persone bisognose  in gran parte costituite dai “senza fissa dimora”.

In questa azione caritativa  riusciva a coinvolgere  parecchie persone per il servizio di cucina e il servizio a tavola, ma anche  attingeva dalla generosità economica delle sue  allieve  di ieri ormai mamme  che hanno conservato la nobiltà dei sentimenti verso le persone  bisognose.

Suor Antonietta era da alcuni mesi in pensione dall’insegnamento, ha avuto la possibilità di poter lavorare con maggior disponibilità di tempo nel servizio della carità verso i poveri come pure nella catechesi parrocchiale  sino al giorno prima della sua morte.  

 Superato da poco i settant’anni, da qualche mese la salute  aveva subito qualche disagio, ma la sua tempra e la tenace volontà non le impedivano di condurre  la vita consueta. Sappiamo che Dio non ci libera da ogni sofferenza, ma ci sostiene e sorregge in ogni sofferenza.  Alla sera di venerdì 3 febbraio  2017 è iniziato un repentino crollo della salute.  C’è stato un malore, una corsa all’ospedale. Arrivata al Pronto soccorso con «codice giallo» e subito dimessa con una diagnosi tranquillizzante; però  nel giro di 24 ore  ci fu un aggravamento. Di nuovo al Pronto Soccorso,  il codice è diventato rosso e suor Antonietta il 5 febbraio è arrivata  al capolinea per incontrare  il suo Signore al Quale aveva donato ogni giorno della sua vita. 

Suor Antonietta ha vissuto testimoniando la sua fede nell’insegnamento, svolgendola sua missione con il mandato di essere “madre” ad imitazione della Madonna Madre della divina Provvidenza. 

Il giardino dove ha sparso i semi del suo benefico passaggio sulla nostra terra non è stato limitato solo a Roma, la sua luce ha brillato anche  nella scuola elementare di Saronno in provincia di Varese,  ad Alberobello.  Dal cielo protegga le sue giovani allieve preparandole ad affrontare con soddisfazione le responsabilità della vita.

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