Nel capitolo primo del suo Vangelo, san Matteo enumera gli antenati di Gesù, a cominciare dal progenitore Adamo, discendendo da Davide a Giacobbe.
San Luca invece nel terzo capitolo del suo Vangelo ripercorre gli antenati di Gesù a ritroso, giungendo fino ad Adamo: in questa lista, Giuseppe appare «figlio di Eli».
In Matteo, dunque, Giuseppe è il figlio di Giacobbe, che è figlio di Mattan, che è figlio di Eli, in Luca Giuseppe è il figlio di Eli, che è il figlio di Mattat, che è il figlio di Levi.
Se si ha la pazienza di leggere il lungo elenco di nomi proposti da san Luca, ci rendiamo conto che non sono due informazioni contraddittorie perché egli lo fa discendere da David, tramite suo figlio Natam.
La maggior parte degli interpreti, antichi e moderni, credono che i due evangelisti siano concordi nel riferire la genealogia di Giuseppe. Spiegano le differenze con la legge del levirato, ripotata nel libro del Deuteronomio (Dt 25,5). Secondo essa se un uomo moriva senza figli, il suo parente più vicino avrebbe dovuto sposarne la vedova, e il primo figlio nato era considerato figlio a tutti gli effetti del defunto e subentrava nei diritti e nell’ eredità.
Se dunque, secondo Matteo, Giuseppe è il figlio di Giacobbe e se invece, secondo Luca, è figlio di Eli, vuol dire che Giacobbe ed Eli erano due fratelli dalla parte della madre . Quando Giacobbe morì senza lasciare figli, Eli sposò la sua cognata vedova e generò Giuseppe, il quale, sebbene figlio naturale di Eli, era considerato per legge figlio di Giacobbe.
Questa posizione è fatta propria da san Giovanni Bosco, che afferma che è la «opinione comune e più antica trasmessaci da Giulio Africano, uno scrittore del secondo secolo d. C., considerato il fondatore della cronografia cristiana. Egli afferma che i genitori stessi di Gesù hanno detto che Giacobbe e Eli erano fratelli e alla morte di Eli senza figli, Giacobbe aveva sposato la sua vedova secondo la legge di Mosè e Giuseppe era nato da questo matrimonio».
Nessuna notizia della madre, a meno che non si accettino quelle riportate dai Vangeli Apocrifi, comunque mai riconosciuti dalla Chiesa come ispirati da Dio e quindi inaffidabile, anche perché sono pieni di notizie fantasiose.