Il maestro non può limitarsi a stare da solo di fronte agli alunni. Se non ha il conforto del cosiddetto villaggio educativo che dovrebbe sostenerne l’azione, rischia di non incidere come dovrebbe. Oggi purtroppo molte famiglie si sfaldano, non tutte per fortuna, e i ragazzi percepiscono una frana sociale che li riguarda in prima persona.
Ripensando – passati ormai gli ottanta – alla mia piccola, personalissima “storia della pietà” vissuta fin dalla fanciullezza, confesso che san Giuseppe non è stato, per anni, fra i santi più sentiti da me come particolarmente “miei”.
Voi non dite forse: “Ancora quattro mesi e poi viene la mietitura”? Ecco, io vi dico: alzate i vostri occhi e guardate i campi che già biondeggiano per la mietitura. Chi miete riceve il salario e raccoglie frutto per la vita eterna, perché chi semina gioisca insieme a chi miete. (Gv 4, 35 - 36)
Gesù sta parlando con gli apostoli, con i discepoli, e questo nel momento in cui si tratta di iniziare il cammino in mezzo alla gente. Bene, e lui continua: «Io vi dico alzate gli occhi e guardate i campi, è il momento di mietere, chi semina e chi raccoglie si rallegrano insieme».
Non sempre le cose che non capiamo con la mente devono per forza essere le più complicate, anzi, talvolta la loro semplicità è così a portata di mano che vogliamo invece interstardirci a dare una spiegazione con concetti e teorie che finiscono poi per farci smarrire e complicare notevolmente le cose. è quello che succede alla cultura odierna nella affannosa ricerca dell’idea di eternità, che vorrebbe risolvere in fantasmagorici e fumosi paesaggi extrasensoriali e solo mentali.