«Esultino nel loro re i figli di Sion» (Sal 149, 2): così la Chiesa, nuova Sion, esorta i suoi figli ad esultare in Gesù, vero re di gloria. Il re, infatti, secondo la concezione biblica, così diversa da quella occidentale, non è uno che sta “sopra” per dominare, ma uno che è posto “sotto” il popolo, per prendersene carico, sollevarlo e guidarlo: solo in questo senso Dio lo pone “sopra”, sulle sue spalle, come il pastore fa con la pecorella. È per questo che l’espressione “re” equivale al nome di “pastore”, e così i termini “buon pastore” e “buon re” sono equivalenti. è re perché regge, cioè sostiene, ed è pastore perché guida: potete pensare a quante volte troviamo nella Scrittura che Egli sostiene nella prova, guida il suo gregge e raduna i dispersi, risana le pecore ferite e ha cura di quelle forti, e non finirete mai.
Continuiamo a scoprire aspetti della figura di san Giuseppe mettendoci alla scuola della Francia nel secolo XVII. In quel secolo la Chiesa francese, compiendo il grande sforzo di attuare il Concilio di Trento, diede il meglio di se stessa attraverso grandi uomini spirituali.
Qualche giorno dopo Pasqua i giornali hanno riferito una notizia sorprendente. A Madrid è stata ritrovata una tela del famoso pittore italiano, Michelangelo Merisi, detto il Caravaggio. Il quadro raffigura Gesù Ecce homo, flagellato e coronato di spine, che viene mostrato alla folla (e all'osservatore) da Ponzio Pilato. Fu dipinto a Roma nel 1605 e in seguito a varie traversie finì in Spagna; andò smarrito fino al felice ritrovamento di qualche mese fa. Una fortuna per i proprietari, che non sapevano di possedere un simile tesoro!