«Ho visto un’acqua che usciva dal tempio dal lato destro; e tutti quelli ai quali giungeva furono salvati»: in essa la Chiesa vede un annuncio di quella sgorgata dal costato ferito di Gesù in croce, segno del sacramento del battesimo. In questo tempo pasquale la liturgia del Sabato santo contiene anche la benedizione dell’acqua cosiddetta lustrale, cioè quella che non viene usata direttamente per il battesimo, ma che serve per i sacramentali e la devozione privata.
Un tempo preghiera di tutta la famiglia, nel post Concilio una certa intellighenzia cattolica lo voleva soppresso; oggi, anche grazie a Giovanni Paolo II, il Rosario si è preso una bella rivincita
Annoia perché preghiera ripetitiva? Meglio la preghiera spontanea? Ma bisognerebbe fare una distinzione fra “recitare” e “pregare”: si parte dal recitare e si finisce per pregare: recitare è la manifestazione esteriore della preghiera, pregare è l’atteggiamento interiore, dello spirito che cerca la comunione con Dio.
Pregando con questa espressione, entriamo noi stessi nell’immenso coro del creato, degli angeli e dei santi, che nell’Apocalisse lodano l’Agnello immolato: «A Colui che siede sul trono e all’Agnello lode, onore, gloria e potenza nei secoli dei secoli» (Ap 5, 13b). Ci portiamo ai piedi della croce, che è lo sgabello dei piedi del Signore, e, a nome di tutti, proclamiamo, insieme ai serafini e ai cherubini: «Santo, santo, santo è il Signore degli eserciti. Tutta la terra è piena della tua gloria» (Is 6, 3b).
«Poi mostrò ai discepoli le mani e il fianco, ed essi si rallegrarono di vedere il Signore» (Gv 20, 20)
G esù non si accontenta di presentarsi ai suoi discepoli, di annunciare la pace, di dimostrare con la sua premura la sua presenza. Vuole che essi sperimentino tangibilmente questa sua presenza, fa’ loro vedere le mani, fa’ loro vedere il fianco trafitto…
Sì, c’è bisogno, ogni tanto, di un’esperienza reale e concreta della presenza salvifica del Signore. E lui non fa mai mancare, a chi la cerca, questa esperienza concretizzante, attraverso la parola di un fratello, attraverso lo sguardo di una sorella, attraverso la vita di una comunità, attraverso un incontro, attraverso perfino il pentimento di un peccato.