In ultima analisi potremmo rispondere molto semplicemente e in maniera sbrigativa che non sappiamo nulla, perché i Vangeli e gli altri scritti del Nuovo Testamento non ci dicono nulla dell’aspetto fisico di Gesù. Cogliamo nei racconti evangelici alcuni suoi momenti di commozione, di turbamento, di gioia, perfino di angoscia; lo vediamo piangere, soffrire, allietarsi, persino scherzare, dormire e mangiare come anche camminare e affaticarsi. Veniamo anche a conoscenza della sua relativa giovinezza: Lc 3, 23 ci racconta che «Gesù quando iniziò il suo ministero aveva circa trent’anni».
Credo che l’essenza del maestro sia la sua consapevolezza di finitudine. Sapere che ogni essere umano occupa un piccolo segmento nella grande Storia produce in certi individui la spinta necessaria a consegnare il testimone. Ciò comporta due fasi esistenziali: la prima è assorbire la tradizione, la seconda è trasmetterla. Nel momento in cui ciò accade, le generazioni si incontrano. Il punto di saldatura della civiltà s’identifica nella famiglia e nella scuola.
Per comprendere questa bellissima invocazione, dobbiamo andare all’Antico Testamento, e per la precisione al profeta Ezechiele. Tutti ricorderete che al cap. 47 abbiamo una visione molto significativa: «[L’angelo] mi condusse all’ingresso del tempio e vidi che sotto la soglia del tempio usciva acqua verso oriente […] dal lato destro […] poi mi fece attraversare quell’acqua: mi giungeva alla caviglia […] poi […] mi giungeva ai fianchi […] le acque erano cresciute, erano acque navigabili, un fiume da non potersi passare a guado» (Ez 47, 1-5).
Gesù disse: “Io sono il pane che dà la vita. Chi si avvicina a me con fede, non avrà più fame; chi mette la sua fiducia in me, non avrà più sete” (Gv 6, 35)
Il pane, la vita, la fame e la sete. Il Signore ritorna, qui, sull’affermazione centrale, che fa riferimento a lui stesso: «Io...», questo «io» che esce dalla bocca di Gesù, e che è il segno della sua coscienza totale. Gesù sapeva bene chi lui era, quale era la sua missione, quale era il suo cammino, quale era la volontà del Padre che lo aveva inviato, che lo aveva generato nell’eternità e nella storia, quale era il cammino che avrebbe dovuto percorrere insieme con in fratelli, questi poveri, piccoli, ignoranti, deboli peccatori che lui ha scelto attorno a sé e vuole attirare con sé fino al Padre.