Pregando con questa espressione, entriamo noi stessi nell’immenso coro del creato, degli angeli e dei santi, che nell’Apocalisse lodano l’Agnello immolato: «A Colui che siede sul trono e all’Agnello lode, onore, gloria e potenza nei secoli dei secoli» (Ap 5, 13b). Ci portiamo ai piedi della croce, che è lo sgabello dei piedi del Signore, e, a nome di tutti, proclamiamo, insieme ai serafini e ai cherubini: «Santo, santo, santo è il Signore degli eserciti. Tutta la terra è piena della tua gloria» (Is 6, 3b).
Il secolo XVII vide in Europa il progressivo predominio della Francia in molti ambiti di civiltà e anche nella devozione a san Giuseppe. Si deve però subito precisare che il richiamo al santo Patriarca fu introdotto tra i francesi dagli spagnoli, quelli che portarono in quel paese la riforma carmelitana di santa Teresa. É sempre lei la maestra di devozione a san Giuseppe.
Nella seconda metà del secolo la Chiesa francese fu illuminata da un personaggio di prima grandezza che risponde al nome di Jacques-Bénigne Bossuet (1627-1704).
In prossimità della festa di san Giuseppe, esattamente il 18 marzo scorso, ci è giunta dalla Spagna la notizia che il Parlamento di quella nazione ha approvato la legge che consente e regola l'eutanasia e il suicidio assistito e abbiamo anche sentito i commenti soddisfatti dei leaders spagnoli per un traguardo di civiltà raggiunto. Questa legge, nell'intenzione dei legislatori e di una parte di società spagnola che l'ha sostenuta, vuole garantire la possibilità di una “buona morte”, al riparo dal dolore e come soluzione a situazioni sanitarie inguaribili.