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«Gli uomini preghino alzando mani pure». Queste parole di san Paolo fissano l’immagine del cristiano in preghiera tra il III e il VI secolo.

di Talia Casu

Il gesto universale, che nella sua spontaneità ed espressività esprime il rapporto intenso tra l’uomo e la divinità, è l’expansis manibus: la preghiera con le mani levate e gli occhi rivolti al cielo. Questo atteggiamento identificherà l’immagine dell’Orante. Nel mondo orientale antico è il gesto del fedele devoto, ma anche segno della divinità, e questo particolare ha indotto a pensare che nei gesti della preghiera si rivelasse anche la volontà del credente di imitare la divinità.    

di Lorenzo Bianchi

Giacomo il Minore, cugino di Gesù e capo della comunità di Gerusalemme, subì il martirio nella Città santa. È venerato insieme all’apostolo Filippo.  

Sono verosimilmente la stessa persona il Giacomo, fratello dell’apostolo Giuda Taddeo, che i Vangeli e gli Atti elencano tra gli apostoli chiamandolo figlio di Alfeo, e il Giacomo che altrove gli stessi Vangeli chiamano “fratello” (cioè cugino, secondo la corretta interpretazione dell'ebraico) del Signore,

di Talia Casu

Simbolo oscuro, eppure notissimo, il pesce indica Cristo nella sua divinità
e nella missione salvifica. Segno familiare ai semplici cristiani, mostra la loro profonda comprensione della fede.

In un precedente articolo (n. 5, maggio-giugno 2023, pp. 18-19) abbiamo detto che le prime immagini utilizzate dai cristiani in riferimento alla propria fede sono simboli semplici, impressi su oggetti di vita quotidiana, su anelli, su epigrafi funebri o sulle decorazioni cimiteriali.