«Dio vide quanto aveva fatto, ed ecco, era cosa molto buona» (Gen 1, 31). Con questa visione di pace e di bellezza si conclude il racconto della creazione. Poi, Dio «cessò da ogni suo lavoro» (Gen 2, 2) e in questo suo riposo passeggiava nell’Eden, dialogando con la creatura umana, fatta a sua immagine e somiglianza. Gioia ineffabile era la piena corrispondenza tra il Creatore e la creatura!
Ma questa gioia ben presto si mutò in paura e pianto a causa della tentazione e della caduta di Adamo ed Eva (cf. Gen 3, 1-24). Incomprensibile mistero d’iniquità!
La morte si presenta come un problema scomodo ma nello stesso tempo inevitabile, che inquieta e insieme affascina: basti pensare alla sua presenza in film, musiche, romanzi. La morte in versione fantasy attrae in maniera speciale il pubblico giovanile odierno: ne fanno testo le rappresentazioni e narrazioni legate all’al di là, al vampirismo, o all’horror. Per fare un esempio, tra i molti possibili, il romanzo Twilight, di S. Meyer (il primo di una serie di quattro, tutti coronati da un grande successo editoriale), che narra la storia d’amore tra una ragazza e un ragazzo/vampiro, aveva venduto più di 17 milioni di copie al momento della sua resa cinematografica (2008), contribuendo ulteriormente alla sua diffusione e popolarità.
«In principio Dio creò il cielo e la terra» (Gen 1, 1): creò la luce, creò il sole, la luna e le scintillanti stelle, creò le innumerevoli specie di animali e di piante. Con la sua Parola onnipotente dal nulla diede vita al cosmo. E Dio vide che era cosa buona e bella. E se ne rallegrò. Sì, tutto ormai era pronto per la sua ultima opera, il suo capolavoro: «Dio disse: “Facciamo l’uomo a nostra immagine, secondo la nostra somiglianza…”.
In Gesù tutte le promesse di Dio sono diventate un «sì» (cf. 2 Cor 1,20). In lui trovano il loro pieno compimento tutti gli «eccomi» che abbiamo sentito risuonare attraverso le pagine sacre, dall’“eccomi” di Abramo fino a quello di Maria santissima.
Nella Lettera agli Ebrei, la missione redentrice di Cristo è come racchiusa tra due «eccomi», quello della sua entrata nel mondo e quello del suo ritorno al Padre dopo la passione e morte.