Un forte appello alla partecipazione e alla formazione politica, per risanare una democrazia che ha il cuore ferito. A rivolgerlo al “popolo” dei 1200 delegati che hanno animato in questi giorni la città di Trieste, per la 50ª edizione della Settimana sociale dei cattolici in Italia, è stato Papa Francesco, che nell’omelia della messa in piazza dell’Unità d’Italia si è soffermato sul bisogno dello “scandalo della fede” radicata nel Dio che si è fatto uomo e perciò “una fede umana, inquieta, che diventa una spina nella carne di una società spesso anestetizzata e stordita dal consumismo”.
Intervenendo al Simposio sulle Cure Palliative a Toronto, Canada, nei giorni 21 e 23 maggio 2024. Titolo: Towards a Narrative of Hope: An International Interfaith Symposium on Palliative Care, mons. Paglia, Presidente della Pontificia Accademia per la vita, ha così detto in un passaggio del suo intervento:
«È pertanto necessario ampliare gli orizzonti. È necessario svincolare la cura dalla sfera privata e/o domestica o da quella tecnico-sanitaria; è indispensabile restituirle il significato sociale ed eleggerla a prassi diffusa, in grado di incidere sugli equilibri complessivi della società. È la memoria della comune condizione di fragilità che costituisce la vera base del legame sociale; ed è il legame sociale che trasfigura la fragilità da bisogno e dono.
Il Convegno ha preso spunto dallo sguardo che Gesù ha poggiato sul paralitico presso la piscina di Betzatà, accorgendosi della sua impotenza e rassegnazione: «Signore, non ho nessuno che mi immerga…» (Gv 5,7). Da qui il sottotitolo che rende esplicito il tema: Universalità e diritto di accesso alle cure.