Questo percorso di conoscenza di sé non è certo opzionale: senza una sufficiente chiarezza si corre il rischio di scegliere una cosa mentre in realtà si stava cercando altro: in questo modo il desiderio non è in grado di esprimere la sua verità. Malauguratamente alcune persone intraprendono decisioni importanti nella propria vita senza prepararvisi adeguatamente, seguendo l’impulso del momento. E può accadere che soltanto dopo diversi anni, quando le scelte fondamentali sono già state compiute, ci si renda conto con amarezza dell’equivoco. Non è infrequente il caso di chi confonde la bellezza di riscoprire la propria vita di fede o di vivere con più intensità il rapporto con il Signore con la chiamata alla vita consacrata, scegliendo sull’onda dell’entusiasmo del momento, senza punti di riferimento adeguati, senza riconoscere le modalità ed i tempi opportuni. La chiamata è del Signore, certamente, lo Spirito opera in noi, e anche questo è indubbio, ma tutto ciò non esime la persona dalla fatica di mettere ordine nella propria vita; come ricorda S. Tommaso, la grazia lavora sulla natura, e il Signore non fa le cose al posto nostro.
Un ulteriore aiuto per riconoscere la verità del desiderio è dato dal confronto con la Parola di Dio e le vite dei santi. Il desiderio spirituale viene solitamente presentato come caratterizzato da una sobrietà di fondo, esso mira all’essenziale, come insegnano la sapienza biblica (cfr Pr 30,7-9) e gli esempi concreti della vita spirituale.
di Giovanni Cucci
In una casetta piccolissima, senza finestre né balconi, abitava un omino. Sul tetto aveva installato un’enorme antenna televisiva, con un’infinità di tentacoli metallici protesi in tutte le direzioni, e non c’era trasmissione al mondo – fosse anche cinese o australiana – che potesse sfuggirgli.