San Giuseppe in cui vediamo già spuntare l’aurora dell’umanità nuova inaugurata nel tempo con l’immacolata concezione della beata Vergine Maria.
In quella casetta di Nazareth sta sbocciando il fiore della vita, Dio ha deciso di mandare suo Figlio a ricomporre quel poema di amore tra il Creatore e la creatura spezzato sbriciolato all’alba dell’umanità a causa di un presuntuosa invidia: disobbedite al comando e sarete come Dio.
Dio come sapiente chirurgo fa “bypassare” la nostalgia di essere come Dio mandando il suo figlio a riprendere le fila di un’umanità sbandata e a ricomporla in un disegno di amore. In quest’azione di riconversione Gesù si fa maestro e compagno di viaggio.
È bello pensare che Dio sfiora il volto di Maria come una carezza, la tocca nella tua vita quotidiana, nella tua casa, nei suoi affetti. La visita dell’angelo fu l’inizio di un giorno di festa.
La prima parola dell'angelo non fu un semplice saluto, ma in quel saluto vibrava l’aspirazione più cara al cuore umano e che ad ogni risveglio cerchiamo: «Rallegrati, gioisce, sii felice».
Come sempre un cordiale “bentrovati” a questo appuntamento con la preghiera, in compagnia dei nostri cari defunti affidando la nostra voce e i nostri sentimenti all’intercessione di San Giuseppe.
Come sappiamo la parola intercessione deriva dal latino e significa «camminare nel mezzo», tra due mani amiche, come un bambino cammina tenendo per mano la mamma e il papà.
In questa oasi di preghiera in cui stiamo soggiornando con quest’ora di preghiera, stringiamo la mano a San Giuseppe che fa passare le nostre preghiere a Gesù, il quale, come nostro avvocato, le presenta a Dio Padre.
Con queste prime parole di saluto, vorrei creare un clima di familiarità e di ascolto. L’ascolto è il canale privilegiato della nostra fede. Dice San Paolo: come può nascere la fede in Cristo Gesù senza che nessuno l’annunci?
Un cordiale ben trovati in questo nostro appuntamento mensile in compagnia di San Giuseppe in questo mese di ottobre punteggiato da luminosa iridescenza per la commemorazione di santi importanti. Abbiamo ricordato il 1° ottobre la giovane dottoressa delle Chiesa Teresa del Bambino Gesù, ieri san Francesco d’Assisi, l’11 san Giovanni XXIII, il papa buono, che fu battezzato con il nome di Angelo Giuseppe, di cui fu un grande devoto, il 15 la grande devota di san Giuseppe santa Teresa d’Avila. Il 18 festeggiamo san Luca, l’evangelista della misericordia divina. Inoltre per la mia famiglia religiosa, il 24 ottobre celebriamo la festa di san Luigi Guanella, il padre dei poveri e il consolatore degli affaticati nella vita per il carico della disabilità.
Un gioioso ben trovati a tutti gli affezionati ascoltatori di Radio Mater.
O trinità terrestre, Gesù, Giuseppe e Maria, in quest’ora di spiritualità, di preghiera e di meditazione, otteneteci dalla bontà del Padre la grazie di vivere ed esperimentare momenti di gioia e di festa.
Un cordiale ben ritrovati in quest’oasi di riflessione, di preghiera e di aggiornamento nello spirito all’ombra del papà terreno di Gesù: il patriarca san Giuseppe.
Domani e dopodomani in occasione della solennità del sacro Cuore di Gesù papa Francesco chiama a Roma i sacerdoti per il loro giubileo della misericordia.
Il sacerdote è un uomo che invoca misericordia e che dona misericordia.
Caro san Giuseppe,
vogliamo trascorrere quest’ora di tempo in tua compagnia e accanto alla tua dolcissima sposa Maria.
In questo mese dominato dalla tradizione popolare con la figura di san Giuseppe, la Chiesa come buona mamma e saggia educatrice, ci invita a rallegrarci pensando alle grazie ricevute da san Giuseppe, grazie meravigliose, che suscitano in noi un senso di ammirazione profonda. L'Angelo che apparve a Giuseppe, oltre a rasserenare il suo spirito togliendolo dalla turbolenza affettiva pe il sospetto di un tradimento, l’Arcangelo Gabriele nel suo messaggio riassume il mandato e lo scopo della sua missione accanto alla sua futura sposa: 1°) essere lo sposo di Maria; 2°) imporre il nome a Gesù, cioè avere la responsabilità di un padre verso di lui. 3°) Vivere dunque intimamente unito a Maria e a Gesù.
Un ben trovati ai nostri affezionati ascoltatori e ascoltatrici di Radio Mater. Abbiamo la gioia di tre un’oretta insieme e ascoltare il fruscio delle onde dei nostri sentimenti di devozione, di fede, di fiducia e di stima per san Giuseppe, uomo giusto, silenzioso, obbediente e protettore di uomini e donne turbati dai mille problemi. San Giuseppe è la mano tesa per non lasciarci affondare nelle bufere dalle vita.
Abbiamo ancora negli occhi le immagini e negli orecchi i canti della funzione liturgica della Presentazione di Gesù al tempio: la festa della luce. Giuseppe e Maria si recano al tempio per adempiere un rito che la tradizione ebraica prescriveva per i primogeniti.
Già nel libro dell’Esodo Dio fa dire a Mosè: «Consacrami ogni primogenito; il primo parto di ogni madre tra gli israeliti – di uomini e di animali – deve appartenere a me».
È con un sentimento di gratitudine a Dio che mi dà la possibilità di sintonizzarmi sulle onde di Radio Mater e di incontrare con la voce e l’affetto tante persone.
Allora un cordiale ben trovate alle ascoltatrici e agli ascoltatori di Radio Mater che questa sera desiderano passare un po’ di tempo in compagnia di San Giuseppe, invocarlo per le proprie necessità e imparare da Lui a sentire la voce di Dio che ci chiama a vivere in pienezza la nostra vita cristiane, corrispondendo alle chiamate personali che ognuno avverte nella sua vita.
In questi primi giorni di novembre le nostre comunità parrocchiali ci hanno invitato ad alzare lo sguardo, a squarciare il cielo sopra le nostre teste e a scorgere i frammenti di luce dell’aldilà, così da «Vedere la comunità dei salvati, dei santi, che vivono con il Signore, sentirne la presenza e l’unione spirituale con noi ancora in cammino» su questa terra. E così esprimere il nostro rapporto spirituale con i nostri amati defunti, avvolti in un clima di nostalgia popolata di ricordi e di speranza.
Molti di noi hanno passeggiato nel cimitero quasi una galleria di ricordi, popolata dalle foto sbiadite dal tempo, ma in questa stagione fatte rivivere con la carezza di fiori freschi, segno di un affetto senza tramonto.
Cari ascoltatori,
Come sempre all’inizio di questo appuntamento, voglio esprimere un cordiale saluto a tutti: alle ascoltatrice e agli ascoltatori, a chi ci ascolta in casa o per strada tornando dal lavoro, a chi sta preparando la cena, ma, in particolare modo, a chi è afflitto dalle molte contrarietà, avversità che sono la cattiva salute, il disagio interiore della depressione, l’insofferenza nei confronti della stessa vita. La difficoltà di rapporto con i condomini, e, ancora di più, il malessere nella vita familiare come rapporto marito e moglie e genitori e figli; là dove si è perso l’abitudine di dire – come spesso suggerisce papa Francesco – dire: “chiedere permesso”, domandare scusa, pronunciare un grazie sorridente. Ma anche un saluto particolare a chi è arrabbiato con la stessa esistenza, per chi ancora non ha trovato un motivo forte e valido per vivere. Un particolare abbraccio a chi si sente inutile, solo, a chi è senza amici, vorremmo con quieta preghiera essergli accanto con tanto calore amichevole e affetto fraterno.