Dio non ci ha amato solo ieri, ma ci ama oggi, in ogni momento, in ogni respiro. Gesù risorto è un nostro contemporaneo e, come una calamita, attira il nostro sguardo verso di lui, il perenne innamorato della nostra vita. È una verità che Lui stesso ha certificato dicendo: «Quando sarò innalzato tra cielo e terra, attirerò tutti a me»; e ancora: «Volgeranno lo sguardo verso colui che hanno trafitto».
La nostra logica umana fa fatica a comprendere che il vertice dell’amore divino si trova sulla cima del Calvario. Quelle braccia distese sulla croce simboleggiano l’abbraccio del Figlio di Dio sul mondo. Il suo sguardo è un polo di attrazione; come l’incontro tra due innamorati è un’esperienza sempre nuova, inaspettata e che fa nascere il desiderio del bello, della gioia e della serenità. In questo caso ”il bello e il gioioso” è permettere a Dio di amarci.
Nella tradizione della Chiesa il mese di giugno è dedicato alla contemplazione del Cuore di Gesù. San Luigi Guanella ha pubblicato un volumetto sul Cuore di Gesù titolandolo: «Nel mese del fervore». Per trenta giorni don Guanella accompagna il lettore alla riflessione e alla devozione ripercorrendo le tappe della vita terrena di Gesù.
Come un albero cambia le foglie ma la linfa continua ugualmente a scorrere sotto la corteccia, così anche la devozione subisce delle variazioni: cambiano le sensibilità, cambia il linguaggio, cambiano le formule, ma la fede rimane intatta e continua a produrre frutti saporosi, perché nel Cuore di Gesù abita Dio stesso e i frutti dell’amore hanno un sapore eterno. Nella vita non sempre abbiamo bisogno di un «guancia a guancia», ma intramontabile è l’esigenza di un «cuore a cuore». Evidentemente il cuore in questa devozione non è il muscolo cardiaco, ma il suo significato: Gesù è un uomo di cuore. Una persona buona che ha donato tutto se stesso per il bene nostro.
La devozione al Cuore di Gesù ritrova nella sua persona il prisma di tutte le qualità umane elevate alla potenza di Dio. In questo mese siamo invitati dallo Spirito Santo, che presiede alla fecondità della nostra crescita spirituale, a guardare a quel cuore come una sorgente di vitalità e di motivazioni a vivere, consapevoli che Dio con il suo amore umile e perseverante è talmente forte da trasformare il fango del male di questo mondo in un’onda di bene.
Spesso ci può capitare di rimanere imprigionati dalla nostalgia dei tempi passati, dove, a volte, il ricordo purifica il negativo. La memoria ci serve solo per costruire il futuro. Allora, davanti alla tentazione di dire: «ma ieri», con un colpo di reni riscattiamoci subito e cerchiamo con la fede di scorgere nel buio di oggi l’aurora di Dio.
A volte quest’aurora è lenta come sempre è lento e svogliato il tempo della sfiducia e stanchezza; comunque abbiamo la certezza che il cuore di Dio pulsa con il nostro cuore.