La perseveranza commuove il cuore di Dio
Caro don Mario,
mia moglie ed io abbiamo già avuto occasione di scriverle per varie ragioni, in particolare per la richiesta di adozione nazionale che presentammo la prima volta nel 2009. Io ho conosciuto meglio San Giuseppe e le sue meraviglie attraverso mia moglie - da molti anni è iscritta ed ha iscritto amici e parenti alla Pia Unione - che ha più volte richiesto ed ottenuto molte grazie per mezzo della sua intercessione.
Non amo molto le novene, ma quando il desiderio di paternità s'è rafforzato, ho pensato di rivolgermi all'intercessione di San Giuseppe non solo perché si realizzasse l'adozione, ma anche perché fossi adeguato a ricoprire il ruolo di padre adottivo. Così nel 2009 pregai il Manto ed alla fine ebbi in cuor mio una certezza molto profonda che tutto si sarebbe realizzato. In effetti l'inserimento nelle liste del Tribunale avvenne il 19/03/10. Gli anni sono trascorsi senza nessuna chiamata, e con essi un po' della mia certezza è sfumata. Ma il 18 marzo di quest'anno, proprio mentre stavamo scegliendo l'associazione per intraprendere l'adozione internazionale, siamo stati convocati da un Tribunale dei Minori ed abbiamo accettato un abbinamento con un bimbo. Brevemente le dirò che intorno a quest'evento se ne sono avvicendati tanti altri, apparentemente senza legame, positivi e negativi - quest'ultimi divenuti fonte di ulteriore grazia coll'intervento del Signore - con una regia così perfetta che mi sembra incredibile, anche se ho avuto tante e tante occasioni per sperimentare le coccole sorprendenti di Dio, e, per arrivare all'esito finale, a Pasqua, in tempi record, il bambino dormiva già a casa nostra.
La mia/nostra gioia è ovvia, ma è sempre inattesa e stupefacente perché il Signore compie meraviglie - mi passi l'espressione - ancor più meravigliose di quanto possiamo immaginare o desiderare, cui è innegabile il contributo e l'intercessione sempre certe di San Giuseppe. Grazie anche per le sue e vostre preghiere.
Lettera firmata
Gentilissimi e cari Amici,
ho voluto conservare l’anonimato anche per cautelare la privacy del vostro figliolo. Sono davvero contento che la perseveranza abbia coronato il vostro sogno e che san Giuseppe abbia consegnato non solo una patente di «padre putativo», ma anche la garanzia di essere compagno di viaggio nella crescita della nuova creatura affidata alle vostre cure.
Ci uniamo anche noi al coro di lode e gratitudine a Dio per i benefici ottenuti e anche la perseveranza nel saper aspettare e nel cogliere la mano della Provvidenza che va disegnando la nostra storia con i ritmi e tempi architettati dalla sapienza divina.
Alessandro Manzoni paragona le vicende della nostra vita a un ricamo colorato. Noi ammiriamo i disegni, l’armonia delle forme, le figure, ma se andiamo a guardare il retro troviamo un groviglio di fili che si incrociano e si accavallano in modo caotico. Le nostre preoccupazioni ci fanno vedere il retro e la mano di Dio disegna il diritto; da noi si richiede la pazienza e la saggezza della fede che ci fa vedere la realtà con gli occhi stessi di Dio.
Siamo solidali nella preghiera, accanto a voi mettiamo nelle nostre invocazioni a san Giuseppe anche tutti i genitori affinché lo Spirito Santo illumini la loro azione educativa.
Dio vi benedica e san Giuseppe vi sostenga.
Una santità feriale sa far fiorire l’armonia
Carissimo direttore, questa mia per comunicarle che una abbonata ma soprattutto devota al santo protettore Giuseppe, lo scorso 23 agosto ci ha lasciato.
Non più giovanissima, 87 anni, Pinetta (è il nome con cui tutto il paese la conosceva), era un’anima giovane e fresca.
Una porta, la sua, sempre aperta. Non c'era giorno che qualcuno non bussasse alla sua porta, per dire solo “Ciao!” o “Come va?”. Il giorno del suo onomastico, San Giuseppe, la sua casa diventava una specie di santuario... arrivavano tutti a farle gli auguri e lei diceva sempre: “prima di voi me li ha fatti san Giuseppe”, e mostrava contenta la cartolina che le mandavate.
La sua vita di moglie, di madre, di nonna è stata davvero una forza di simpatia, e anche se a volte si lasciava andare... bastava che ricevesse una telefonata o che qualcuno bussasse alla sua porta per tornare serena come prima.
Andava fiera dei suoi figli, delle sue nuore e degli amati nipoti, Marta e Marco, ma era fiera di tutte le persone a lei care e amiche (fra queste c'era mia mamma, Corinna Colombo, anche lei devotissima di san Giuseppe), felicissima di ospitare, nel periodo delle vacanze mia sorella, Suor Maria, sua figlioccia.
Ora il cortile dove abitava è vuoto, anche se abitato. I suoi vicini, i cugini Angelo e Ada (fra l'altro antenati del caro san Luigi Guanella), vivono la sua assenza con tanto dolore.
Non ha costruito grandi opere, grattacieli o quant'altro ma ha saputo costruire nella sua vita piccoli ponti, cementati dall’amicizia, dalla bontà, dalla devozione e preghiera a San Giuseppe. Vi saluto con stima.
Elisa Mauri ved.Polastri (Lecco)