Ancor più siamo rimasti stupiti nel vedere, esposta nella cattedrale cattolica, un’immagine della Madonna intagliata nel legno, con le fattezze della Madonna di Lourdes, e nel sentirne la storia.
Il fatto risale a una decina di anni fa. Una povera donna, signora Tsetsege, madre di undici figli, per le condizioni familiari estremamente povere era costretta a rovistare nelle discariche della sua città, Darhan, al nord della Mongolia. Un giorno, mentre un camion di rifiuti sversava il suo carico, è uscito davanti a lei un fagotto avvolto in una coperta. Dentro c’era quella statua della Madonna, che la signora non conosceva dal momento che non era cristiana. Restò però molto colpita e la portò a casa sua.
A Darhan erano presenti da qualche tempo le suore di Madre Teresa, che svolgevano la loro missione tra i poveri ed erano in contatto con Tsetsege e la sua famiglia. Quando videro l’immagine, le suore le spiegarono che cosa rappresentava e subito essa volle consegnarla alla chiesa cattolica della sua città, perché venisse esposta alla venerazione.
Circa un anno fa, all’inizio del 2022, il prefetto apostolico mons. Giorgio Marengo (che il 22 agosto successivo avrebbe ricevuto la porpora cardinalizia) è venuto a conoscenza della storia dell’immagine e l’ha voluta portare nella cattedrale di Ulan Bator e ne ha parlato al Santo Padre. «Ho subito pensato che la Vergine, attraverso questo ritrovamento, volesse dirci qualche cosa», afferma Marengo, che ancora non riesce a spiegarsi «come quella statua abbia fatto a finire nella discarica visto che, soprattutto in quella parte del Paese, i cattolici sono pochissimi. Allora ho pensato che il Signore, attraverso la sua santa Madre, si fa presente nelle situazioni più estreme per dirci quanto sia vicino a ognuno di noi» (Osservatore Romano, 14 gennaio 2023).
Cosa vorrà dire, a noi e alla Chiesa, la Madre di Dio? Ella dice sempre la medesima cosa: «Grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente» (Lc 1, 49) e «Fate quello che vi dirà» (Gv 2, 5). Dice insomma che lei non ha altra ricchezza se non quel figlio, e anche la Chiesa (come pure noi, personalmente…) deve arricchirsi unicamente di quel “tesoro”.
Se la Chiesa in Mongolia è numericamente un “piccolo gregge”, non molto diversa è la condizione della Chiesa altrove. Allora è questo il momento di non temere: «Non temere, piccolo gregge, perché al Padre vostro è piaciuto di darvi il suo regno… Dove è il vostro tesoro, là sarà anche il vostro cuore» (Lc 12, 32.34). La Chiesa inizia e prospera proprio quando, come in Mongolia, riconosce che la sua origine è solo nel Signore e lì colloca il suo cuore.