Nicola ne rimase ammirato e sentì che la sua strada era formare una famiglia, e così sposò una di loro, Dorotea Wyss che nei 23 anni di matrimonio gli diede dieci figli.
Ancora sedicenne dovette per legge arruolarsi come soldato e dal 1433 al 1460 come ufficiale parteciò a molte campagne militari. Come comandante militare si distinse «per il trattamento umano del nemico vinto, per risparmiare chiese e conventi, per proteggere donne e bambini».
Ritornato alla vita civile, fu eletto podestà di Sachseln, consigliere e giudice cantonale e deputato alla Dieta federale. Non sapeva leggere e scrivere, ma possedeva “la sapienza del cuore” e per questo veniva ascoltato.
Furono mesi di sofferenza, poiché sentì la chiamata a lasciare tutto e a intraprendere la vita eremitica. Dopo un cammino col suo confessore prospettò la decisione alla moglie Dorotea, che non meno santa del marito, acconsentì e gli rispose che lo avrebbe aiuto. Anche i figli accettarono. Tornato nella sua terra si stabilì a Ranft dentro una grotta in un profondo burrone nei pressi di Flüeli. I compaesani gli adattarono una piccolissima cappella e una cella con due finestre: una verso la cappella e l’altra verso la città. Condusse una vita eremitica molto severa: non toccava cibo, alimentadosi solo di Eucaristia e usciva solo per andare a Messa o soccorrere i suoi concittadini. Tre volte il suo intervento evitò che si scatenasse la guerra: con l’Austria nel 1473, tra i cantoni nel 1481, con la città di Costanza nel 1482. In un’altra occasione fece scrivere alle autorità di Berna: «Sforzatevi di essere obbedienti gli uni verso gli altri».
Non tutti però pensavano di aver a che fare con un santo e arrivarono molte critiche al vescovo di Costanza. Mandò un suo ausiliare che gli ordinò di mangiare pane e vino: il santo ebbe l’impressione che potesse morire soffocato, tanti erano gli anni che non mangiava.
Per diciannove anni e mezzo fratello Nicola visse nell’eremo di Ranft fino al 21 marzo 1487, quando Dio lo chiamò a sé. Per la Svizzera moriva il “padre della patria”, per la Chiesa saliva al cielo un santo.