Possiamo anche notare un dettaglio sull’abbigliamento di Gesù: Giovanni ci dice che i soldati tirarono a sorte la sua tunica, una manifattura ben fatta “senza cuciture, tessuta tutta d’un pezzo da cima a fondo” (Gv 19, 23-24).
Matteo ci segnala che durante la Trasfigurazione «il suo volto brillò come il sole» (Mt 17, 2) e Luca che «l’aspetto del suo volto cambiò» (Lc 9, 29). Ma, oltre al fatto che tali annotazioni non ci permettono di immaginare un qualsiasi aspetto se non la luminosità, la circostanza suggerisce che si tratta di un momento molto particolare, di un mutamento d’aspetto (trans-figurazione) che non ci consente di rilevare il reale aspetto del suo volto.
Il Messia non poteva essere molto diverso dalla media delle persone che nascevano in Medio Oriente due millenni or sono. Ma Gesù non doveva essere molto simile fisicamente agli altri suoi discepoli, altrimenti Giuda non avrebbe avuto motivo di indicare con un bacio il Messia. Inoltre, secondo molti studiosi, se Gesù fosse stato diverso da tutti gli altri sicuramente la Bibbia ne avrebbe parlato molto di più.
Ora, noi siamo abituati a una certa immagine di Gesù, piuttosto standardizzata.
Questa immagine si è così codificata per una lunga storia legata sostanzialmente a due antichissime tradizioni.
L’una che vuole che Luca abbia ascoltato dalla Vergine Maria stessa il racconto della vita di Gesù, e in modo così dettagliato da poterne ricavare un ritratto pittorico, alla base di tutta l’iconografia bizantina del volto di Cristo che di fatto ha dato forma a tutte le altre successive rappresentazioni.
La seconda tradizione riguarda due famosissime reliquie dello stesso Gesù, ovvero il Velo della Veronica (il nome è significativo: vera icona) e quella della Sacra Sindone. Entrambe le reliquie hanno una lunga storia ed entrambe sono avvolte da numerosi misteri. Ma è estremamente sorprendente che si sovrappongono quasi perfettamente, e rivelano un unico volto.
Se non possiamo affermare con sicurezza che aspetto avesse Gesù, possiamo però ritenere nostra l’opinione di un grande teologo, san Tommaso d’Aquino. Questi afferma che «l’uomo viene detto bello principalmente per due qualità: per la bellezza dello sguardo e per la parola piacevole all’udito. Ebbene tutte e due queste qualità vi furono in Cristo. E lo dimostrano anche alcuni episodi evangelici. Ma in Cristo vi fu anche la bellezza dell’aspetto. Questa bellezza Cristo l’ha avuta in maniera somma, come conveniva allo stato, alla riverenza e alla bellezza nell’aspetto, in modo che egli irradiava qualcosa di divino dal suo volto e per questo tutti lo onoravano» (cfr. Commento al Salmo 44).