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Lunedì, 04 Maggio 2020 15:08

Gli omini del sonno

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di Carlo Lapucci

C’è un numero straordinario di esseri misteriosi, invisibili che sul far della notte, quando nelle case suona il rumore dei piatti che indica la fine della cena, si mette in giro per le strade, sale alle finestre, passa sopra i tetti spargendo il sonno che fa chiudere gli occhi ai bambini e li manda felici a letto. Ogni terra ha i propri addetti, diversi di natura, ma tutti seri e precisi svolgono il loro lavoro senza sbagliare, senza parlare. Ai bambini che non vogliono dormire, non vogliono coricarsi fanno pizzicare gli occhi tanto che quando il prurito finisce, li chiudono dal piacere e s’addormentano.

Noi li conosciamo col nome di Pisani e altrove vanno in giro con altri nomi, mentre spesso è uno solo che s’aggira nelle case dove ci sono bambini: è l’Omino del Sonno, una diceria assi diffusa vuole che sia un ometto molto piccolo che si aggira sul far della notte di casa in casa, portando sulle spalle un sacco di sabbia finissima che versa negli occhi dei bambini che devono andare a letto. Quando questi cominciano a stropicciarsi gli occhi si dice loro: - È passato l'omino del sonno: bisogna andare a dormire… 

Quest’omino è dappertutto. È detto anche Sabbiolino, Nano della cenere, Omino della rena, in Gran Bretagna Sand Man, in Francia Marchand de Sable, in Germania Der Sandmann. 

Il nostro nome Pisani deriva da pisolare, anche se molti  credono che la loro casa madre si trovi a Pisa. Si sono inventate delle storie sull’aria di Pisa che mette sonno, sui Pisani che s’addormentarono prima d’una battaglia, ma pare chiaro che pisolare viene da pesolo, pendulo (pensilis) per l’oscillare e il cadere della testa e delle palpebre di chi s’addormenta. 

Nel Senese sono chiamati con un altro gioco di parole: Chiusini, alludendo all’antica città di Chiusi il cui nome gioca bene con il verbo chiudere, naturalmente gli occhi per dormire e offre anche un grazioso diminutivo.

Altrove si fa un altro gioco semantico. Santa Lucia, che è patrona della vista, e quindi ha a che fare con gli occhi, diventa una santa vecchietta che a sera s’aggira entrando inavvertita nelle case. Tiene sotto il grembiule un sacchetto di cenere, anche di sabbia o polvere di carbone e la getta a pizzichi negli occhi dei bambini che non vogliono dormire. La chiamano anche Nonna Lucia, la Vecchina col sacchetto, in Francia la Grand-mère à poudrette: la Nonna della polverina.

I tedeschi amano esagerare e in un celebre racconto E.T.A. Hoffman: Der Sandmann, ci dice che l’uomo della Sabbia “è un uomo cattivo che va dai bambini che non vogliono andare a letto e tira loro negli occhi manciate di sabbia fino a farli schizzar fuori sanguinanti dalla testa, poi li prende e li mette in un sacco portandoli sulla luna… Ma che mamme hanno i tedeschi?

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