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Venerdì, 12 Aprile 2019 15:33

Costretti a vivere una stagione con anime truccate Featured

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Carissimi amici e care amiche, 

i sentimenti sanno farsi strada oltre la siepe dei sensi. In un’epoca in cui si tenta di sfumare ogni realtà in un grigiume senza contrasti, di abbassare gli orizzonti, sorge prepotente dentro l’anima un desiderio di chiarezza, una richiesta di senso, la voglia di definire i contorni delle cose nella loro giusta dimensione, la volontà di dare un ruolo alle persone.

Nel mondo non c’è mai stata tanta luce artificiale come ai nostri giorni, tuttavia questa luce – che si fa comunicazione attraverso la Tv, la radio, la stampa, i dischi, ecc... – è incapace di disegnare la realtà nella sua molteplice dimensione e nella sua giusta prospettiva.

Per cogliere la misura delle cose è necessario accendere la luce dello Spirito; questo vale soprattutto per conoscere le intenzioni di Dio e la vocazione dell’uomo.

Come un raggio di sole permette di vedere il pulviscolo nell’aria e le minuscole particelle sospese in una bottiglia d’acqua, così la luce della fede diventa come uno specchio in cui è riflesso il volto interiore della nostra stessa vita.

Tu lo sai che questi nostri colloqui a distanza non sono altro che il desiderio di un supplemento d’anima. 

è un esercizio proficuo per la nostra anima per aiutarci ad uscire dalla paralizzante “ipnosi del sensibile”.

Dio è l’unico Creatore e l’Onnipotente e vuole collaborare con noi. Ma per fare questo è necessario che si scoprano le sue intenzioni e i suoi desideri. Per poter accedere con facilità nel recinto dei desideri di Dio la strada più semplice è quella di essere santi: quello che la nostra mente a stento riesce a comprendere, invece i santi riescono a vederlo in un modo inequivocabile. La parola sentita ci mette paura; è un’oppressione poco familiare, sembra un linguaggio per iniziati.

Quello della santità è un dono da chiedere a Dio come il pane quotidiano, entrare nella sua sfera e vedere il suo volto è la soluzione di ogni inquietudine umana.

Don Primo Mazzolari scriveva che «ci sono delle strade obbligate dall’amore e dalla redenzione» e non ci si deve meravigliare se l’amore vincola: «Non c’è niente più vincolante dell’amore. Solo quelli che non amano possono dire: “Io per questa strada non ci passo”. Ma quando c’è un richiamo di sofferenza e di dolore, d’impossibilità di continuare a vivere, lì il richiamo dell’amore diventa irresistibile».

Questa calamita dell’amore, quando muove i macigni del nostro cuore, riesce a cancellare le macchie oscure dell’egoismo nel cielo della nostra vita. Mio caro amico, se non ci lasciamo catturare da questo amore, rischiamo di essere alberi senza linfa e desideri senza sangue. 

Chi desidera interloquire con l’Amico di San Giuseppe può corrispondere attraverso l’email: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

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