Spesso si pensa che l’anziano debba mangiare in modo sensibilmente diverso rispetto all’adulto, ma questa è un’opinione errata.
Ad eccezione di controindicazioni specifiche (diabete, dislipidemie, iperuricemia, obesità ecc.), che sono valide comunque anche in età precedenti, l’alimentazione dell’anziano non differisce qualitativamente da quella dell’adulto, anche se il bisogno in energia in genere diminuisce a motivo della diminuita attività fisica.
Ma per i princìpi nutritivi –proteine, carboidrati o zuccheri, grassi – rimane sempre valido il fabbisogno raccomandato per le età precedenti. Gli alimenti proteici più consigliati sono il latte, i formaggi, i legumi, le uova, il pesce, la carne, fonti anche di calcio e di ferro di cui spesso l’anziano è carente. Per quanto riguarda i grassi, è opportuno dare la preferenza a quelli più ricchi in acidi monoinsaturi e polinsaturi: olio di oliva, alcuni oli di semi, grassi del pesce. Agli zuccheri semplici (p.e. il saccarosio, che corrisponde allo zucchero comunemente usato) vanno preferiti quelli complessi, contenuti soprattutto in cereali e legumi, che forniscono energia, fibre, ferro, oltre a minerali e vitamine. Al contrario gli anziani, specialmente se vivono da soli, tendono a dare eccessiva preferenza agli zuccheri raffinati, così come ad alimenti pronti e di facile consumo, come alcuni salumi, formaggi stagionati ecc., ricchi di grassi saturi e di sale, il cui eccesso può influire negativamente sull’aumento dei valori della pressione arteriosa. I vari tipi di frutta e verdura andrebbero assunti in maggiori quantità rispetto agli altri alimenti (cf. Istituto Nazionale di ricerca per gli alimenti e la nutrizione).
Insomma, non dovrebbero mancare mai frutta, verdura e cereali a tavola, anche se non vanno dimenticate le proteine.
Viceversa, la persona anziana spesso tende a consumare pasti sempre uguali, veloci e poco bilanciati, ricorrendo spesso a pasti freddi, piatti precucinati o riscaldati.
Gli alimenti andrebbero scelti sulla base delle condizioni dell’apparato masticatorio, per facilitare i processi digestivi che nell’anziano sono meno efficienti, e preparati in modo adeguato (p.e. tritare le carni, preferire le verdure cotte, grattugiare o schiacciare frutta ben matura, scegliere un pane morbido o ammorbidirlo in un liquido ecc.).
Una buona regola è quella di non escludere alcun alimento, a meno che non vi siano controindicazioni specifiche.
Va fatta attenzione all’apporto di liquidi: nell’età anziana si avverte meno il senso della sete e si può arrivare senza accorgersi a situazioni di disidratazione che mettono a rischio la salute.
Perciò è buona norma bere frequentemente acqua nel corso della giornata, anche prima di avvertire lo stimolo della sete. Si consiglia di bere più spesso soprattutto lontano dai pasti.
Durante i pasti l’acqua aiuta a compensare l’insufficiente secrezione salivare che rende più asciutte le mucose; ma nello stesso tempo non va assunta in grandi quantità, per non diluire eccessivamente le secrezioni digestive già insufficienti, con il rischio di diminuire l’appetito.
Ancora, va fatta attenzione a non eccedere con l’uso del sale da cucina, presente anche in vari alimenti conservati, come tonno, carne, legumi. Un’alternativa è quella di insaporire i cibi con erbe aromatiche (come aglio, cipolla, basilico, prezzemolo, rosmarino, salvia ecc.) e spezie.
Alcuni consigli:
• Variare il più possibile i cibi
• Frazionare l’alimentazione in 3 pasti ed eventualmente 2 spuntini
• Rispettare l’orario dei pasti
• Mangiare ogni giorno verdura e frutta cruda e/o cotta
• Preparare i cibi tenendo conto di eventuali difficoltà nella masticazione
• Ridurre l’uso del sale
• Bere spesso, soprattutto lontano dai pasti
• Non eccedere con il consumo di caffè, thè, alcool.