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Mercoledì, 29 Marzo 2017 14:27

Uno sguardo a Pietro e gli cambia la vita

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Gesù fissa lo sguardo su Simone, Simone si lascia fissare da Lui. Così lasciarci scrutare dalla Parola di Dio, lasciare che essa penetri nella nostra vita.

di Ottavio de Bertolis

Con questa serie di riflessioni vogliamo aiutarci nella nostra sequela del Signore contemplando la storia di un discepolo eccezionale: san Pietro. Vogliamo nei prossimi incontri ripercorrere la sua storia per potere noi stessi ritrovarci in essa: del resto tutta la sacra Scrittura è stata scritta per questo, perché tutti quelli che dopo sarebbero venuti potessero ritrovare il senso di quanto a loro stessi è accaduto, il loro incontro con Gesù, le sue promesse, le loro fragilità, la sua fedeltà. In questo senso la Scrittura è per noi fonte continua di edificazione: nel senso letterale, in quanto ci costruisce come discepoli del Signore appunto contemplando la vita di quelli che ci hanno preceduto in questo incontro meraviglioso con Lui.

Oggi partiamo proprio dall’inizio, che è narrato in Gv 1, 40-42: “Uno dei due che avevano udito le parole di Giovanni e lo avevano seguito, era Andrea, fratello di Simon Pietro. Egli incontrò per primo suo fratello Simone, e gli disse: «Abbiamo trovato il Messia (che significa il Cristo)» e lo condusse da Gesù. Gesù, fissando lo sguardo su di lui, disse: «Tu sei Simone, il figlio di Giovanni; ti chiamerai Cefa (che vuol dire Pietro)».

Anche Pietro non è il primo discepolo di Gesù che ci sia mai stato; anche lui benefica della testimonianza di altri, e ci sono altri che lo hanno portato ad incontrare Gesù. Qui è Andrea, discepolo di Giovanni il Battista, che aveva incontrato il Signore, era andato presso di lui e aveva visto dove abitava, insieme ad un altri discepolo, non nominato. Questo ci aiuta a riflettere su quando e come siamo arrivati alla fede, all’incontro con il Signore: chi ti ha portato da Gesù’ Chi è stato il tuo Andrea? Ci fa bene ricordare la nostra storia perché ci aiuta a uscire da noi stessi, ci aiuta a comprendere il senso della Chiesa: infatti non siamo stati solo ad incontrare Lui, ma siamo venuti alla fede in una storia comune, condivisa cioè con altri. 

Chi ci ha portato alla fede, chi ci ha parlato di Gesù evidentemente ha saputo parlarcene: qui Andrea lo chiama “Messia”, che in greco significa appunto Cristo, ossia l’Unto (del Signore). Diciamo che Andrea ha saputo parlare il linguaggio di Simone: infatti ad un ebreo la parola “Messia” dice qualcosa, apre un mondo di riferimenti spirituali e, in senso ampio, culturali. Molti, al contrario, non trovano la fede, cioè non trovano Gesù, perché chi potrebbe annunciarlo non sa parlare la loro lingua, toccare i tasti, per così dire, che li possono muovere. Dalla storia di pietro impariamo non solo a contemplare il nostro venire alla fede, ma anche come si può testimoniare la fede e condurre ad essa.

è  vero che altri ci conducono alla fede, ma è anche vero che la fede è un incontro personale: Gesù fissa lo sguardo su Simone, e Simone si lascia fissare da Lui. Lasciarsi fissare nello sguardo, se ci pensate, può non essere piacevole. Lasciarsi fissare deve vincere delle resistenze, dei timori, aprirci alla fiducia, fino a diventare uno sguardo sereno, aperto, fiducioso. Così lasciarci scrutare dalla Parola di Dio, lasciare che essa penetri nella nostra vita. Eppure solo così ci apriamo ad un incontro vero, tanto vero che cambia la nostra esistenza, che qui è simboleggiata dal nome: Simone diventa Cefa, Pietro. L’incontro con Gesù tira fuori da noi qualcosa che c’era dentro, ma che nessuno aveva ancora scoperto: Simone diventa la pietra sulla quale si costruisce la fede della Chiesa, e così anche tutti noi diventiamo pietre spirituali con le quali si edifica la Chiesa. Le pietre di un edificio non sono tutte uguali: Gesù fa doni diversi a ognuno, e questi doni vengono continuamente concessi ogni volta che ci lasciamo fissare da Lui, perché il suo sguardo crea e plasma. Possiamo fare memoria del nostro incontro con Lui, del nuovo nome che ci ha dato, di come ha cambiato la nostra identità, la nostra storia, e di come ha fatto di noi pietre viventi, per costruire una casa nella quale tutti possano abitare.

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