Questo succede perché «in quest’epoca tanti sono talmente ansiosi di educare il prossimo, che non hanno più tempo di educare se stessi». La battuta è di Oscar Wilde, il quale fotografa la norma di delegare ad altri, come la scuola, la parrocchia, le associazioni, il ruolo educativo, dimenticando che l’educazione è essenzialmente un affare di cuore. Senza amore è impossibile educare. Se i precetti, le regole e anche le imposizioni non passano dal cuore e non sono accompagnati dall’amore, rimangono dei quadri appesi alle pareti della vita e incapaci di assumere il ruolo di pilota per il futuro. Non dobbiamo dimenticare che il cuore è una forza umile, silenziosa, ma la più efficace per cambiare il mondo e renderlo gioiosamente più vivibile. Nelle famiglie oggi i genitori non sempre sono in grado di assicurare un’adeguata presenza accanto ai figli, di trovare il tempo necessario per educare con il cuore in ogni momento della loro crescita. La Provvidenza dona alla stagione autunnale dei nonni un sussulto. I nonni insieme ai colori caldi dell’esperienza hanno accumulato e conosciuto l’esatto prezzo delle cose, per questo sono abilitati a esercitare il ruolo di esperti allenatori nell’aiutare i nipoti a crescere. In questo particolare momento della società, è richiesto ai nonni un supplemento di generosità nell’assumersi il gravoso peso di aiutare i ragazzi a crescere. Siamo tutti consapevoli che anche una buona educazione non cancella la possibilità di sbagliare, ma permette di valutare dov’è il bene da coltivare e il male da estirpare. Dai cibi precotti, alle scommesse "on line", alla cultura immagazzinata con i quiz, sembra tutto prefabbricato e anche la vita umana è globalizzata su un minimo comune denominatore: solo su una flebile, a volte, ipotetica speranza. Papa Francesco spesse volte dice ai giovani di non lasciarsi rubare la speranza, i sogni, le aspirazioni che danno energia alla voglia di vivere. Sembra paradossale che si debba chiedere ai nonni il proverbiale «colpo di reni» per uscire dal branco degli sfiduciati che hanno allentato ogni freno e si lasciano scivolare verso valle. La Chiesa italiana, il prossimo mese a Firenze, ci inviterà a uscire dai nostri bassi orizzonti, da acqua stagnante e salpare verso il largo per ammirare nuovi orizzonti e sognare i sogni che Dio sogna. Già papa Benedetto auspicava che i nonni ritornassero a «essere presenza viva nella famiglia, nella Chiesa e nella società. Per quanto riguarda la famiglia, i nonni continuino a essere testimoni di unità, di valori fondati sulla fedeltà a un unico amore che genera la fede e la gioia di vivere». In questo mese commemoriamo il centenario della morte di un appassionato educatore di anime: san Luigi Guanella. Il 24 ottobre 1915 Dio lo chiamava per concedergli il premio di chi ha servito come buon samaritano i poveri educandoli alla tenerezza nell’amare Dio e il prossimo. Alla sua azione caritativa ha sempre offerto la possibilità di una crescita umana capace non solo di dare anni alla vita ma soprattutto dar vita agli anni.