Papa Francesco suggerisce che «tutti noi siamo chiamati a crescere come evangelizzatori. Al tempo stesso, ci adoperiamo per una migliore formazione, un approfondimento del nostro amore e una più chiara testimonianza del Vangelo. In questo senso, tutti dobbiamo lasciare che gli altri ci evangelizzino costantemente». Il pellegrinaggio ai santuari che popolano le nostre regioni sono un’occasione per fortificare rapporti comunitari e un regalo reciproco di fede e di amore. Il camminare insieme, pregare insieme, essere evangelizzati insieme, nel vedere e contemplare opere d’arti dalle mani di artigiani che hanno concretizzato l’ardore della loro fede nella plasticità delle loro manifestazioni. Nella vita dei santuari troviamo una fede radicata che ritorna come un eco di nostalgia e un interrogativo: «Perché i nostri bisnonni sono riusciti a lasciare questo patrimonio di fede?». Perché spendevano meno parole e lasciavano monumenti eloquenti che evangelizzavano. A distanza di anni occorre trovare il modo di comunicare un Gesù vivo, senza rinunciare alla missione evangelizzatrice, ma piuttosto trovare un modo di comunicare attuale. Ancora papa Francesco ci ricorda che «tutti siamo chiamati ad offrire agli altri la testimonianza esplicita dell’amore salvifico del Signore, che al di là delle nostre imperfezioni ci offre la sua vicinanza, la sua Parola, la sua forza, e dà senso alla nostra vita. Il tuo cuore sa che la vita non è la stessa senza di Lui, dunque quello che hai scoperto, quello che ti aiuta a vivere e che ti dà speranza, quello è ciò che devi comunicare agli altri».
La Sacra Famiglia ha pellegrinato per mantenere la vita anche noi dobbiamo vincere la pigrizia che qualche volta paralizza i nostri piedi.