Aurelio, «battezzato in questa chiesa ed è presente in questa chiesa, è in mezzo a noi, perché siamo uniti a lui nel battesimo. Il battesimo è uno solo. Nel Credo professiamo: “Credo in un solo battesimo»”. Non ci sono tanti battesimi. […] C’è un unico battesimo che tutti riceviamo, perché dice San Paolo: «c’è un solo battesimo, un solo pane, l’Eucarestia, e un solo Signore». […] Io sento che mons. Bacciarini è presente. È presente come vescovo, come pastore nostro, perché ha aiutato i nostri genitori. Tutto indica nella sua vita una persona che è andata in profondità nel suo rapporto col Signore. La santità è semplice: è avere un rapporto vero con il Signore.
Penso che Bacciarini sia stato il vescovo più determinante per la nostra diocesi. Ha creato le strutture fondamentali che non hanno perso assolutamente di attualità: l’Organizzazione sindacale cristiano-sociale, «Il Giornale del Popolo», l’Azione cattolica e tante altre opere.
Ha dato alla diocesi tre strumenti che tante altre diocesi ancora non hanno: l’avere un giornale quotidiano è un fatto rarissimo in tutto il mondo per una diocesi; avere un’organizzazione sindacale cristiana e aver fatto un’esperienza di Azione cattolica come quella che abbiamo noi è davvero un grande dono di Dio.
Cosa direbbe mons. Bacciarini se ci potesse parlare adesso? Tante cose che ha già detto allora. Soprattutto ci raccomanderebbe, di frequentare la catechesi. Se mons. Bacciarini sentiva lui l’urgenza, la necessità di dire a tutti i fratelli e sorelle nel Signore, a tutti i suoi fedeli che la catechesi era un obbligo, forse l’obbligo principale per i cristiani di allora, vi rendete conto come lo devo dire io a voi, con quale forza, con quale insistenza e con quale convinzione oggi che la cultura moderna nella quale viviamo ci ha minato i fondamenti della fede, perché ci ha fatto pensare che la fede è contraria alla ragione. Ci ha detto che non è vero che Dio può parlare, che non è vero che l’uomo può conoscere veramente Dio, che la Sacra Scrittura e la Bibbia non raccontano fatti storici, che Gesù Cristo non era figlio di Dio.
La cultura moderna ci ha resi tutti dubbiosi sulle verità della nostra fede ed è per questo che oggi la catechesi è dieci volte più importante di quanto non lo sia stata per i nostri genitori.
Il mio voto ardentissimo è che questo amore all’istruzione religiosa, così caro e prezioso agli occhi di mons. Bacciarini e così degno di un popolo cristiano, possa riaccendersi vivo e forte ed inculcare nei figli gli esempi dei padri. Io spero che questo sentimento cristiano, che il popolo nostro ha sempre conservato malgrado le procelle che ne hanno turbato la vita, si ravvivi, e si riaccenda forte il desiderio della catechesi. Spero, diocesani carissimi, nella docilità vostra, ché questa mia parola sia tutta intesa a farvi comprendere la necessità assoluta dell’istruzione religiosa.
Noi sappiamo tante cose, più di quanto sapevano i nostri genitori, i nostri avi, ma in compenso siamo fragili nella nostra fede.
Siamo fragili nella nostra fede perché abbiamo dentro di noi il dubbio che serpeggia. Ci crediamo moderni, per cui pensiamo che certe cose, certe affermazioni del nostro «Credo», non possono essere vere. È per questo che dobbiamo riaccostarci alla catechesi per ritrovarci assieme, per aiutarci a capire la verità profonda della nostra fede.
Oggi l’elemento più importante, che dobbiamo ricordare pensando a mons. Bacciarini, è quello della necessità della formazione religiosa per gli adulti. Non potete perdere la fede perché non avete il prete. Dovete salvare la vostra fede perché il fatto di salvare la fede è compito di ciascuno di voi. Tocca a voi risvegliarvi, riaccendere forte il desiderio della fede, come diceva mons. Bacciarini.
Speriamo di poter, qui a Lavertezzo, fare memoria di questo pastore che è vostro e di tutti: la Chiesa veglia per poter dichiarare che egli è una persona da imitare per le sue virtù.
Questo può avvenire; dobbiamo pregare perché ciò avvenga. Dobbiamo sentirlo così presente in mezzo a noi per far vedere agli altri e manifestare quello che egli è stato ed è per noi e domandare al Signore di farci capire come dobbiamo accoglierlo di più nelle nostre comunità.