C’è la nostra morte, ma anche quella dei nostri cari ed è quella che ci fa più paura e più male, quella di una persona amata, come chi ci ha generati.
«È una frattura, un’amputazione, un evento sempre prematuro per quanto atteso; un evento che cambia per sempre il tempo, che divide con dura nettezza un prima e un dopo, che ci lascia smarriti a domandare: e ora?». È il momento delle solitudine in cui elaborare il lutto. È ricordare con gli altri quello di cui siamo eredi. Scriveva Tolstoj: «Muore solo chi non riesce a mettere radici in altri». Non possiamo ripiegarci su una nostalgia sterile, quasi per morire con i nostri morti, ma sentirli presenti perché i legami di affetto non sono cancellati, ma dimorano accanto a noi. «La vita e la morte non sono due forze uguali e opposte, ma due facce di una sola realtà e la parola ultima sarà della vita». Diceva Sant’Agostino: «Coloro che amiamo e abbiamo perduto non sono più dove erano, ma sono ovunque noi siamo».
Questo legame perpetua il sacramento del Battesimo che ci ha innestati nella stessa vita di Dio e nulla potrà mai spezzare questo legame. Un modo di rivivere questo rapporto nasce dalla preghiera. La preghiera sorretta dalla vicinanza di ieri si fa comunione con i nostri cari di oggi. La preghiera di suffragio è una supplica di felicità e di gioia per i nostri cari: non siamo soltanto noi a pregare per i defunti, ma sono anche loro che pregano e intercedono per noi. Siamo in comunione e respiriamo lo stesso respiro: quello di Dio.
La preghiera è un abbraccio che ci accompagna sempre e, soprattutto, è supplemento di energia nel momento sofferto dell’agonia. In una recente intervista a TV2000 – come si parla a pagina… papa Francesco, citando santa Teresa di Lisieux ha raccomandato a tutti di pregare per i morenti, perché… «le tentazioni ci accompagneranno fino all’ultimo momento. I Santi sono stati tentati fino all’ultimo momento. Santa Teresa del Gesù Bambino diceva che si deve pregare tanto per i moribondi perché il diavolo scatena una tempesta di tentazioni, in quel momento. E anche a lei - santa Teresa di Gesù Bambino - lei pure è stata tentata di sfiducia, di mancanza di fede e si è trovata con l’anima arida come una pietra… Ma è riuscita ad affidarsi al Signore, senza sentire niente, trovare sollievo contro questa aridità e così ha vinto la tentazione. E diceva santa Teresa che per questo è importante pregare per i moribondi».
È un impegno di comunione tra il Cielo e la terra che dobbiamo rafforzare per tutta la vita.