In questi nostri tempi avendo la scienza allungate le stagioni della vita, siamo tentati di vivere un’eterna giovinezza.
In un secolo la vita media ha raddoppiato gli anni, se cento anni, fa la vita media era di 40 anni, oggi, la vita media sembra assestata sugli ottant’anni.
Per questo motivo, in questa nostra misteriosa e schizofrenica stagione della storia si parla poco e male della morte.
Chi per un lutto recente ha conosciuto la morte, e anche noi che abbiamo visto persone amate passare il guado della vita terrena verso l’eternità, prendiamo molto sul serio la morte, anzi la risposta al dilemma della morte, in realtà, dona significato alla nostra vita.
Don Guanella nei suoi scritti parlando della morte la chiamava «madre» perché ci partorisce all’eternità e da quell’eternità prendiamo il senso del vivere. San Luigi Guanella scrive testualmente: «Non dite mai male della morte. È madre che si abbraccia al figlio... è consigliera che guida... è amica che accompagna...».
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