Il fango e la melma sono rappresentati dal malessere della solitudine, della mancanza di amici, di affetto, di speranza, di sicurezza del futuro.
Ieri nella liturgia della Parola Gesù ci ha fatto incontrare alla piscina di Betzeta. C’era un uomo che da 38 anni stava aspettando un miracolo e non aveva nessuno che lo aiutasse a entrare nell’acqua miracolosa.
Alla domanda di Gesù con le lacrime agli occhi risponde: «Non ho nessuno».
Allora questa sera voglio salutare tutte le persone sole che vivono in compagnia della malattia, vorrei che sentissero il calore di una carezza che viene da Dio. Questa carezza di Dio è anche per i giovani e meno giovani che non hanno lavoro, affinché non perdano la fiducia e la speranza.
Una carezza a chi vive un momento di lutto per la morte di una persona cara, a chi vive l’ansia della malattia. Un sorriso cordiale ai bambini che possano vivere sempre attorniati da persone che vogliano a loro bene. Un abbraccio e un augurio a chi oggi compie gli anni in solitudine: non si sentano soli: Dio è con noi.
In questo camminare insieme vorremmo stare in compagnia della trinità terrestre, Giuseppe, Gesù e Maria. Tentare di scoprire il loro modo di vivere e così da vivere la loro stessi sentimenti dentro di noi, vivere la nostra vita nella loro vita.