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Lunedì, 09 Settembre 2019 14:27

Le nozze di Cana

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Cos'altro poteva se non essere fiera

di lui, che abbelliva ciò che in lei era più semplice?

Non fu la notte stessa - la solenne, viva, immensa -

come fuori di sé quand'egli apparve?

 

E quella volta che si era perduto, non si era concluso

tutto in gloria per lui, come mai s'era sentito?

Non avevano i più saggi le orecchie

scambiato con la bocca? E non era la casa

 

come nuova di fronte alla sua voce? Ah,

centinaia di volte, certamente,

dal fare risplendere la gioia s'era trattenuta,

quella che da lui le proveniva.

Lo seguiva, e ne provava stupore.

 

Ma là, a quel banchetto di nozze,

quando all'improvviso mancò il vino, -

lo guardò e lo pregò che desse un segno

e non capì che lui non lo voleva.

 

E poi lo fece. Lo capì più tardi,

come l'aveva spinto lei sul suo cammino:

era l'uomo, ora, dei miracoli,

e l'offerta cruenta era decisa,

 

inarrestabile. Sì: era scritto.

Ma era preparata fin da allora?

Lei: lei l'aveva fino a qui sospinto

nella cecità della propria leggerezza.

 

Attorno alla tavola ricolma di frutti e di verdure

divideva con gli altri la sua gioia, e non capiva

che l'acqua, là dove sgorgano le lacrime,

s'era per lei mutata in sangue, con il vino.

 

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