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Sabato, 11 Maggio 2019 15:07

La tradizione dell'uovo pasquale

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di Graziella Fons

Già le antiche civiltà consideravano l'uovo come una rappresentazione concreta della fusione della terra con il cielo. Cielo e terra nell’uovo andavano a fondersi in un'unica realtà. Per esempio gli antichi Egizi attribuivano simbolicamente all'uovo la concentrazione dei quattro elementi che costituiscono l'universo: terra, acqua, aria e fuoco.

Il cristianesimo ha ripreso la simbologia legata all'uovo, come simbolo di vita e di rinascita, ricollegandola al significato stesso della festività sacra della Pasqua, in cui si celebra, appunto, la risurrezione di Gesù Cristo, il quale annualmente nei riti della Settimana Santa rinnova la speranza nella vita eterna.

L'uovo, infatti, racchiude una nuova vita al proprio interno, così come il sepolcro vuoto, dopo la morte, rappresenta in realtà la speranza possibile di una rinascita all’eternità.

Questo simbolo della risurrezione è diventato un regalo di buon auspicio già dal lontano Medio Evo.

In una società feudale, come allora, l'uovo divenne un dono dei padroni alla servitù.  Per la preziosità e la gioia della vittoria di Cristo sulla morte, nel periodo pasquale le uova iniziarono ad essere decorate per simboleggiare la rinascita dell'uomo in Cristo: uomo nuovo, radicalmente ristrutturato con un destino di eternità.

La tradizione di scambiarsi in dono delle uova nel giorno di Pasqua, ebbe inizio in Germania, ma già dal Medioevo iniziarono ad essere fabbricate delle uova artificiali da offrire in regalo. Si trattava di uova realizzate mediante l'impiego di metalli preziosi, come l'oro, spesso riccamente decorate e commissionate dai sovrani agli artigiani affinché potessero essere donate durante la festa.  


Maggio

«Di maggio ciliege per assaggio, di giugno ciliege a pugno»

A maggio l’orto si è risvegliato da qualche settimana. Allora, quali sono i lavori da fare a Maggio? Cosa seminare in piena terra? Quali ortaggi e verdure trapiantare? Cosa raccogliere? Che cosa rincalzare?

Il tepore del mese di Maggio dà un gran da fare nell’orto, vediamo quali sono i lavori che, in particolare, ci attendono: c’è la diserbatura, le cimature, la lavorazione del terreno con la concimazioni.

Possiamo seminare a dimora in piena terra il sedano, zucca, cocomeri, fagioli e fagiolini, radicchio, cavolo autunnale e cavolo invernale, cicoria e scarola, piselli e spinaci estivi, porro a raccolta autunnale.

In questo mese si trapiantano in piena terra: porro autunnale, cavolo, scarola e cicoria.

Ma anche il cavolfiori, i pomodori, le zucchine e le zucche, peperoni e cicoria.

Ricordarsi di rincalzare le patate seminate a marzo; si preparano anche i sostegni o tutori per i pomodori.

A maggio si incomincia anche a raccogliere i frutti: le fave, le primizie dei piselli, gli asparagi e i finocchi. 


Ricetta

Risotto d'estate

(Con verdure di stagione potrete preparare questo risotto in ogni periodo dell'anno)

Ingredienti: Riso 350 g,. olio d'oliva extravergine 4 cucchiai, 1 cipolla piccola,  2 scalogni, 1 rapa piccola, 2 zucchine, 2 peperoni, 1/2 carota 1  sedano, 2 gambi di piselli sgranati, 3 cucchiaii di prezzemolo, 1 ciuffo di basilico, 8 dl circa di di brodo vegetale, sale e pepe quanto basta.

1) Mondate le verdure, lavatele e tritatele grossolanamente. Fatele dolcemente appassire in un tegame, preferibilmente di terracotta, insieme con l'olio.

2) Quando le verdure saranno a metà cottura aggiungete il riso, mescolate più volte con un cucchiaio di legno, conditelo con sale e pepe macinato al momento e lasciatelo ben intridere nel condimento per 5 minuti circa.

3) Ricopritelo quindi con il brodo bollente e, senza rimescolare ulteriormente, fatelo cuocere coperto a calore molto lento per 15 minuti circa, poi unite il prezzemolo e il basilico tritati, mescolate bene e servite in tavola.


La rosa di Gerico

Si racconta che fuggendo Maria e Giuseppe col Bambino in Egitto per evitare le guardie di Erode, giunsero nella terra di Gerico e fermatisi in mezzo a una pianura, la Madonna scese per riposarsi dall’asinello col Bambino in braccio e la terra trasalì nell’ospitare la Vergine e il Salvatore. Per cui dove la Madonna posò i piedi fece nascere due fiori morbidi e vellutati che furono detti “Rose di Gerico”.

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