Le lacrime da lei versate per il figlio sono raccontate dallo stesso Agostino nelle Confessioni. Lei, nata nel 331 d.C. e proveniente da una famiglia cristiana, soffrì molto per la condotta dissoluta del figlio che, educato alla fede, la abbandonò per il manicheismo. Agostino non aveva però ricevuto il battesimo da bambino perché così era la prassi del tempo. Quando decise di spostarsi a Roma, la madre volle seguirlo ma lui con uno stratagemma salpò da solo da Cartagine. Monica passò la notte in lacrime sulla tomba di san Cipriano. Poi, però, si imbarcò e riuscì a raggiungerlo a Milano. «Tu – scrive sant’Agostino nelle Confessioni ﹣nella profondità dei tuoi disegni esaudisti il punto vitale del suo desiderio», cioè la conversione del figlio che si farà battezzare nel 387 d.C.
Un tema è stato sottolineato da papa Francesco, in occasione della festa di sant’Agostino, riflettendo sul dolore e le lacrime di amore delle madri per la vita dei proprio figli, fisica e spirituale. Le lacrime feconde delle madri era legato all’episodio evangelico della donna cananea che implora Gesù di guarirle la figlia e lui resta colpito dalla fede di questa donna. L’amore materno e la fiducia in Gesù sono le fonti di questa forza interiore, ha fatto notare il papa: «E questo mi fa pensare alla forza delle donne. Con la loro fortezza sono capaci di ottenere cose grandi. Ne abbiamo conosciute tante! Possiamo dire che è l’amore che muove la fede e la fede, da parte sua, diventa il premio dell’amore».
Per far comprendere l’amore di Dio per noi, papa Francesco si è rifatto proprio a quello delle madri che vanno in carcere a trovare i propri figli, soffrendo tante umiliazioni nelle perquisizioni, prima di entrare. «Soltanto questo amore di madre e di padre – ha detto il Papa ﹣ci fa capire come è l’amore di Dio. Una madre non chiede la cancellazione della giustizia umana, perché ogni errore esige una redenzione, però una madre non smette mai di soffrire per il proprio figlio. Lo ama anche quando è peccatore. Dio fa la stessa cosa con noi: siamo i suoi figli amati!». (Udienza generale 14 giugno 2017).
Papa Francesco ha anche ricordato le lacrime delle madri che piangono la morte dei propri figli, accostando il loro pianto a quello di Rachele, che ha consumato le lacrime per i suoi figli, ha detto che «anche le lacrime di Maria hanno generato speranza e nuova vita».
E per far capire l’immensità dell’amore di Dio per gli uomini, tante le occasioni nelle quali il papa si è riferito alle lacrime delle madri e alla loro capacità di sacrificarsi per i figli con immenso amore. Non è un caso che nella Bibbia per parlare dell’amore misericordioso di Dio si usi anche la parola rahamim, che ha la sua radice nella parola rehem, utero, rimandando quindi alle viscere materne. Un amore, dunque, che si spende fino allo struggimento per dare la vita.