In questi giorni, con rinnovata emozione, è stata commemorata la nascita al cielo del compianto cardinal Carlo Maria Martini.
Il cardinal Angelo Scola sabato nel duomo di Milano, ricordando il cardinal Martini, ha detto che «è stato un indomito portatore della speranza affidabile che deriva dalla fede nelle resurrezione. Un uomo, un pastore, un maestro dallo sguardo appassionato per tutti gli uomini che continua a d accendere la grande luce e la speranza che non delude».
In uno dei suoi ultimi libri, per una volta, aveva citato non la Bibbia, ma un proverbio indiano che dice: «Dapprima impariamo, poi insegniamo, poi ci ritiriamo e impariamo a tacere. E nell’ultima fase, l’uomo impara a mendicare». Mendicare nel disagio della malattia di Parkinson, mendicare nell’aver bisogno dell’aiuto del prossimo, mendicare delle mani per essere lavato, per essere vestito, per camminare. Mendicare le cose umane e mendicare l’aiuto da Dio.
Ha detto il card. Martini «Un giorno avevo sogni sulla chiesa… Dopo i settantacinque anni ho deciso di pregare con la chiesa e per la chiesa».
A proposito di preghiera e di fiducia in Dio, il cardinal Angelo Comastri, che ai funerali di Martini ha portato il messaggio di cordoglio e di partecipazione del papa Benedetto XVI, in un’intervista alla Radio Vaticana ha detto:
«Il cardinale Martini nel 1991, l’anno dopo la mia nomina a vescovo di Massa Marittima e Piombino, mi invitò a fare una visita a Milano. Ero un giovanissimo vescovo e ricordo che mi disse parole molto belle di incoraggiamento.
Mi disse: cammina nel solco del Vangelo perché è il solco della vera libertà ed è il solco della felicità, e insegna alla gente a camminare nel solco del Vangelo.
Poi, quando nel 1993, ho avuto un intervento al cuore, ricordo che mi telefonò e fu una telefonata molto paterna. Mi disse: lei si abbandoni nelle mani del Signore perché il Signore sa dove condurci, lei si abbandoni. Questo me lo ricordo molto bene e fu per me un grande incoraggiamento e anche un’indicazione che mi rasserenò molto».
Alla domanda sulla sofferenza per esempio sull’accanimento terapeutico, che il cardinale avrebbe rifiutato.
Il cardinal Comastri ha risposto: «la Chiesa ha sempre rifiutato l’accanimento terapeutico, queste sono strumentalizzazioni».
E sempre il cardinal Comastri a tale proposito ricordava: «Come quando Madre Teresa disse: io voglio le cure che fanno i poveri, ho scelto i poveri e voglio muovermi in fedeltà a questa mia scelta. Ma quella non era eutanasia, assolutamente. Il cardinale è un figlio della Chiesa e non deve e non può essere usato contro la Chiesa perché è stato fino in fondo figlio della Chiesa”.
Alla domanda sulla sua più grande eredità spirituale?
Angelo Comastri risponde: «L’amore per la Parola di Dio, perché la Parola di Dio è davvero la lampada che illumina il nostro cammino. Si può dire che è un po’ la sintesi del ministero e dell’episcopato del cardinale Martini».
Siamo in un clima di preghiera e come membri della grande comunità ecclesiale, sparsa nel mondo intero, vogliamo dare voce anche a coloro che non sanno pregare, o non vogliono pregare, con le parole scritte da madre Teresa che dal cielo è unita alla nostra invocazione.
Preghiera per coloro che non sanno pregare
Signore,
aiuta gli uomini e le donne
che vorrebbero pregare,
ma non sanno farlo.
Accetta il loro desiderio di pregare
come una preghiera.
Ascolta il loro silenzio
e incontrali lì nel loro deserto.
Tu hai già guidato la gente
fuori dal deserto,
e hai mostrato loro la terra promessa.
Tu, Signore di tutto l'universo,
Re dei Re.