Come ogni stagione della vita anche le vacanze sono una seminagione di gioia. Questa gioia, quest’anno, può accomodarsi sul lago tranquillo dei ricordi, oppure se riuscesse ad uscire dal nostro ambiente abituale acquisterebbe un nuovo ritmo. I passi del nostro pellegrinare potrebbero percorrere nuovi sentieri, abbandonare l'asfalto per immettersi nel grembo della natura e godere, oltre che al relax, le bellezze che, per chi ha fede, Dio ha profuso per i nostri occhi per manifestare lo splendore della sua presenza.
Dall'alba della creazione c’è un flauto che suona le melodie dell'ordine e canta la bellezza dei colori e là dove l'uomo ha saputo accarezzare con mano amica la natura, l’anima ancora oggi è stupita di tanta bellezza davanti alla quale è invitata ad inginocchiarsi per adorare il Creatore di tanto splendore.
Andare in vacanza con un’anima “incuriosita” da sentimenti nobili è come tuffarsi nel mondo del Vangelo. Infatti, è riassaporare il linguaggio di Gesù, il quale, nella profondità della nostra vita interiore, non attenua il realismo del suo sguardo sulla nostra vita, anzi ci aiuta a scoprire che nonostante la pandemia c’è una mano sapiente che infonde energia e filiale fiducia nella Provvidenza e fa riecheggiare la sua stessa voce che continua a donare melodia al canto degli uccelli, armonia di colori ai fiori del campo, profumo del fieno appena falciato e la fragranza della terra che perpetua con mano materna la sua fecondità per garantire le sorti dell'uomo donando vita.
Gesù ha fatto entrare la linfa della salvezza nell'immagine di realtà consuete: il pane e il vino; il seminatore e la mietitura, l'ansia del pastore e la gioia della pecorella smarrita e ritrovata. Non ci ha fatto mancare l’esperienza del dolore con l’immagine positiva di una donna che soffre per il bimbo che nasce e la gioia per una nuova creatura nel panorama dell'universo.
Il Salmo afferma: «Esulto di gioia all'ombra delle tue ali».
La creazione è la grande ala di Dio e il periodo di vacanza ci offre la possibilità di contemplare e godere anche nello spirito il calore materno di quest’ala divina. La vacanza è un appuntamento con Dio. Lui ci attende nei luoghi della solitudine, del silenzio per sussurrarci parole di speranza. L'unico dispiacere potrebbe essere quello di lasciare passare questo periodo travagliato a causa della pandemia senza incontrare Gesù. È un rischio possibile, per questo desidero offrire un vaccino contro il pessimismo raccontando la testimonianza di un grande maestro della vita spirituale, un nomade cercatore di Dio nelle vie dell'universo. Tagore, il grande poeta e mistico indiano, rivolge a Dio una preghiera in cui narra, pregando una sua esperienza:
«Ci fu un giorno in cui io non mi tenni pronto a riceverti e tu, o mio re, entrasti senza essere invitato nel mio cuore come uno sconosciuto della moltitudine a me ignoto e mettesti il sigillo dell’eternità su molti attimi fuggenti della mia vita. Ed oggi, per caso, li rinvengo e vedo la tua impronta, trovo che sono andati dispersi nella polvere, confuse nelle memorie di gioie e dolori dei miei inutili giorni dimenticati. Tu allora non fuggisti spezzando i miei giocattoli infantili e i passi che udii lungo il tragitto della vita erano gli stessi che “echeggiano tra stella e stella”».
Questi sentimenti indicano la direzione di marcia per le vacanze: la disponibilità a lasciarsi trasportare dall’ala di Dio al di sopra delle meschinità umane e non inginocchiarsi davanti alla tracotanza imperante, ma rendere la nostra capacità di amare utile e feconda per tutti. Allora la nostra vacanza, nei posti abitali della vita o in villeggiatura, ci donerà occhi abili nello scoprire che ogni sentiero della vita è bagnato dalla rugiada dell'infinita potenza di Dio che tutti ama come figli. Ogni luogo sia per una buona vacanza rigenerante nel corpo per la salute e benessere per lo spirito.