Si va dagli immancabili centri estivi, nei quali giovani e giovanissimi dedicano il loro tempo mettendosi al servizio come animatori dei più piccoli, ai campi parrocchiali verso i quali i ragazzi si proiettano desiderosi di rafforzare amicizie e ascoltare una Parola buona fra le tante parole che hanno affollato la loro mente durante l’anno. Poi ci sono i pellegrinaggi a piedi verso luoghi significativi in cui hanno vissuto e operato i santi (Santiago de Compostela, Lourdes, Assisi) e i campi di servizio e volontariato, nei quali i giovani si “sporcano le mani” e donano un po’ del loro tempo a chi si trova in difficoltà oppure dedicano le loro energie per recuperare luoghi o edifici “a rischio”.
Cosa cercano i ragazzi durante l’estate? Le nuove generazioni sono consapevoli dell’importanza di accendere fiamme nella loro giovinezza, affinché nell’età della maturità possano poi scaldarsi alla brace di questi fuochi. Vogliono impegnare il loro tempo per fare qualcosa di utile a sé e agli altri. Sì, anche loro poi staranno un po’ spaparanzati in spiaggia o con qualche fresca bevanda sotto l’ombrellone, però apprenderanno che solo il tempo donato ritornerà moltiplicato. Una giornata di cammino o di deserto, una meditazione biblica o una passeggiata spingendo una carrozzina possono inoltre aiutare i ragazzi a scoprire il loro posto nel mondo. Le esperienze estive sono anche il luogo dove Dio parla ai giovani suggerendo il cammino da seguire, grazie alle tante mediazioni incontrate (guide spirituali, amici, poveri), a patto che queste esperienze non siano dei fulmini a ciel sereno, ma siano parte integrante di un cammino di crescita umana e cristiana compiuto nella ferialità della vita e dell’anno. Stando a contatto con i ragazzi, soprattutto alla fine di un campo o di un pellegrinaggio, facilmente notiamo la voglia che quell’estate e quella esperienza per loro possa non finire mai. Eppure, perché l’estate dia frutti buoni (da rubare al diavolo!) bisogna ritornare nella quotidianità e mettere in pratica quanto imparato e sperimentato. Con l’inverno, tocca poi agli educatori e alle guide spirituali ricominciare il cammino proprio da quei fervori e da quelle vampate accese durante il tempo dell’estate. è da lì che bisogna partire perché i giovani possano crescere nel loro impegno sociale ed ecclesiale.
Quali proposte fare ai giovani? Senza dubbio, proposte coraggiose nelle quali siano loro stessi protagonisti di un nuovo modo di vedere e intendere la Chiesa e la società. L’estate e le sue esperienze possono diventare luogo di formazione e di condivisione di valori grandi come il silenzio, la cura per la propria vita spirituale, la legalità, la giustizia, l’accoglienza, il servizio. I “millennials” (così vengono chiamate le nuove generazioni) preferiscono vacanze impegnate e impegnative in controtendenza con il dato che li fa apparire un po’ bamboccioni indecisi. Non di rado sono proprio queste esperienze un po’ fuori dal normale a permetter loro di tirare fuori il meglio. Da chi meno te l’aspetti vedrai compiere una lunga tappa a piedi sotto il sole, verniciare una ringhiera o rimettere su un muretto, pulire piatti e pentole, un’adorazione sotto le stelle, un bagno in piscina con chi non riesce bene a muoversi. Piccoli gesti che possono rendere grande e significativa un’intera estate. Così facendo, a settembre saremo pronti a scommettere che Dio farà una buona vendemmia “sottraendo” i frutti dell’estate al demonio e durante l’anno potremo gustare ancora una volta il vino buono: quello della gioia, del servizio, dello stare insieme, ingredienti centrali per la vita di ogni giovane e di ogni stagione!