Momenti forti del Giubileo sono stati il Pellegrinaggio alla Porta Santa, la Confessione nella Basilica San Giuseppe al Trionfale con la partecipazione di più di dieci confratelli sacerdoti, la festa allo Stadio Olimpico e la Santa Messa con papa Francesco. Nella sua omelia, il papa ha ricordato ai ragazzi: «Se un giovane, alla vostra età, non è capace di sognare, già se n’è andato in pensione, non serve. L’amore si nutre di fiducia, di rispetto, di perdono. L’amore non si realizza perché ne parliamo, ma quando lo viviamo: non è una dolce poesia da studiare a memoria, ma una scelta di vita da mettere in pratica! Come possiamo crescere nell’amore? Il segreto è ancora il Signore: Gesù ci dà Sé stesso nella Messa, ci offre il perdono e la pace nella Confessione. Lì impariamo ad accogliere il suo Amore, a farlo nostro, a rimetterlo in circolo nel mondo. E quando amare sembra pesante, quando è difficile dire di no a quello che è sbagliato, guardate la croce di Gesù, abbracciatela e non lasciate la sua mano, che vi conduce verso l’alto e vi risolleva quando cadete. Nella vita sempre si cade, perché siamo peccatori, siamo deboli. Ma c’è la mano di Gesù che ci risolleva, che ci rialza. Gesù ci vuole in piedi! Quella parola bella che Gesù diceva ai paralitici: “Alzati!”. Dio ci ha creati per essere in piedi. C’è una bella canzone che cantano gli alpini quando salgono su. La canzone dice così: “Nell’arte di salire, l’importante non è non cadere, ma non rimanere caduto!”. Avere il coraggio di alzarsi, di lasciarci alzare dalla mano di Gesù. E questa mano tante volte viene dalla mano di un amico, dalla mano dei genitori, dalla mano di quelli che ci accompagnano nella vita. Anche Gesù stesso è lì. Alzatevi! Dio vi vuole in piedi, sempre in piedi!» L’esperienza ha avuto poi il suo culmine quando, lunedì 25 aprile, i ragazzi hanno potuto toccare con mano l’esperienza della Misericordia che si vive nella Casa San Giuseppe di Via Aurelia Antica. L’incontro con i buoni figli ha suggellato un’esperienza di fede e di vita che resterà impressa nei cuori dei ragazzi e che siamo sicuri - grazie agli animatori, confratelli e consorelle impegnati nella pastorale giovanile - porterà frutto. Un caloroso ringraziamento va a tutte le comunità guanelliane di Roma per l’accoglienza semplice e familiare che ha colpito molto i nostri ragazzi, dei quali praticamente tutti erano alla prima esperienza forte di condivisione di fede e di guanellianità. Con questo spirito di collaborazione e comunione andiamo avanti!