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Lunedì, 16 Marzo 2015 12:58

Nasce un'umanità redenta

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La Pentecoste: terzo mistero glorioso

di Ottavio De Bertolis

 
La discesa dello Spirito Santo produce nel Corpo mistico di Cristo, cioè nella Chiesa, gli stessi effetti, per dire così, che ha prodotto sul corpo fisico, di carne, di Gesù. Gesù è risorto per la potenza dello Spirito Santo: il corpo fisico di Gesù è stato assorbito, per così dire, dalla vita divina, inesauribile ed eterna, che è lo Spirito del Padre, che viene riversato in pienezza su di Lui, il capo del suo Corpo mistico. Quella di Gesù, infatti, non è una “semplice” rianimazione, come quella di Lazzaro, ma è l’ingresso di Gesù, del Cristo segnato dalle ferite e dalla morte, nella gloria del Padre, nel Suo mondo, nella Sua vita. E così lo Spirito vivificante, che il Padre ha riversato su di Lui, scende dal capo a tutte le sue membra, a tutto il Corpo di quel Capo, cioè alla Chiesa.
E così tutto il Corpo mistico, tutta la Chiesa, e dunque ognuno di noi, vive della stessa vita di Cristo, che in noi si riversa, e in qualche modo si riproduce, secondo la similitudine della vite e dei tralci, nella quale la linfa vitale si diffonde in tutta la pianta. Così ognuno di noi, innestato in Cristo per mezzo del Battesimo e continuamente a Lui unito nell’Eucaristia e nei Sacramenti, può, secondo le parole di Sant’Ignazio, scegliere e desiderare per sé quel che Cristo ha desiderato: in altri termini, vivere come Lui, amando quel che Lui ha amato e ci ha mostrato nelle beatitudini: la mitezza, la misericordia, l’umiltà, la purezza di cuore, l’amore per la giustizia del Regno, fino a divenire mite e umile come Lui è. Infatti lo Spirito Santo ci conforma a Cristo, ci rende simili a Lui; fa morire in noi il vecchio Adamo per farci rivestire del nuovo, quello creato secondo Dio nella giustizia e nella santità. Lo Spirito è infatti la santità stessa del Padre e del Figlio, perché procede dal Padre e dal Figlio; è per lo Spirito che il Padre si è compiaciuto nel Figlio, ed è ancora per lo Spirito che il Figlio si è compiaciuto del Padre. Lo Spirito ha consacrato l’uomo Gesù per la missione ricevuta dal Padre, e nello Spirito il Verbo, incarnandosi, ha detto: “Ecco, io vengo per fare la tua volontà”. Nello Spirito Santo il Figlio ha sentito intimamente il volere del Padre, e nello Spirito ha per amore obbedito: tutto questo si comunica a ognuno di noi, che nel medesimo Spirito è consacrato figlio nel Figlio, e inviato per quella missione che la sapienza del Padre ha a lui concesso.
Nella grazia dello Spirito Santo dunque tutta la Chiesa si arricchisce di una molteplicità immensa di doni e di vocazioni, da quelli più straordinari e dai carismi più elevati fino a quelli, non meno necessari, più frequenti e più umili, che hanno però tutti un unico minimo comune denominatore: l’amore. Infatti Dio è amore, e lo Spirito ad esso conduce a da questo proviene. Di qui si riconoscono le diverse mozioni interiori: se vengono dalla fede, dalla speranza e dalla carità, e conducono ad un aumento di esse, sono da Dio. Il frutto dello Spirito è infatti amore, gioia, pace bontà, fedeltà, benevolenza, mitezza, dominio di sé.
In questa decina possiamo pregare per tutta la Chiesa e per ognuno, per tutte le persone e le situazioni che conosciamo, perché tutte vengano vivificate dallo Spirito Santo: lo Spirito, secondo la promessa di Gesù, ci ricorderà quello che Lui ci ha detto, lo porterà al nostro orecchio, lo farà risuonare non solo nella testa, ma anche nel cuore. Ed è di questo che abbiamo bisogno, perché la Sua parola è il Verbo stesso, è il risorto, a noi continuamente presente. E la Sua parola è sempre efficace: essa opera ciò per cui il Padre l’ha mandata, proprio perché lo Spirito la vivifica, facendola passare da “parola morta” a “parola vivente”.
Maria è per eccellenza la donna, persona della Chiesa, mossa dallo Spirito e da esso pienamente ricolma: “piena di grazia”, dall’Annunciazione, madre dei viventi ai piedi della Croce, con la Chiesa, nella continua Pentecoste della storia, continuamente supplica per ottenerci l’unico dono che Gesù ci dice esplicitamente di chiedere: “se voi, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro celeste darà lo Spirito a quelli che lo chiedono”.
 
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