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Giovedì, 07 Gennaio 2016 16:38

L'immagine del Buon Pastore e della mistica mandorla

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Il logo scelto per l'anno giubilare, opera del padre gesuita Marko Rupnik, si presenta come una piccola sintesi di queste tre forme di misericordia. Mostra, infatti, il Figlio che si carica sulle spalle l’uomo smarrito, recuperando un'immagine molto cara alla Chiesa antica, perché indica l'amore Cristo di che porta a compimento il mistero della sua Incarnazione con la Redenzione. Il disegno è realizzato in modo tale da far emergere che il Buon Pastore tocca in profondità la carne dell'uomo, e lo fa con amore tale da cambiargli la vita. Visibilmente si tratta di un abbraccio.

Il Buon Pastore con l'estrema misericordia di questo incontro fisico, carica su di sé l'umanità, ma i suoi occhi si confondono con quelli dell'uomo: c'è una empatia profonda. Cristo vede con l'occhio di Adamo e questi con l'occhio di Cristo. Ogni uomo scopre così in Cristo, nuovo Adamo, la propria umanità e il futuro che lo attende, contemplando nel Suo sguardo l'amore del Padre. La scena si colloca all'interno della mandorla, anch'essa figura cara all'iconografia antica e medioevale che richiama la compresenza delle due nature, divina e umana, in Cristo. I tre ovali concentrici, di colore progressivamente più chiaro verso l'esterno, suggeriscono il movimento di Cristo che porta l'uomo fuori dalla notte del peccato e della morte, fuori dalla desolazione. D'altra parte, la profondità del colore più scuro suggerisce anche l'imperscrutabilità dell'amore del Padre che tutto perdona, che entra con la sua consolazione nel cuore più inquieto dell'umanità.

La mandorla simbolo di un amore antico e futuro

La Mandorla Mistica è un simbolo molto diffuso nell’arte, soprattutto nel medioevo europeo, in cui compare spesso associata al Cristo nei bassorilievi delle Cattedrali gotiche. Tuttavia, essendo essa una figura geometrica formata da sole due linee curve, e dunque un disegno di massima semplicità ed essenzialità, fornisce la base e la struttura di moltissime creazioni artistiche presso le civiltà del mondo intero, e non solo: costituisce uno di quei tracciati di base su cui si fondano le complesse architetture dell’universo e l’anatomia degli esseri viventi. Nel corpo umano, gli occhi, la bocca, e quasi tutti gli orifizi attraverso i quali la cosiddetta Mandorla Mistica dall’interno dell’organismo comunica con l’esterno. Ci chiediamo qual è il significato profondo veicolato dalla Mandorla Mistica? Che cosa lega a livello astratto tanto la sua presenza nell’intelaiatura del cosmo quanto i suoi molteplici utilizzi iconografici? Per comprenderlo è necessario analizzarne l’origine grafica di questa mandorla, chiamata in latino Vescica Piscis. Essa nasce dall’intersezione di due cerchi, essa segna e rappresenta visivamente l’incontro e la compenetrazione di due mondi o dimensioni dell’essere. Rappresenta perciò una sintesi, e l’abbandono o il superamento di ogni dualismo. Così se abbinata al Cristo la Mandorla Mistica ne paleserà la duplice natura (divina e umana) riunita. Se associata alla vulva ne indicherà la funzione di ponte fra la realtà svelata, Gesù redentore, e quella che ancora deve nascere. Il fatto che molti orifizi umani ne abbiano la forma e siano strumenti di piacere conferma la funzione di mediazione, di ponte e di apertura fra la sfera interiore e quella esteriore.

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