Nessuna creatura può essere considerata “scarto” o “peso insopportabile
di Madre Anna Maria Cánopi
Andare incontro all’ignoto, senza sapere come affrontarlo, carico di aspettative, carico di domande.
Entrando nel vivo della Costituzione Gaudium et Spes, ci si trova subito davanti ad una tematica che interpella tutti molto direttamente. Il primo capitolo è, infatti, dedicato alla dignità della persona umana creata a immagine e somiglianza di Dio, dotata di intelligenza, volontà e libertà, assetata di verità e di amore, ma anche ferita dal peccato e soggetta alla morte. Essa è portatrice di un mistero, è fatta per l’infinito, eppure si trova dolorosamente segnata dalla propria finitezza e perciò sempre alla ricerca di altro. In realtà è, più o meno consapevolmente, alla ricerca di Dio, ma anche sempre tentata di rivendicare la propria autonomia, quindi di usurpare il posto di Dio.
Solo profonda spiritualità riesce a far scaturire risorse insospettate per realizzare i propri desideri
di Giovanni Cucci
Il Signore stesso sembra farsi conoscere attraverso i desideri. Scrive a questo proposito S. Agostino: «Il tuo desiderio è la tua preghiera; se continuo è il tuo desiderio, continua è la tua preghiera […]. Il desiderio è la preghiera interiore che non conosce interruzione». Lo stesso vangelo può essere presentato come una grande educazione ai desideri; si pensi ad es. alla domanda iniziale di Gesù nel vangelo di Giovanni: «Che cercate?» (Gv 1,38), una domanda che invita a fare chiarezza nel cuore prima di iniziare la sequela. Anche prima di un miracolo, Gesù rimanda al desiderio, come quando si trova di fronte al paralitico della piscina di Betzatà, gli chiede anzitutto: «Vuoi guarire?» (Gv 5,6). Ponendo queste domande, Gesù invita a riconoscere che cosa è importante desiderare nella vita come guida per ogni passo ulteriore, anche di guarigione.
La discesa dello Spirito Santo produce nel Corpo mistico di Cristo, cioè nella Chiesa, gli stessi effetti, per dire così, che ha prodotto sul corpo fisico, di carne, di Gesù. Gesù è risorto per la potenza dello Spirito Santo: il corpo fisico di Gesù è stato assorbito, per così dire, dalla vita divina, inesauribile ed eterna, che è lo Spirito del Padre, che viene riversato in pienezza su di Lui, il capo del suo Corpo mistico. Quella di Gesù, infatti, non è una “semplice” rianimazione, come quella di Lazzaro, ma è l’ingresso di Gesù, del Cristo segnato dalle ferite e dalla morte, nella gloria del Padre, nel Suo mondo, nella Sua vita. E così lo Spirito vivificante, che il Padre ha riversato su di Lui, scende dal capo a tutte le sue membra, a tutto il Corpo di quel Capo, cioè alla Chiesa.
L’ultima volta siamo rimasti con l’interrogativo sul senso del suffragio per i defunti. Se il morire è anche la realizzazione piena della creatura la cui libertà ha la possibilità di scegliere per la Vita o per la Morte, Paradiso o Inferno, come esige la libertà umana, e quindi nel morire, grazie alla purificazione necessaria accolta o rifiutata è anche la realtà definitiva, resurrezione e vita eterna o eterna e voluta privazione della felicità, allora che senso ha la preghiera per i defunti? Quando noi preghiamo per loro essi sono già – e noto questo già – nella loro definitiva realtà, e quindi il suffragio è inutile…
No: e quel già è proprio il centro del discorso. Noi siamo nel tempo, ma la vita eterna è in Dio, che non è nel tempo. Il nostro suffragio di oggi è dall’eternità presente nella Sapienza infinita che è Dio, Padre, Figlio e Spirito Santo. La nostra preghiera di suffragio, che è nel nostro oggi, non raggiunge il defunto direttamente, ma attraverso la mediazione del Cristo Signore e Salvatore, cui tutti i tempi sono presenti, perché Egli è (anche) l’Eterno…