Con questa meditazione giungiamo alla conclusione del percorso che ci ha portati a rileggere mese dopo mese il testo conciliare della «Gaudium et Spes» cercando di trarne spunti di riflessione per vivere cristianamente la vita quotidiana. Verso la fine del documento si trova un invito che ci fa capire come proprio ora – nell’oggi di grazia che ogni mattino si rinnova – tutto debba iniziare. Dopo aver ampiamente parlato del dramma della guerra e dell’urgenza di trovare vie di pace, i Padri conciliari «in mezzo alle angosce del tempo presente» ripropongono con insistenza il messaggio dell’Apostolo: «“Ecco ora il tempo favorevole” per trasformare i cuori, “ecco ora i giorni della salvezza”» (GS 82; 2 Cor 6,1).
Il percorso di ogni uomo entra prima o poi «nel mezzo del cammino di nostra vita», una situazione di buio e mediocrità in cui le realtà a noi care vanno in crisi, trovandoci con sorpresa stanchi e sfiduciati. Anche le epoche storiche, le società e gli imperi conoscono crisi, decadenze e cadute. Questo periodo di difficoltà, di smarrimento, sembra costituire la modalità stessa della vita e della relazione con Dio; giunti a un certo punto, inaspettatamente, ci si trova persi, non si capisce più nulla, ci si trova smarriti senza forze, energie, motivazioni.
Il logo scelto per l'anno giubilare, opera del padre gesuita Marko Rupnik, si presenta come una piccola sintesi di queste tre forme di misericordia. Mostra, infatti, il Figlio che si carica sulle spalle l’uomo smarrito, recuperando un'immagine molto cara alla Chiesa antica, perché indica l'amore Cristo di che porta a compimento il mistero della sua Incarnazione con la Redenzione. Il disegno è realizzato in modo tale da far emergere che il Buon Pastore tocca in profondità la carne dell'uomo, e lo fa con amore tale da cambiargli la vita. Visibilmente si tratta di un abbraccio.
All’inizio della Costituzione conciliare Gaudium et Spes ci viene incontro l’immagine di un’umanità in cammino, in cui i discepoli di Cristo, pellegrini tra i pellegrini, avvertono l’urgenza di assumersi le angosce e le tristezze dei compagni di viaggio, soprattutto dei più poveri e deboli, per arrivare tutti insieme alla mèta: la casa del Padre nel regno della luce e della pace. Lungo il testo della Costituzione – come abbiamo potuto vedere nelle precedenti meditazioni – sono emerse le asprezze del cammino: la fatica di riconoscersi tutti fratelli, perché figli dell’unico Padre, dotati della stessa dignità. Inoltre la tentazione di rivendicare per sé una libertà assoluta che non rispetta i diritti degli altri; l’incapacità di vivere in comunione, la tendenza a fare del lavoro non un servizio in vista del bene comune, ma un mezzo di potere per arricchirsi e dominare… Di volta in volta sono anche emerse indicazioni per una continua conversione, affinché, superando gli ostacoli, il cammino possa procedere, sia pur faticosamente, nella comunione e nella pace.