Ricordo che ai tempi del seminario, il 1° maggio celebravamo con grande fervore la solennità di San Giuseppe Operaio, un importante momento di spiritualità che le rubriche liturgiche del tempo qualificavano come “festa di prima classe”, al punto da attribuirle una importanza se non maggiore, almeno pari alla Domenica.
L’età dei 40 anni è per molti versi significativa, non ultimo perché oltrepassandola si varca il «mezzo del cammin di nostra vita» di dantesca memoria, trovandoci inevitabilmente a riflettere con sempre maggiore frequenza sul delicato tema della vecchiaia e della morte. “Inizia la discesa”, si suole dire, e non si può fare a meno di guardare a dove questa importante età di passaggio ci conduca. È quanto emerge a esempio in modo nitido da questa testimonianza: «Come ricordo quel periodo, all’incirca quando compii 40 anni, un’epoca in cui la mia mortalità cominciò a ossessionarmi!
No, la Madonna non fu neutrale. Basta leggere il Magnificat per rendersi conto che Maria si è schierata. Ha preso posizione ed è stata dalla parte dei poveri, naturalmente. Degli umiliati e offesi di tutti i tempi. Dei discriminati dalla cattiveria umana e degli esclusi dalla forza del destino. Di tutti coloro, insomma, che non contano nulla davanti agli occhi della storia. Sta di fatto, però, che sul piano storico, Maria ha fatto una precisa scelta di campo. Si è messa dalla parte dei vinti. Ha deciso di giocare con la squadra che perde. Ha scelto di agitare come bandiera gli stracci dei miserabili e non di impugnare i lucidi gagliardetti dei dominatori. Si è arruolata, per così dire, nell’esercito dei poveri.
In questo mese particolarmente dedicato al Sacro Cuore, l’ora santa vuole entrare nel suo insegnamento più profondo: l’umiltà e la mitezza. Pertanto possiamo fissare, come di consueto, il nostro tempo di preghiera, che coinciderà con il giovedì sera-notte, in memoria dell’agonia in Getsemani. Entriamo nella preghiera, alla scuola di sant’Ignazio, innanzitutto distaccandoci mentalmente dalle nostre occupazioni abituali, e considerando a Chi stiamo andando a parlare e che cosa vogliamo chiedergli: così, fisicamente entriamo nella nostra stanza ove vogliamo pregare, o nella cappella.